Il Viaggio di Shakespeare

DaudetPoche cose mi rendono scettica come sentir descrivere un libro in termini di “non succede niente, ma è scritto così bene…” D’altronde, si sa, sono ossessionata dalla fabula. Per cui, se qualcuno mi avesse detto che ne Il Viaggio di Shakespeare di Léon Daudet “non succede quasi niente, ma è scritto così bene…” probabilmente non avrei sfiorato il libro in questione nemmeno con l’orlo della veste.

E avrei fatto malissimo.

Perché ancora non so se davvero non succeda niente (oddìo, fino a pagina 50 non abbiamo fatto molto più che attraversare la manica senza incidenti: non il più fulmineo degl’inizi), ma il linguaggio, il linguaggio… ah, il linguaggio! Gli squarci descrittivi, i personaggi tratteggiati di sghembo, il fluire dei minimi moti dell’immaginazione di Shakespeare! Questo William di vent’anni non pensa davvero: immagina. Non vede direttamente: tutto ciò che guarda passa attraverso la lente distorcente di una fantasia di poeta. E pensieri, mare, vento, ricordi, germi di personaggi si fondono in questo linguaggio iridescente, questa danza di ritmi cangianti. Absolutely dazzling.

Ecco il nostromo deforme, Calibano in boccio: “Solo ai suoi occhi, Fred oscurava l’estasi dorata della natura, il disco infinito, scintillante, azzurro e verde del cielo e dell’acqua confusi. Diventava lo spirito del male e del brutto, il destino rabbioso che sorveglia la culla dei bambini, i semi delgli alberi, i ciottoli che faranno la roccia, presagendo la loro distruzione nel germe stesso delle cose.”

Un temporale, anzi una Tempesta, giusto per movimentare il passaggio: “Il colore del mare era cambiato. Era nero come il cielo, attraversato da mobili strisce d’argento, perché il moto delle onde aumentava. La pioggia cessava di colpo per riprendere poi con maggior violenza e i lampi si succedevano senza tregua, in un frastuono assordante. Come uccelli d’oro, fendevano lo spazio. William ne osservava il volo furioso, la traiettoria fiammeggiante, la nascita, la morte e la traccia postuma del loro passaggio. Qualche volta una mosca azzurra, una scintilla violetta annunciavano questi grandi protagonisti, e lo scarto violento dell’aria sembrava infinito; a volte era un chiarore pallido seguito da un fremito dell’etere. Si manifestava così quella rabbia, cui corrispondeva quella delle onde, scosse, ritorte, attorcigliate, scarmigliate, in lunghe strisce e frange, in forma fantastica di cavalloni, tutta una galoppata di nebbia e di schiuma.”

Sì, lo so: oltre a Shakespeare stesso c’è Victor Hugo, qui, come nume tutelare. E devo dire che la traduzione di Donatella Dini è superlativa: tutto splende, barbaglia, crepita, luccica… devo assolutamente procurarmi l’originale e vedere da che cosa è partita e che cosa ne ha fatto.

La quarta di copertina dell’edizione Robin descrive questo libro come un romanzo picaresco, leggi “collezione d’incidenti”: William viaggerà per l’Europa raccogliendo impressioni destinate a dar vita ai suoi personaggi, e bisognerà vedere se, alla lunga, 365 pagine di questo reggeranno. Per ora, (nel senso della scorsa notte fino alle 3) mi accontento di essere dazzled.

Enhanced by Zemanta
Il Viaggio di Shakespeareultima modifica: 2014-03-21T08:03:00+01:00da laclarina
Reposta per primo quest’articolo

3 Commenti

  • Dato che di solito accade il contrario, cioè che le prime 50 pagine possano essere più lente e solo dopo un po’ la vicenda prenda il via, se mi dici che ti ha tenuta alzata fino alle 3 beh la curiosità me l’hai fatta venire sul serio.
    Potrei anche intrufolarmi in libreria e leggere che so le prime 30 pagine.
    Se solo amazon si decidesse a far leggere una preview non sarei costretta a questi biechi trucchi.
    Ammetto che una volta con questa storia del “solo le prime 20 pagine” mi sono letta metà libro e il giorno dopo l’altra metà.
    Ma ero all’università e ero tanto tanto povera… 😛

  • ehm il commento precedente era il mio…ammetto che questa volta il tuo blog mi ha colta davvero alla sprovvista…
    Persino i commenti anonimi adesso…ha proprio deciso di comportarsi bene.
    Speriamo sia costante!

  • Ah… 😀 Mi domandavo chi fosse l’Anonimo – ma forse hai ragione: se adesso accetta anche gli anonimi è divventato davvero tollerante. Speriamo bene…

    Per quanto riguarda la mancanza di preview, credo sia da addebitarsi più all’editore che ad Amazon, sai.
    Però questa storia del libro letto di straforo in libreria è bellissima. Però speigami: era un libro di dimensioni limitate o fai leggermente paura?