Gen 31, 2011 - tradizioni    Commenti disabilitati su Meteoromantica

Meteoromantica

Oggi sarebbe l’ultimo Giorno della Merla, ed è debitamente bigio, ma i giorni scorsi sono stati tutto un alternarsi di sole, nuvole e pioggia, per cui, se fossi una merla, non ho idea di che cosa avrei fatto: nel camino o fuori dal camino? Morale: chi vuol trarre auspici in questa maniera tradizionale, per quest’anno sta fresco.

Scopro che questa maniera di dedurre il tempo che farà, la consistenza dei raccolti e altre circostanze future da una combinazione di esperienza passata, saggezza popolare, memoria selettiva, casualità assoluta e wishful thinking, ha un nome – e anche altisonante: meteoromantica, nientemeno.

Dalle mie parti usa dire, per esempio, che per la santa Candelora (2 febbraio) si è fuori dall’inverno (in Mantovano fa anche rima, ma non mi azzardo nemmeno a tentare una trascrizione), e però, piuttosto che venga il sole per Santa Maria, è meglio incontrare il lupo lungo la via. Mi viene da pensare che quest’ultima, così come il pronostico della Merla e l’idea che un Natale soleggiato comporti una Pasqua fredda, nascano dalla memorabilità delle circostanze fuori dall’ordinario: è più facile ricordare una giornata di sole fuori stagione e una primavera fredda e tardiva, piuttosto che il procedere ordinato e regolare delle stagioni.

Il discorso è diverso con quelle rime proverbiali che si limitano a indicare caratteristiche tipicamente stagionali. Affermazioni come “marzo dei venti, aprile dei tempi”, confermato da “aprile aprilino, ogni giorno il suo goccino”, oppure “la prima pioggia d’agosto rinfresca il bosco”, e “Santa Caterina (25 novembre) o neve o brina” suonano abbastanza lapalissiane, con buona pace della saggezza popolare.

Con l’estate di San Martino (11 novembre) e “se piove per Santa Bibiana (2 dicembre), piove quaranta giorni e una settimana” torniamo in reami abbastanza esoterici – a meno di voler indicare con la seconda che un dicembre piovoso è un dicembre piovoso.

Mi ha sempre affascinata molto di più la strofetta in Mantovano che, tradotta, indica l’allungarsi delle giornate in questa progressione: “Santa Lucia una punta d’ago, Natale un piede di gallo, per l’Epifania un’oretta e per Sant’Antonio un’ora tonda,” e dico che mi affascina perché, essendo S.Lucia il 13 dicembre, anticipa il solstizio di una settimana abbondante. Suppongo che sia un relitto di altri calendari, e che la sua pervicace sopravvivenza (almeno nelle nostre campagne, e almeno fino alla generazione dei miei genitori) sia significativa del profondo radicamento della meteoromantica.

Immagino che si possa chiamare con lo stesso nome anche la vecchia abitudine di pronosticare i raccolti dai colori dell’arcobaleno. Il giallo significherebbe grano, il verde fieno e il rosso vino, e la larghezza di ciascuna fascia prometterebbe abbondanza o scarsità.

Non so quanto i contadini ci credano ancora, ma di certo ripetono anno dopo anno le loro strofette, e le maestre incoraggiano i bambini a farsele raccontare e spiegare al modo delle tradizioni che vanno scomparendo. In realtà, a scomparire è forse il contesto rurale in cui sono nate, ma resta l’insopprimibile bisogno dell’umanità di cercare segni, modelli ricorrenti e qualche forma d’interpretabile sicurezza in tutto quello che la circonda.

Meteoromanticaultima modifica: 2011-01-31T07:45:00+01:00da laclarina
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