Feb 6, 2012 - teatro, virgilitudini    4 Comments

Crisi Di Panico Drammatico Con Risvolti Meteo E Un Tocco Di Destino Beffardo

_______________________________________________________________________

ETA: Oh, presagio mio fatal… quando ho scritto il post qui sotto, prometteva neve. Adesso nevica che Iddio la manda, e per di più l’influenza decima la compagnia… Ragion per cui, la prima di giovedì sera è rimandata, e Di Uomini E Poeti debutta invece sabato 11.

________________________________________________________________________


“Sei stata promossa,” mi dice N., venendo a sapere delle 6 recite di Di Uomini E poeti a cominciare da giovedì. E intende dire che fino ad ora le mie cose sono state messe in scena per una singola occasione, o ripetute e portate in giro su richesta – ma stavolta è diverso. Sei recite nel corso di una stagione regolare. Repliche. Botteghino. Prenotazioni. Et multa caetera similia. “Sei stata promossa, ragazza.”

E grazie, N., apprezzo il sentimento – ma non è vero. Non ancora. Più si avvicina giovedì, più me ne rendo conto. Promossa un bottone: in realtà sono sotto esame. Bisogna vedere come andrà, quanta gente ci sarà, che ne dirà il pubblico, che ne dirà la stampa, se la compagnia, dopo questo giro, vorrà considerare la possibilità di riprenderlo ancora, di mettere in scena altre cose mie… Posso dire che sono terrorizzata? Posso? Sì? Grazie. Allora lo dico: sono terrorizzata. Mi aspettano due lunghe e terrificanti settimane, ho già un sit-in permanente di lepidotteri sul diaframma e non ho il coraggio di chiedere come stanno andando le prenotazioni – no, proprio non ho il coraggio.

Per rendere tutto ancora un po’ più divertente, oggi il Tetto dell’Aeronautica annuncia un nuovo peggioramento a partire da martedì, con “molta neve sul Nordest.” Molta neve. Sono punita, immagino, per averla desiderata tanto, la neve. “Attenta a quel che desideri,” mi ha scritto D. qualche giorno fa, quando invocavo nevicate, gelo, biancore… E infatti adesso la neve arriva in forze, giusto in tempo per sabotare il mio primo run a tutti gli effetti.

Incubo ricorrente: teatro deserto come la steppa imbiancata dal gelo, attori bloccati dalla neve nel Teatrino D’Arco, prenotazioni disdette, run annullato dopo la seconda sera, le locandine con il mio nome coperte in fretta e furia dall’annuncio di quattro repliche straordinarie di [insert titolo di sicuro successo] – a grande richiesta…

“Be’ dài,” commenta un’altra persona che rimarrà innominata, “almeno, se non va molto bene, potrai dire che è stata colpa della neve…”

Oh. That bad.

Per cui non sono affatto certa che riuscirò a sopravvivere al mio primo run. Magari mi verrà una sincope, morirò prematuramente e poi godrò di fama postuma, va’ a sapere. Son cose che succedono.

Oppure invece tutto andrà bene, Melpomene e Chione saranno clementi… e basta così. Let’s not jynx it.

Intanto, siccome la fama postuma è bella, ma il primo istinto, potendosi, è sopravvivere, lasciate che vi comunichi le date:

 

 

 

 

ACCADEMIA TEATRALE “FRANCESCO CAMPOGALLIANI”

 

TEATRINO DI PALAZZO D’ARCO

 

MANTOVA

 

STAGIONE TEATRALE 2011-2012

 

_____________________________________________

 

CALENDARIO RECITE DI

 

DI UOMINI E POETI

 

ovvero il testamento di Virgilio

 

di Chiara Prezzavento

 

Giovedì 9 febbraio ore 20,45

 

Sabato 11 febbraio ore 20,45

 

Domenica 12 febbraio ore 16,00

 

Giovedì 16 febbraio ore 20,45

 

Sabato 18 febbraio ore 20,45

 

Domenica 19 febbraio ore 16,00

 

posti numerati: interi € 12 – ridotti € 10

 

La biglietteria è aperta per le prenotazioni nei giorni feriali dal mercoledì al sabato – ore 17-18,30

 

Accademia Teatrale “Francesco Campogalliani” – Piazza D’Arco, 2 – Mantova

 

tel e fax 0376 325363 (con segreteria telefonica)

 

E-mail: teatro.campogalliani@libero.it

 

www.teatro-campogalliani.it

 

 

Crisi Di Panico Drammatico Con Risvolti Meteo E Un Tocco Di Destino Beffardoultima modifica: 2012-02-06T08:10:00+01:00da laclarina
Reposta per primo quest’articolo

4 Commenti

  • In bocca al lupo!
    (ex-renzo)

  • Ti invidio molto.
    No, non lo stato ansioso e gli strapazzamenti atmosferici, ma per la possibilità di vedere qualcosa che hai scritto rappresentato da altri, interpretato, reso concreto sulla scena.
    Il che ti è già capitato in passato, quindi la mia invidia è retroattiva.
    La mia invidia è data dal fatto che, da misero scribacchino, quello che scrivo resta nella mia testa e le sue rappresentazioni ed interpretazioni restano nella testa di chi mi legge. Non vedo mai, né vedrò mai (a meno che Hollywood non opzioni un mio racconto, il che è sommamente improbabile) una interpretazione di ciò che ho scritto – non vedrò mai, insomma, il contributo del lettore, che è poi la mia controparte quando scrivo, il mio collaboratore invisibile.
    Tu invece sì – lo vedi doppiamente, sulla scena e fra il pubblico.
    E io ti invidio.

    In bocca a quella povera bestia del lupo, quindi, per la prima, la seconda, la terza…
    E cerca di rimandare il colpo apoplettico – che certo è molto melodrammatico, ma la gloria postuma è sopravvalutata, e mi dispiacerebbe moltissimo perdere queste chiacchierate.

  • @Ferrigno: crepi il lupo – povera bestia.

    @Davide: ti dirò che hai colto (dead centre) qualcosa su cui vo riflettendo da tempo. Scrivere è sempre scrivere, ma per quanto mi piaccia lavorare a un romanzo, con tutto lo spazio per scavare, complicare, annodare, approfondire – il teatro si sta rivelando un’altra cosa. Vedere i miei personaggi portati in vita è terrificante e meraviglioso al tempo stesso… Sarà per questo che ultimamente scrivo molto più teatro e continuo a rimandare il romanzo che pure ho in mente…

  • Beh, concedimi tuttavia, a questo punto, un moto di orgoglio scrittorio.
    La scrittura ci riserva altri piaceri.
    Quello di venir stroncati da minus habens, che si ritengono in diritto di offenderci ma si offendono se replichiamo alle loro offese.
    Quello di venir trattati come bestiame dagli editori o, in mancanza dei medesimi, da coloro che distribuiscono i nostri ebook autoprodotti, e da coloro che si rifiutano di recensirli perché “io non recensisco software”.
    Quello di lavorare gratis, o essere insultati se chiediamo un giusto compenso per il nostro lavoro (che comunque non verrà corrisposto perché “99 centesimi sono tanti per un ebook”).
    Quello di venir considerati un po’ strani se si scrive di genere.
    In effetti tali e tante sono le soddisfazioni che si ricavano dalla scrittura, che a volte mi domando come il senso di appagamento non sia sufficiente a soddisfare tutte le mie necessità, non ultima quella di pagare le bollette…
    😉

    Ancora invidia… e facci sapere come va la prima.
    Vorrei esserci ma non posso – tu raccontamela…