Gen 23, 2013 - commercials    5 Comments

Potremmo Mostrarvi…

La musica è epica, l’Automobile Blu corre lungo un viadotto in cima a una diga da togliere il fiato. In quel certo tono che sopravvive solo nei trailer americani e nelle pubblicità delle auto, la Voce Narrante glossa:

Per dimostrare la sua resistenza, potremmo farla correre su un ponte senza fine…

Fade to un’inquadratura di un dettaglio dell’Automobile Blu, magnificamente illuminata di taglio sotto una pioggia rallentata.

Potremmo far vedere delle gocce che scivolano lentamente sulla sua carrozzeria…

Voce e musica sempre a un paio di passi dal drammatico. Zoom sul confortevole e tecnologico interno e poi… Fade to i quarti posteriori dell’Automobile Blu che si allontanano dalla camera lasciandosi dietro un turbine di foglie nel pallido sole autunnale, e poi via, su per le curve e i tornanti di una strada a picco sul mare.

Mostrarvela su una strada di montagna, per provare quanto è robusta…

Procede la Voce, salendo di una tacca sulla scala del dramma, mentre archi, ottoni e percussioni si fanno più serrati e più marziali. E d’altra parte, anche il montaggio si fa più serrato, così che passiamo al galoppo alla nostra Automobile Blu impegnata nella traversata di una vasta desolazione piatta.

Portarla nel deserto, per dimostrare la sua affidabilità. Per esaltare il suo carattere…

E qui la Voce arrampica decisamente sopra le righe e, semmai non ci avesse punti prima, questo è il momento in cui dovrebbe proprio pungerci l’uzzolo che non dobbiamo prendere sul serio tutto ciò. Tanto più che… fade again sulla nostra Automobile Blu parcheggiata davanti a uno sfondo di città, colline e luce del tramonto che, very oblingingly, splende dorata sulla carrozzeria. E da una parola all’altra, senza preavviso né provocazione, la Voce Narrante si fa carezzevole, quasi tenera.

Potremmo illuminarla con la luce del tramonto.

E poi… Zac! La musica s’interrompe bruscamente, si sente lo scatto di un interruttore e la scena cambia: l’Automobile Blu è parcheggiata in un algido garage bianco e nero, unica macchia di colore – col beneficio di un’illuminazione che la fa splendere e risaltare contro il neon dello sfondo.

Ma perché dovremmo?

Domanda la Voce Narrante, improvvisamente matter of fact, ma in una maniera complice e ironica.

Non c’è bisogno di dire altro. Nuova Dacia Sandero. Realizza i tuoi sogni a settemilanovecento euro. 

Eccetera eccetera. Ovvero, o Consumatore, tu non sei di quelli che si fanno incantare. La nostra Automobile Blu fa tutte queste cose, ma noi non te la contiamo su. La nostra automobile blu è resistente, bella, confortevole, tecnologica, robusta, affidabile, piena di carattere… in un modo che a una persona in gamba come te, o Consumatore, non può sfuggire. Oh, e costa anche poco. Realizza i tuoi desideri, o Consumatore. Noi facciamo sul serio, non te la diamo a bere e ti strizziamo anche l’occhio: la pubblicità delle auto è diventata un genere, perché non ci facciamo quattro risate insieme sui suoi props&trappings?

Praticamente metapubblicità – e la Dacia appartiene al gruppo Renault, e non è la prima volta che Renault rischia qualcosa con delle campagne fuori dagli schemi. Perché, ecco la confessione del mese, sono snob e ammetto di essermi chiesta quanto diffuso possa essere l’apprezzamento per una forma di pubblicità così obliqua. E l’unico commento sotto il video dello spot postato da Renault su YouTube sembra darmi ragione, visto che il commentatore chiede perché mostrino l’automobile così, se l’immagine non è rappresentativa. E d’altra parte, dei diciottomila e rotti visionatori, solo tredici hanno apprezzato abbastanza da cliccare “mi piace”…

Ma sono comunque deliziata dall’idea che qualcuno faccia della metapubblicità – anzi, a dire proprio tutta la verità, lo trovo incoraggiante e spero che l’Automobile Blu si venda molto sulla base di questo spot. Potrebbe voler dire che c’è speranza anche per la gente che si ostina a scrivere metaromanzi e metateatro?

 

Potremmo Mostrarvi…ultima modifica: 2013-01-23T08:10:00+01:00da laclarina
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5 Commenti

  • Sono felice che tu abbia riconosciuto la tua snob-beria 🙂

    Però non capisco perché fai pubblicità a tua volta. Lo so che è difficile descrivere una pubblicità senza nominare il prodotto, ma resta la sensazione che anche il tuo post sia pubblicitario.

  • A me è piaciuta. Mi era piaciuta anche la pubblicità della Duster, quella dove i due buzzurri si rifiutano di comprarla perché costa troppo poco. M’è piaciuta talmente tanto che m’è venuta voglia di comprarla, per fortuna mi sono ricordato che no: non è un SUV quello che voglio, anche se la pubblicità acchiappa.

    (E se ho resistito a uno spot che sembra fatto su misura per me, figurati se mi faccio fregare dalla Clarina 🙂

  • @ Simone
    Mi è venuto in mente un libro di Jakob Nielsen, web usability, che per la formazione del mio gusto è stato letteralmente fondativo.

    Nielsen non fa altro che riportare dei siti web di grosse multinazionali o piccole aziende o istituzioni, con tanto di foto e nome per esteso, spiegando cosa va e cosa non funziona.

    Se non fai così, se non usi gli esempi, è possibile solo un discorso vago e teorico. Ne ho consultati un po’ di libri e saggi simili, ne faccio volentieri a meno e mi terrei lo stile anglosassone di Clarina 😉

  • Anche a me è piaciuta un sacco, talmente tanto che ho dato per scontato che piacesse a tutti e i tuoi dati sconfortanti su youtube mi deprimono un po’.
    Le belle pubblicità, quelle oblique, come l’hai definita tu ottimamente, sono una delizia per me.
    Sì sono una di quelle che quando capitò tanto tempo fa la notte spot in cui per tutta la notte hanno mandato in onda spot dal mondo se li è visti tutti e apprezzo un sacco uno spot ben fatto, un po’ più sofisticato, che azzarda qualcosa.

  • Oh dunque, vediamo un po’. La pubblicità mi interessa come forma di scrittura. Una forma particolarmente manipolativa e, quando è ben fatta, efficace, perché deve condensare un sacco di cose in un tempo che fa dal mezzo minuto al minuto e mezzo in casi eccezionali. E però lo scopo unico di questa scrittura è quello di vendere un prodotto, per cui è impossibile analizzare la scrittura dello spot mettendo foglie di fico sul prodotto.
    Sì, ok, avrei potuto evitare di nominare la marca dell’automobile, evitare il link a YouTube – e sarebbe stata proprio una foglia di fico, perché tutti abbiamo visto lo spot in questione. Oltretutto, trovo che Renault meriti un plauso per la scelta di campagne, ma questo è un altro discorso.
    E comunque questa faccenda ha l’aria di richiedere un post, non un commento. Ne riparleremo.