Mar 6, 2013 - anglomaniac, Poesia    2 Comments

Nuove-Vecchie Poesie (In Numero di Cinquanta)

rudyard kipling, thomas pinney, poesie ritrovate, letteratura ritrovataA volte si è fortunati.

A volte si crede di aver letto proprio tutto quello che c’era da leggere di un autore che si ama – il che magari dà anche un senso di compiutezza, ma è triste pensare di non avere più nulla da scoprire. E le riletture, ne avevamo parlato, pur avendo il loro genere di fascino e di gioie, sono un cavallo di tutt’altro colore.

Non ho bisogno di dirlo: è un problema che riguarda i lettori di poeti (e prosatori) estinti. O ritirati, perché ultimamente si sentono autori che si ritirano, sostenendo di avere scritto tutto quel che avevano da dire. O pubblicato tutto quel che avevano da pubblicare – cosa molto diversa. Epperò, finché l’autore è vivo, la speranza c’è: magari cambierà idea, magari ci ripenserà, magari, magari… È capitato.

Ma se l’autore è defunto?

Be’, ci sono sempre le trouvailles.

Come Menandro, che si credeva perduto, e invece ogni tanto riaffiora a bocconi e spizzichi. E a volte anche meglio di così: se ben ricordo il Dyskolos ricomparve più o meno intero alla fine degli anni Cinquanta – dopo quasi ventiquattro secoli di oblio.

O come i juvenilia dei fratelli Brontë, tutto un piccolo corpus narrativo e poetico, scritto in caratteri minuscoli su quadernini cuciti a mano o sparso in centinaia di lettere, riemerso dalle carte della parrocchia di Haworth – largely ad opera di Juliet Barker.

E non cominciamo nemmeno con il Cardenio – il supposto Shakespeare perduto, che è come l’araba fenice: che ci sia ciascuno lo dice, e ogni tanto qualcuno sostiene di averlo ritrovato. C’è stato Theobald nel Settecento, c’è stato un grafologo nei nostri anni Novanta – peccato che non siamo affatto certi che il perduto Cardenio fosse di Shakespeare affatto, perché tutto quel che abbiamo è un’inaffidabilissima attribuzione della metà del Seicento. E d’altra parte la storia delle supposte trouvailles shakespeariane è variegata, pittoresca e lastricata d’infondatezze.

Ma tutto ciò è per dire che a volte succede, a volte si è fortunati.

E anche straordinariamente pazienti, determinati e abili, come Thomas Pinney, uno studioso americano, specialista di Kipling. Per anni Pinney ha razzolato per archivi navali, carte di famiglia, pacchi di lettere ritrovati, of all places, in un appartamento di Manhattan in ristrutturazione… E ha raccolto cinquanta poesie inedite. Cinquanta.

Per lo più sono componimenti degli ultimi anni, amarissimi, tesi, pieni di rabbia e disillusione, mille miglia lontano dal britannicissimo idealismo di If, o dai crepuscoli di The Recall. Non che Kipling sia mai un poeta particolarmente gioioso, ma l’ultimo Kipling è – non c’è altra parola – aspro. 

Domani le poesie riscoperte vedono la luce nella nuova Cambridge Edition of the Poems of Rudyard Kipling, tre annotatissimi volumi illustrati, con copertina rigida. 

Alas, i tre tomi (quattro kg e un po’…) sono inavvicinabili. Posso solo aspettare che Pinney decida di pubblicare i cinquanta new-found ancient poems in qualche forma un po’ meno proibitiva. Ho fiducia: prima o poi capiterà.

Nel frattempo posso sbizzarrirmi a immaginare come debba essere cercare, cercare, cercare e alla fine mettere le mani su un inedito ritrovato. Non vorreste essere stati al posto di Pinney? Io tanto…

E posso anche continuare a considerarmi fortunata: credevo di avere finito con Kipling – e invece c’è ancora qualcosa da scoprire.

Nuove-Vecchie Poesie (In Numero di Cinquanta)ultima modifica: 2013-03-06T08:10:00+01:00da laclarina
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2 Commenti

  • Ecco, non conosco le poesie di Kipling, in compenso ho appena scoperto T.A. Daly, e rido da un paio di giorni!

    GIUSEPPE, da barber, ees greata for ‘mash,’
    He gotta da bigga, da blacka mustache,
    Good clo’es an’ good styla an’ playnta good cash.

    W’enevra Giuseppe ees walk on da street,
    Da peopla dey talka, ‘how nobby! how neat!
    How softa da handa, how smalla da feet.’

    He raisa hees hat an’ he shaka hees curls,
    An’ smila weeth teetha so shiny like pearls;
    O! many da heart of da seelly young girls
    He gotta.
    Yes, playnta he gotta—
    But notta
    Carlotta!

    Scusa l’ot, ma dovevo pur comunicarlo a qualcuno 😀

  • 😀
    Ok, è chiaro che *devo* scoprire qualcosa su T.A. Daly…
    Grazie per la segnalazione.