Chi Ha Paura Di Isaac Asimov?

isaac asimov, fantascienza, Io.

Lo confesso: ho paura di Asimov.

E mi rendo conto che, messa così, suona un nonnulla eccentrica. Nella migliore delle ipotesi.

A mia giustificazione posso addurre un rapporto con la fantascienza in generale fatto di una serie di traumi infantili. Gente Che Ne Sa Molto Più Di Me conferma che precedenti come i miei sono atti a rovinare una persona – e in effetti, non so se mi sento rovinata del tutto – ma di sicuro sulle letture fantascientifiche impromptu della mia infanzia ho perso molte notti di sonno e rimediato una seria avversione nei confronti del genre. Non diffidenza: proprio avversione.

E tutto ciò per preparare la strada a una seconda confessione: ho paura di Asimov senza aver mai letto nulla di suo.

Patetico, vero? I know.

Ma Asimov, insieme a Bradbury, Philip K. Dick e alcuni altri, appartiene – o così mi si dice – alla nobiltà di penna di un genere che mi ha resa molto infelice in passato. È così irrazionale e puerile, da parte mia, non volerci aver nulla a che fare?

Oh, d’accordo: probabilmente lo è. Lo deduco anche dal fatto che Gente Che Ne Sa Molto Più Di Me, pur avendo mostrato molta comprensione per la mia triste storia, non è riuscita a restare del tutto seria nello scoprire la mia asimofobia.

“Ma Asimov è una mammoletta,” they say.

E pur sospettando che si tratti di un genere di mammoletta pericoloso per il mio ritmo sonno-veglia, non posso fare a meno di riconoscere l’assurdità della faccenda. Così oggi, a vent’anni esatti dalla morte di Asimov, decido di tentare di vincermi un pochino.

Sì, perché tra l’altro, anche alla più superficiale delle documentazioni, il buon Isaac si rivela persona after my own heart: eclettico, di formazione scientifica e vasti interessi letterari e storici, un divulgatore di letteratura, scienza, storia e teatro musicale, un autore prolifico a limiti della grafomania – e nei generi più diversi, un coniatore di parole, un creatore di storia futura, un brillante annotatore di Shakespeare, Milton e Swift – ruolo in cui nessuno lo prendeva troppo sul serio, perché i suoi lettori volevano fantascienza, thank you very much, e tutti gli altri non capivano che cosa potesse aver da dire in fatto di Shakespeare un autore di fantascienza…

Per di più aveva un senso dell’umorismo. A parte la parodia di articolo scientifico che pubblicò proprio prima di discutere la sua tesi di dottorato*, scrisse una quantità di limerick – alcuni dei quali ispirati alle indagini di Sherlock Holmes. Insomma, limerick investigativo-letterari: how can you but like the man?

E a proposito di Holmes, non dimentichiamo i gialli: Asimov scrisse anche un certo numero di gialli – tra cui la serie dei Vedovi Neri, sorta di club d’investigatori dilettanti – per non parlare dei gialli fantascientifici.

E poi innumerevoli articoli su innumerevoli argomenti, qualche voce dell’Encyclopaedia Britannica, un paio di manuali di sopravvivenza per scrittori, un progetto di riforma del calendario…

Sono certa che dimentico qualcosa, ma la morale di tutto questo è che forse posso progettare di accostarmi ad Asimov sul fianco, di soppiatto, praticamente nascosta tra i cespugli. Voglio dire, posso cominciare da Shakespeare, giusto? E poi magari passare ai limerick o ai gialli. Oppure posso cominciare dai libri di divulgazione storica e vedere dove questo porta?

Essì, lo so: sto tergiversando – e avrò modo di tergiversare parecchio, se voglio, perché quest’uomo ha scritto da solo una piccola biblioteca. Ma chissà che (per quanto al momento la sola idea m’inquieti un filino), col tempo non riesca a navigare in prossimità della sezione fantascienza. Chissà che il lato delle mammolette non sia quello giusto da cui passare. Chissà che questo non finisca con l’essere il metodo per superare qualche trauma infantile – con il suo corredo d’irragionevoli e pluridecennali strascichi.

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* Mistimed, ma non del tutto suicida: aveva chiesto che il non-articolo uscisse sotto pseudonimo, ma qualcuno sbagliò qualcosa e invece uscì con il suo nome. Fortunatamente, anche i membri della commissione erano spiritosi – ciò che non era del tutto scontato…

Chi Ha Paura Di Isaac Asimov?ultima modifica: 2012-04-06T08:10:00+02:00da laclarina
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14 Commenti

  • Azzardo che un primo libro di Asimov da leggere potrebbe essere “Neanche gli Dei” – scollegato dalle sue saghe più famose, strano, originale, per me uno dei suoi libri più belli (anche se sono una di quelle che ha letto diverse cose di Asimov ma a cui manca la famosa Trilogia della Fondazione).
    OT: seguo con interesse il suo blog, trovo però di difficile lettura i commenti che sono inseriti nei riquadri colorati di marrone, un po’ troppo scuro per me.

  • Patfumetto mi ha battuto sul tempo! °___°
    Anche io volevo proporti “neanche gli dei”, per me uno dei suoi migliori se non proprio il migliore…
    Lo ho trovato davvero originale. L’idea che c’è sotto merita senz’altro attenzione.

  • Ouch… sento una sorta di responsablità in tutto questo 🙂
    Sarà difficile essere brevi ed esaustivi, ma proviamoci…

    Consiglio anch’io caldamente “Neanche gli dei”.
    Così come consiglio le storie dei Vedovi Neri e, visti i tuoi interessi, il suo Asimov Guide to Shakespeare, che è opportunamente pedante, ma generalmente divertente.

    Per tutto il resto, poiché non voglio intasarti i commenti, ti rimando a questo mio vecchio post

    http://strategieevolutive.wordpress.com/2011/02/08/ike/

    Asimov è un autore che si deve superare.
    Di solito lo si legge da ragazzini (invece di leggere certa robaccia della Yarbro! 😉 ) e poi si scopre che esiste di meglio.
    Sarebbe sbagliato giudicare il genere sulla base del suo lavoro solamente.
    Ma è una sorta di tappa obbligata.
    Resto della mia opinione, e cioé che Ike non abbia mai turbato nessuno salvo qualche strano deragliato teo-con.
    Prova Neanche gli dei, prova i Vedovi Neri, e vedrai che ti piace.

  • sorry, i can’t answer in 140 characters, ma non per elencare libri da leggere: anche a me la fantascienza non piace e non me ne faccio un problema 🙂
    non è che ho paura di isaac asimov, semplicemente gli ho fatto “ciao, ciao”. si può vivere felici sapendo che shakespeare è infinitamente, infinitamente, infinitamente superiore e se proprio
    fantascienza dev’essere, meglio al cinema.

  • @Patfumetto: il mio problema è proprio cominciare da qualcosa che non sia fantascienza… però la prima SF di Asimov che leggerò – quando ci arriverò di soppiatto – sarà senz’altro Neanche gli Dei. Grazie grazie, e cercherò di schiarire lo sfondo dei commenti.

    @Cily: come sopra – però da come lo descrivi suona molto, molto attraente. Ci arriverò e poi vi saprò dire.

  • @Alessandro: letto. Delizioso e, ammetto, per nulla angosciante. Grazie! 🙂

  • @Davide: “Qualche strano deragliato teo-con e – pur a distanza – la Clarina,” vorrai dire… 🙂 Ma mi sto impegnando, mi sto impegnando…

  • @Rabolas: guarda che non ti devi scusare perché commenti, sai? 🙂

    Il problema con la fantascienza è che, nonostante tutto, mi attira. Se avessi letto buona fantascienza e avessi deciso che non mi piace, allora anch’io farei “ciao ciao” e non ci penserei più.
    Invece ho letto robaccia, ci sono stata malissimo e però continuo a ritornarci, lacerata tra curiosità, repulsione e notti insonni… Voglio dire: rifiutare un autore per sentito dire? Come on!
    Devo, devo, devo vincermi.

    Oppure mettiamola così: siccome non mi sento in grado di vincere la mia aracnofobia, bisogna pure che riporti vittorie altrove… 😉

  • I turbamenti per sentito dire non contano 😉

  • well, then se trovi qualcosa di interessante in asimov fammi sapere. io penso di averci trovato poco anche per via del suo positivismo – gli scienziati scrittori sono spesso positivisti… and god save us from that! 🙂

  • @Davide: Ah be’, allora… 🙂

    @Rabolas: non essendo graniticamente certa che il Positivismo equivalga al Male Assoluto, dubito che questo sarà un grosso problema per me. Di certo non sento nessuna urgenza di esserne salvata – at the hands of God or otherwise… 🙂

  • Quello che mi è rimasto di più e che ho periodicamente riletto, sta tutto nella raccolta “I miei robot”.
    L’Asimov dei racconti è veramente multiforme, può essere avventuroso, ironico, strappalacrime, filosofo; può parteggiare per gli umani o per i robot. Può raccontarti l’istante, come in “Chissà come si divertivano” o creare una vera saga familiare in miniatura, come nel bellissimo “L’uomo bicentenario”. Può narrare la storia di un’azienda, la storia di una linea di robot minatori, può raccontarti come nasce uno spettacolare successo commerciale…

    In quella raccolta Mondadori c’è un universo di storie che “suonano” come la vita reale.

  • @Andrea: vedo sempre più che devo proprio leggere… D’accordo – poi tornerò a farvi sapere come sarà andata.