La Notte dei Desideri

Ende.jpgNon sono mai stata una patita dell’ultimo dell’anno. Non dico di non essermi mai divertita a qualche festa o cena, ma non è il tipo di ricorrenza che aspetti di festeggiare. Per capirci, non è Natale. Un passaggio di data non è particolarmente emozionante, non porta con sé nessun senso di attesa o di sospensione… D’accordo, ne ha portata un filo la notte del 31 dicembre 1999, perché ci domandavamo se tutti i computer del mondo avrebbero saputo inghiottire il Bruco del Millennio senza eccessivi patemi. Tolto quello, però, ho sempre pensato che l’ultimo dell’anno fosse una festa assolutamente priva di atmosfera. Per di più, ogni 31 dicembre ha il grave difetto di essere seguito da un gennaio, questa sorta di lunedì mattina cosmico… No, grazie: l’Ultimo dell’Anno è un’occasione per andare a teatro e vedere i fuochi d’artificio sul lago, nulla di più.

E però c’è stato un libro, a suo tempo, che mi ha fatta ricredere per il tempo di leggerlo: La Notte dei Desideri di Michael Ende.

Ora, se dovessi dire che mi ricordo la trama, o se dovessi spiegare in dettaglio composizione e funzioni dell’Archibugiardinfernalcolico Grog di Magog, sarei in seria difficoltà. Chiedo venia: devono essere passati un po’ più di vent’anni da quella prima e unica lettura, ma questo dice qualcosa sul fatto che mi ricordi ancora, se non i particolari della trama, l’atmosfera del libro. 

Potrei recuperare da qualche parte la trama, se volessi, ma non voglio: quel che m’interessa al momento è quella specie d’impronta che alcuni libri lasciano, un’impressione a volte più vivida persino della storia che raccontano. LNdD è un libro scuro: se ben ricordo, si svolge tutto nel corso di una notte, e ha un quadrante d’orologio in testa a ciascun capitolo, per significare il passaggio delle ore –  accorgimento semplice, ma sufficiente a creare un senso di sospensione e di urgenza che non ho scordato a distanza di due decenni. E poi ricordo un gatto che voleva essere un trovatore provenzale, e un corvo, e una coppia di stregoni, zia e nipote, e l’archibugiardinfernalcolico* intruglio di cui ho dimenticato la funzione, e una vecchia casa, e un giardino innevato, e San Silvestro alla fine… E buio, e ombre, e sussurri, e cigolare di porte, e rintocchi nella notte.

Ecco, questa è una delle cose che fanno gli scrittori. A volte si sforzano di raccontare storie che nessuno ha mai raccontato prima. Altre volte si accontentano di prendere qualcosa di vecchio come le colline** e lo raccontano in un altro modo, lo rivestono di un colore e un’atmosfera nuovi. Per quanto riguarda me, la faccenda ha funzionato: Herr Ende mi ha spinta, quando ero ragazzina, a considerare diversamente la notte dell’Ultimo dell’Anno, in un modo che, dopo più di vent’anni, non è ancora svanito del tutto.

Chiunque abbia mai scritto per essere letto sa di che cosa parlo: certo non è il solo motivo per cui si scrive, ma la capacità di creare o risvegliare qualcosa in una mente sconosciuta ed estranea con le nostre parole è un brivido potente. E’ qualcosa da augurare a chi traffica in parole e inchiostro. Qualcosa da desiderare con tutte le forze prima dell’ultimo rintocco di mezzanotte, questa sera.

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* Questa parola mi piace, si era capito? Nutro la massima ammirazione per chi crea parole, e questa è una parola notevole. Non ricordo molte cose di questo libro, ma ricordo che la parola era stata creata apposta, come parte di un incantesimo la cui potenza derivava in parte dalla quantità di parole diverse incastrate insieme. Il potere delle parole pronunciate e scritte… ah, che meraviglioso tema!

** Nello specifico: Protagonista Piccolo e Maldestro con Sogni da Realizzare VS Antagonista Malvagio e Potente Deciso a Conquistare il Mondo.

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Oh, e come mi si dice si dica in Trentino: Buon Termine a tutti!

La Notte dei Desideriultima modifica: 2012-12-31T08:10:00+01:00da laclarina
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5 Commenti

  • Il Satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog! Credevo di essere l’unico a cui fosse rimasto impresso a lettere di fuoco nella memoria.
    Grazie Clarina, mi hai fatto tornare bambino, almeno per qualche minuto. Buon anno!

  • Sì, ma… questi fantasmi? A che punto sono?

  • @Mattia: Satanarchibugiardinfernalcolico! Mi ero persa un pezzo, natch. Evidentemente le tue lettere di fuoco s’imprimono più chiaramente delle mie… Ma d’altra parte, tu sei giovane. 🙂 Buon anno a te e a Marta.

    @Simone: oh, i fantasmi sono lì, perennemente sull’orlo nebbioso della mia consapevolezza. Mi visitano di notte e mi sussurrano di voler essere scritti… Non vedo l’ora di rimettermici di buzzo buono.

  • Arrivo in ritardo ma non posso esimermi dal commentare questo bellissmo post!
    Anche a me il libro di Ende fece lo stesso effetto che a te.
    Non ricordo la trama ma ricordo bene i personaggi e l’atmosfera.
    Me lo regalarono il 25 dicembre e ricordo che lo lessi d’un sorso e per tutta la serata del 31 dicembre(che ammetto mi lascia piuttosto freddina come festeggiamento!) guardando l’orologio ricordavo il quadrante dei vari capitoli e fingevo di avere anche io una speciale avventura da vivere quella notte!
    Grandiosa come sempre Clarina!
    E Buon Anno!

  • Una delle gioie di un blog è che magari ti credi sola soletta nell’aver letto un certo libro in un certo modo, e invece poi ne parli e di solito ti scopri attorno una piccola banda di reading-mates… E sì, sì, sì: giocare ad avere un’avventura nel corso della nottata! Ah…
    Grazie, cara, e buon anno anche a te.