Gen 9, 2013 - considerazioni sparse    4 Comments

La Felicità A Fascicoli Settimanali

Ci avete mai badato? Ogni anno a settembre, puntuali come antirondini (o controrondini, fate un po’ voi…),  tornano le raccolte a fascicoli.

Non è che non ce ne siano un po’ tutto l’anno, ma quando le vacanze/ferie finiscono, la scuola ricomincia, si torna al lavoro, le giornate si accorciano, le foglie mostrano il primo sospetto d’oro, le sere si rinfrescano, l’autunno fa cenni all’orizzonte – è allora che arrivano a stormi interi: bambole, militaria, orologi, collezioni di minerali, modellini navali da montare, set di scacchi, DVD didattici o nostalgici, immagini sacre, attrezzi da cucina, soldatini di piombo o whatnot – sempre in un numero biblico di imperdibili uscite settimanali. 

E restiamo dentro la metafora aviaria per notare che, proprio come gli uccelli migratori, ciascuna raccolta a fascicoli vola in formazione a V, e alla testa dello stormo non c’è quasi mai il primo pezzo in ordine cronologico o logico – ma il più attraente, quello che un sacco di gente comprerà. Che so, Papa Woitila, la Ferrari, Napoleone… Non che ci sia alcunché di male, per carità: in fondo è lo stesso principio per cui è bene che la prima riga, il primo paragrafo, la prima pagina di un romanzo catturino il lettore nella più irrevocabile delle maniere possibili. E non voglio fare della sociologia spicciola, ma mi diverte sempre vedere che cosa viene usato come esca, quali sono le icone all’interno di uno specifico genere, che cosa si considera più attraente per il target di mercato… Per dire, al momento c’è questa collezione di berretti militari: in che cosa consisterà la prima uscita? una bustina della Luftwaffe o un copricapo dell’Armata Rossa?

E con questo giungiamo alla ragione per cui scrivo adesso di questa faccenda settembrina. Perché non so se non ci avessi mai badato prima o se sia una relativa novità di quest’anno, ma di uscite a fascicoli ne vedo pubblicizzare in quantità anche in questi giorni.

Vuoi vedere che non è – o non è più – questione di settembre? Avete presente il diluvio di servizi sulla depressione/stress da rientro che tutti i telegiornali ci propinano ogni benedetto anno alla fine dell’estete? Avete presente come tra gli immancabili consigli degli esperti ci sia sempre quello di crearsi un nuovo hobby – o qualcosa del genere?

Ecco, gli editori di raccolte a fascicoli giocano proprio su questo: il ritorno alla routine, la conseguente malinconia, il desiderio di qualcosa di ludico, qualcosa da aspettare ogni settimana, il bisogno di un piano di piccole* gratificazioni a lunga scadenza. Aggiungeteci l’effetto assuefazione, il fascino delle piccole rate e il gusto della collezione** e il gioco è fatto. Poco importa se alla fin fine non s’imparerà mai la notazione musicale da autodidatti***, se non si monterà mai il modellino del veliero russo, se non si giocherà mai una singola partita con gli scacchi vestiti da elfi e orchi. Per un certo numero di settimane si pregusterà, aspetterà e godrà l’Uscita Settimanale, ci si sentirà (o quanto meno si avrà l’impressione di sentirsi) un pochino più felici – e l’editore farà ottimi affari.

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* Naturalmente “piccole” è un concetto relativo. Conosco gente che è partita con l’idea di raccogliere i pezzi di un innocente set di scacchi fantasy e, tra un’espansione e l’altra, ha finito con lo spenderci migliaia di euro…

** “In fondo al suo cuore, ogni essere umano è un criceto,” mi disse una volta una persona saggia.

*** E sì: questo è un dettaglio autobiografico.

La Felicità A Fascicoli Settimanaliultima modifica: 2013-01-09T08:10:00+01:00da laclarina
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4 Commenti

  • Però, fino a qualche anno fa, le raccolte erano sopratutto estive. Ricordo con una certa nostalgia il tentativo – temo abortito – di pubblicare tutto Maigret. Io li comperavo al mare, fra luglio ed agosto.
    Mah, effettivamente certe raccolte sono inquietanti (santini da collezione, dvd del duce, gli orologi dei podestà, ci manca solo il Mein Kampf a fumetti e la camera a gas in stile Ikea) e il messaggio un po’ spiacevole. Anni fa, in treno, avevo davanti un signore che portava un orologio in finto oro, nel quale spiccava il profilo di Mussolini. Il tizio aveva una gamba di legno, o comunque “sifola”. Ecco, avrei voluto ricordargli che quell’uomo pelato l’avrebbe forse deportato in quanto portatore di handicap, e dunque avrebbe forse potuto scegliere meglio l’orologio da polso. Ovviamente mi sono trattenuto, perché sembrava un po’ “sifolo” anche dove si pettina al mattino.

    E però è proprio vero che il collezionismo può regalare piccoli momenti di spensieratezza. Io colleziono fumetti Disney dal 1982, e non me ne vergogno. Anzi, l’appuntamento seriale è molto piacevole.

  • La notazione musicale si può imparare da autodidatti.
    Se ci son riuscito io…
    D’altra parte non faccio testo – le uniche due volte che ho fatto raccolte a fascicoli ho contattato l’editore, ed acquistato tutta la serie in blocco a prezzo scontato dal loro sito, facendomi spedire il tutto a casa.
    Comunque i periodi per le raccolte a fascicoli sono tre – settembre con la riapertura delle scuole, gennaio con l’anno nuovo, e maggio-giugno col periodo estivo.
    Da un po’ di tempo è così.

  • Quando avrò un po’ di spazio, prenderò quei fascicoli per il modellino del vascello o del galeone spagnolo. Da piccino, ho seguito solo “Invenzioni e inventori”, e ogni settimana era una festa!

  • E a volte sembra che non risponda ai commenti, ma è solo perché non riesco ad accedere al mio stesso blog… *groan*.

    Ciò detto, sì: è del tutto vero che la piccola uscita settimanale fa felici – o, sospetto, queste faccende non avrebbero l’evidente successo che anno. E non è come se non avessi mai sperimentato.
    Però imparare la notazione musicale da autodidatti, a fascicoli o otherwise, richiede una determinazione che io non possiedo. Almeno non quando si tratta di notazione musicale, si direbbe. 🙂