Ripassi, Ritorni & Nostalgie

Cover of "The Last of the Wine"

Ho letto The Last of the Wine (tradotto, credo, come Le Ultime Gocce di Vino), di Mary Renault, il cui protagonista, un fittizio giovanotto ateniese di buona famiglia ai tempi della Guerra del Peloponneso, è allievo di Socrate, amico di Platone e Senofonte, nemico di Crizia, soldato con Alcibiade e ribelle contro i Trenta con Trasibulo…

Buone frequentazioni e gran bel libro – di quelli che lasciano un nonnulla di book-lag una volta finiti. Capita, giusto? Ebbene, questo specifico libro però si è lasciato dietro anche qualcosa d’altro: una certa qual nostalgia per la Grecia classica… Quel mondo che ho studiato con un certo impegno e molto gusto per cinque anni quando ero una piccola ginnasiale e poi liceale. Quel mondo che poi ho poco meglio che abbandonato – con l’eccezione dell’occasionale romanzo storico*. Quel mondo che, pur sapendo che non era affatto così, non posso fare a meno di immaginare bianco e soleggiato…

Essì, nostalgia. Che devo dire?

Per fortuna è nostalgia di un genere che si cura facilmente. Intanto ho recuperato, a titolo di antipasto, la Storia dei Greci di Montanelli. Dietro aspettano in fila Plutarco, Tucidide, un dialogo socratico o due e l’Anabasi di Senofonte…

Poi naturalmente sono quei progetti che si fanno, perché il tempo è poco e i libri sono tanti, e le scadenze incombono. Ma insomma, la Grecia antica è lì che aspetta e fa cenni invitanti. Stiamo a vedere come e quanto riuscirò a rispondere. A parte tutto il resto, a suo tempo ho passato cinque anni a studiare la storia, la lingua, la letteratura, la poesia, la filosofia, la vita quotidiana e i miti di questa gente… Sotto più di un aspetto, sarà un po’ come tornare a casa – e in buona parte è stato così leggendo il romanzo: la sensazione di camminare per strade familiari e care. È stato bello passeggiare per questa Atene. Foss’anche solo per questo, grazie davvero, Ms. Renault.

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* E, se vogliamo, un tardo riflesso alla periferia di Annibale…

Ripassi, Ritorni & Nostalgieultima modifica: 2017-02-22T10:34:15+01:00da laclarina
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3 Commenti

  • Ti capisco, io non ho conservato un buon ricordo dei miei turbolenti anno liceali ma il mondo greco classico ha fatto breccia anche in uno studente svogliato com’ero io 😉
    Tanto da cedere e raccontare sotto forma di testo teatrale una storia un po’ apocrifa di Platone che illustra quell’epoca incredibile, quando si stava passando dall’oralità alla scrittura e molti se ne lamentavano. (Stiamo vivendo un’epoca similare ma chissà quando verrà studiata a fondo…)
    Questo per dire quanto sia potente il mondo greco e quanto sappia ammaliare anche i più reticenti come lo scolaro caciarone che ero 😛

  • Sia chiaro – non tornerei agli anni del liceo nemmeno dipinta a spruzzo – ma il fascino dell’antichità greca (e romana, anche se forse un filino meno)… ah! Un giorno o l’altro dovrò chiedere al mio amico L., che di mestiere fa lo psicologo, perché me la immagini sempre con il sole, questa antichità.

    That said, quel testo teatrale che dici suona molto, molto interessante. È stato mai rappresentato?

  • Per carità, a malapena è stato letto 😀
    Si intitola “Platone lo schiavo filosofo” e si diverte a prendere una urban legend classica – Dionigi che vendette il filosofo come schiavo – e ad immaginare se chi l’ha “comprato” non l’avesse riconosciuto. È soprattutto un’occasione per parlare di libri, editoria, passaggio alla scrittura e… pirateria! Mi immagino infatti una “copia pirata” di età classica 😛
    Questo è il link ma poi se sei curiosa ti mando una copia per mail 😉
    http://luciusetruscus.altervista.org/platone.htm