Mar 9, 2011 - romanzo storico    Commenti disabilitati su Promessi Sposi – Capitolo XXXVI

Promessi Sposi – Capitolo XXXVI

Questo è un capitolo in cui si predica molto: predica (lungamente) il Padre Felice, predica (a più riprese) il Padre Cristoforo e, nel suo piccolo, predica anche Lucia. D’altra parte, è un capitolo risolutivo, se non conclusivo, e sarebbe ben strano che Don Lisander non tornasse su quei temi di provvidenza, misericordia divina, umiltà, perdono, carità e fede che tanto gli stanno a cuore. Per fortuna ci sono redeeming qualities.

Capitolo risolutivo, dicevo. Sottolineato dall’addensarsi delle nubi e dallo scoppiare del temporale, abbiamo qui quello che in termini aristotelici si chiamerebbe il climax del romanzo: il culmine della storia, la risoluzione dell’ultimo ostacolo che separa i protagonisti e il lieto fine. Parlo del voto di Lucia, naturalmente. Una volta sciolto il voto, i due capitoli che restano saranno tutta azione discendente verso la conclusione con tanto di morale, ma le cose fondamentali succedono qui e ora.

Succedono come in un finale d’opera, con tanto di tuoni e fulmini – l’abbiamo detto – e con Renzo che, per entrare nel quartiere delle donne, si lega alla caviglia un campanello da monatto, a mo’ di vaga giustificazione della sua presenza in quel luogo… ma in realtà, il campanello serve ad altro. Serve perché Renzo debba toglierselo in gran fretta dopo essere stato scambiato per un monatto davvero, e perché debba quindi infilarsi tra due casupole, perché debba appoggiarsi a una parete sconnessa e… quale soave voce credete che senta al di là della parete, se non quella di Lucia?

E non storcete il naso all’ennesima miracolosa coincidenza, per favore, perché qui comincia la parte migliore, più viva e più vera del capitolo. Non per l’impossibilmente angelica Lucia, capace solo di difendere il suo voto e d’invocare la Madonna, quanto per Renzo. Qui Renzo fa sfoggio di un’eloquenza ingenua e candidamente astuta, toccando tutti i tasti che sa: la tenerezza, il rimprovero, la supplica, il ricatto morale… come altro definire il modo in cui si appella alle disgrazie che ha patito per Lucia, alla loro vecchia promessa, alla grazia da impetrare insieme per Don Rodrigo morente, al pensiero di Agnese che tanto desidera vederli maritati, alla sua stessa rovina? Renzo promette a Lucia di far spropositi se lei non lo vuole più, e la sfida a dirgli in faccia che non gli vuole più bene in un alternarsi di blandizie e di brontolamenti che è un delizioso, vivido ed efficacissimo capolavoro di caratterizzazione. Par di vederlo, il nostro giovine, con tutto quello che gli passa in viso: trasporto, delusione, rabbia, speranza, lampi d’astuzia…

Nonostante tutto ciò, Lucia non cede, e bisogna chiamare il Padre Cristoforo. Perché Lucia è tanto buona, spiega Renzo, “ma è un po’ fissa nelle sue idee” e in un momento di paura “si è scaldata la testa e si è promessa alla Madonna…” Adoro Renzo, e voi?

Enfin, con l’intervento del Padre Cristoforo e ancora un po’ di prediche miste assortite, la questione è sciolta, i nostri due promessi sono ricongiunti per un congedo frettoloso e pudico, di raccomandazioni scambiate e messaggi affidati, e poi Renzo parte, incurante della burrasca, ansioso di condividere con Agnese le buone notizie.

E mentre parte, ecco finalmente che il temporale scoppia, in parallelo con la rottura della tensione narrativa: ecco la pioggia che scende a lavare via il contagio e a marcare – di fatto – la fine delle tribolazioni dei nostri.

Sì, lo so: ci sono ancora due capitoli, ma se fossimo all’opera il sipario si chiuderebbe qui.

Promessi Sposi – Capitolo XXXVIultima modifica: 2011-03-09T07:47:00+01:00da laclarina
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