Dic 29, 2010 - romanzo storico    Commenti disabilitati su Se Si Chiama Romanzo, Un Motivo C’è

Se Si Chiama Romanzo, Un Motivo C’è

220px-HisarlarminiatureNusretColpan.jpgTutti sapete che sono cronicamente impantanata nella revisione di un romanzo storico che ha come sfondo l’assedio di Costantinopoli nel 1453. L’ultimo problema in cui mi sono imbattuta (se si esclude il fatto che il romanzo è seriamente intenzionato a diventare una di/trilogia) è il mistero di Balta-Oghlu, l’ammiraglio che (forse) non esiste… Ho smosso mari e monti per cercare notizie di quest’uomo, ho persino rotto le scatole all’Addetto Navale turco a Roma, e in fondo chiedo solo di sapere se ci sono fonti turche che parlino di lui, perché sembrerebbe quasi di no, ma la mia coscienza narrativa si ribella all’idea di romanzare senza sapere su  che cosa sto romanzando…

Poi per Natale ho ricevuto un romanzo intitolato L’Assedio.* Autore Jack Hight. Un po’ per gli impegni festivi e un po’ perché sto finendo a rotta di collo un giallo storico che devo recensire per HNR, non ho ancora avuto il tempo di iniziare la lettura, ma ho sfogliato un pochino, e ho scoperto che ne L’Assedio:

a) Balta-Oghlu non esiste affatto: le battaglie navali sono qualche volta comandate da Mehmed in persona(?) e quella del 20 aprile, in cui l’intera flotta turca non riuscì ad impedire che quattro navi cristiane entrassero nel Corno d’Oro, è anticipata di una settimana e vista attraverso gli occhi del condottiero genovese Giovanni Longo Giustiniani – protagonista del romanzo. In realtà Giustiniani era già in città da prima che l’assedio iniziasse, ma che fa?9788858613115.jpg

b) Longo è anche innamorato di una giovane principessa imperiale bizantina, promessa sposa -alas! – del perfido generale e ministro Luca Notaras. Pur non avendo molta stima di Longo, Notaras nel 1453 era sposatissimo a una matura cugina dell’Imperatore, e quindi non in posizione di essere fidanzato ad alcunchi.

Ora, non dico che il romanzo sia necessariamente malvagio, mal scritto o vago, ma questa rapidissima sbirciatina è bastata per constatare che Hight ha strutturato la sua trama con l’accuratezza storica e il gioioso abbandono di un libretto d’opera**. Comincio a credere che la lettura integrale sarà meno deprimente e più interessante di quanto credessi. Chi lo sa, col tempo potrebbe diventare anche quasi catartico: tutto sommato, col mio ammiraglio inesistente, di che cosa mi preoccupo?

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* Il che, tra parentesi, mi riapre un po’ la questione del titolo, visto che esiste già un altro romanzo intitolato L’Assedio, ad opera di Ismail Kadaré – che, seppur indirettamente, parla a sua volta della caduta di Costantinopoli.

** E ciònonostante, in Inghilterra gliel’ha pubblicato la John Murray, che un tempo era l’editore di Jane Austen, Doyle, Byron, Goethe, Melville e Darwin – anche se adesso è solo un nome  del gruppo Hachette. E ha anche ottenuto una recensione abbastanza buona (seppur con qualche caveat) sull’ultimo numero di HNR. In Italia la traduzione è uscita con Rizzoli.

Se Si Chiama Romanzo, Un Motivo C’èultima modifica: 2010-12-29T08:06:00+01:00da laclarina
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