Nero, rosso, bianco e giallo

Rosso_Nero_Giallo_e_Bianco.pngRosso, nero, giallo e bianco. Nella sua biografia di Christopher Marlowe, Una Ellis-Fermor dice che non ci sono altri colori che questi quattro, in tutto il Tamerlano.

Naturalmente, la prima cosa a cui viene da pensare è l’assedio di Damasco. Il primo giorno Tamerlano usa una tenda e bandiere bianche, per significare che ci sarà clemenza per gli abitanti se la città si arrende. Il secondo giorno, tenda e bandiere diventano rosse: Damasco può ancora arrendersi e avere i suoi civili risparmiati, ma non i difensori. Dal terzo giorno in poi, tenda e stendardi neri: non ci sarà più quartiere per nessuno.

E poi bandiere rosse, bianche e nere, e sabbie gialle, e laghi neri di pece, e sangue in quantità (parliamo di una tragedia elisabettiana, dopo tutto), e oro, e colline innevate, e sole, e giaietto, e cavalli candidi… A parte una menzione di zaffiri (che però, secondo Ellis-Fermor, vuole in realtà riferirsi ai diamanti – neri nel tardo ‘500), “nulla indica che Marlowe non fosse daltonico a tutto lo spettro dei colori, con l’eccezione del rosso e del giallo.” Ma ovviamente non si tratta di daltonismo selettivo, bensì di una scelta deliberata.

Ora, scrivere una tragedia intera in uno schema di colori così ristretto richiede guts, perché non bisogna considerare solo i colori citati espressamente, ma anche quelli evocati: troppa insistenza sul cielo o sulle piane erbose, ed ecco che compaiono dell’azzurro e del verde e si finisce fuori tavolozza. Ma Kit Marlowe era un genio, non conosceva la modestia (né letteraria, né otherwise), e a 23 anni era molto padrone dei suoi mezzi – non ancora dei mezzi teatrali, magari, ma quelli poetici: bianco, nero, giallo e rosso, nient’altro.

Mi pare che sia stato Prosper Merimée a descrivere il Trovatore di Verdi come un impasto di oro, fiele e sangue: non posso fare a meno di pensare che la definizione si adatti perfettamente anche al Tamerlano, cromaticamente e non solo.

Mi domando se qualche regista abbia mai messo in scena Tamerlano tenendo conto di questi colori, e tendo a immaginare di sì. Sappiamo che il costume del primo Tamerlano, Ned Alleyn, era decorato di “merletti color rame”. E il rame è una sfumatura di rosso… chissà? Ma in realtà, nel ‘500 il concetto di regia non era quello odierno, ed è lecito dubitare. E tuttavia non è possibile che nessuno ci abbia mai pensato negli ultimi quattro secoli e qualcosa. Anche perché in Inghilterra Marlowe è ancora abbastanza rappresentato.

Ad ogni modo, l’effetto è stupefacente. Viene voglia di sperimentare: scegliere tre o quattro colori e usare solo quelli e le loro sfumature, in tutte le descrizioni, tutte le figure retoriche, tutta l’imagery… Hm. Meglio cominciare con un racconto.

Un racconto breve.

 

Nero, rosso, bianco e gialloultima modifica: 2010-08-18T08:27:00+02:00da laclarina
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5 Commenti

  • Dopo questo commento: giuro che andiamo in congelamento per un miliardo di anni. Guarda caso: anche noi abbiamo appena pubblicato una biografia (AUTO: Ava Gardner). E guarda caso qualche tempo fa abbiamo parlato di colori (di uno solo: del viola…a teatro, ovviamente).
    Certi temi sono nell’aria? Beh, anche se così fosse: tu lo fai davvero bene. E gli altri? Acchiappano farfalle!
    Ciao
    Ale e Miki (in stereofonia)

  • Grazie! *blushes & drops a tiny curtsey*
    Dove, dove, dove avete parlato di viola a teatro? La cosa m’interessa molto.
    E no, no, no: non andate in congelamento, please! :-)))

  • Ma non era un post che avevo già letto alcuni mesi fa, o me lo sono sognato?
    Guarda che io sono una tua appassionata estimatrice e leggo con interesse i tuoi post…. perciò che fai… ricicli?
    ;-D

  • SULL’INTERVISTA E SUL COLORE VIOLA (IN FONDO ALLA MAIL), ma prima:
    sul riciclo: noi vorremmo far di peggio. Giacché molti articoli sfuggono o sono pubblicati in periodi problematici (come questo), o quando si è poco letti per scarsa visibilità (crediamo che tutti con i webring ne abbiamo di più e si può creare più facilmente stima indulgente, quella di chi non si ferma alla apparenza, ad esempio, del refuso): vorremmo minimamente rivederli e ripubblicarli strombazzandoli.

    SUL COLORE VIOLA A TEATRO: è anche in una intervista, e su un quotidiano, di cui purtroppo non abbiamo ricevuto la copia (molto più lungo e serio l’approccio).
    L’intervista è a LUCA SORRENTINO, dell’ottima COMPAGNIA B, qui:
    http://napolimisteriosa-autori.blogspot.com/2010/07/la-nuda-e-cruda-verita-nellintervista.html

  • @Sonia, hai occhio e memoria! Guilty as charged, lo confesso: a volte ci sono questi vecchi protopost, di prima che i numeri di SEdS cominciassero ad allargarsi. Magari mi piacciono particolarmente – come questo: si era capito che ho un debole per Marlowe? – e non ho cuore di lasciarli là indietro, dove magari nessuno li leggerà più… e allora riciclo per far prendere loro un po’ d’aria. Non lo faccio spessissimo, ma non posso promettere che non capiterà più… sono perdonata? 😉

    @Alessia: grazie-grazie.