Bye Bye Profumo Dei Libri?

bye bye book? ebook, cartaceo e digitaleSabato ho seguito a distanza via Twitter parte di Bye Bye Book? – giornata di studi su ebook, self publishing e futuro dell’editoria tenuto a Empoli.

La faccenda è stata interessante anzichenò, con qualcosa di nuovo (specialmente in fatto di self publishing e biblioteche*), qualcosa di già sentito a Librinnovando e, se dovessi trovarci qualcosa di blu, direi che l’audio dello streaming non era di grande aiuto. Per fortuna c’erano i Book Bloggers di Ledita che, capitanati da Marta Traverso e Silvia Surano, twittavano forsennatamente a beneficio di noi gente lontana.

Epperò, perdonatemi, non è tanto dei contenuti di BBB che voglio ciacolare oggi, quanto di un certo chiasso twitteresco che si è prodotto attorno alla manifestazione e al suo hashtag #byebyebook. Per i non-cinguettanti, il termine hashtag indica una specie di parola d’ordine provvista di cancelletto che, inserita all’interno dei cinguettii rilevanti, facilita la vita a chi vuole seguire l’andamento di un discorso articolato su Twitter. Perché sì, su Twitter si fanno anche discorsi articolati – a 140 caratteri per volta.

Posso solo supporre che molta gente non segua questa procedura, però, e si limiti a pescare nell’elenco degli hastags più cinguettati e indignarsi sulla fiducia… perché non avete idea di quanta gente, nel corso della giornata, si sia scagliata contro BBB con cinguettii tra il fervido e il furibondo.

Vero è che il titolo era volutamente provocatorio, vero è che il fondamentale punto interrogativo è andato perso piuttosto presto nel cinguettante furore, ma ho difficoltà a credere che le schiere di annusatori di libri all’assalto avessero speso anche solo cinque minuti a rendersi conto di quel che si discuteva davvero a Empoli.

O forse invece la mia difficoltà è infondata – e allora andiamo assai peggio. In realtà non è come se non avessi fatto esperienza diretta dello sguardo tra inorridito e sprezzante di cui capita di venir gratificati quando ci si confessa e-lettori. Non so se vi sia mai successo: vi guardano come se vi sospettassero di organizzare biblio-autodafè nel giardino di casa – un incrocio tra Leone III Isaurico e il Capitano Beatty di Fahrenheit 451. E voi spiegate di avere tante belle pareti colme di libri cartacei che amate molto, che avete letto e leggete con piacere, che trattate con un rispetto ai limiti della venerazione – solo che avete anche un eReader, sul quale leggete tanti ebooks, e la lettura vi piace altrettanto, per non parlare della possibilità di portarvi in giro mezza biblioteca nella borsetta… bye bye book?, fahrenheit 451, ebook, cartaceo e digitale

Allora scatta la fase successiva, nota con la sigla MVM. “Ma Vuoi Mettere…?” vi chiedono. Vuoi mettere il piacere di un libro cartaceo? Vuoi mettere la copertina da accarezzare? Vuoi mettere il fruscio delle pagine? E, soprattutto, vuoi mettere il profumo di carta e inchiostro?

C’e gente che queste cose ve le dice con uno scintillio negli occhi, tra fanatico e sensuale, e voi non capite bene se i libri li leggano o ci facciano l’amore – e, ci crediate o no, sabato scorso, a commento di una giornata di studi in cui si discettava di apertura delle biblioteche alle nuove tecnologie, di differenza tra vanity press e self publishing, di open access e di evoluzione del ruolo dell’agente letterario, un sacco di gente cinguettava rabbiosamente in questi termini.

Altro che byebyebook! Niente di digitale potrà mai sostituire il piacere di un libro! Carta tutta la vita! I libri bisogna toccarli, annusarli, sentirli! Viva il profumo della carta! L’ebook mortifica il tatto e l’olfatto! Perdere il profumo della carta è come perdere una parte di noi! Semmai, bye bye ebook!!!

E non sto citando nessun tweet in particolare, ma vi riporto il sugo e il tono di molti di essi. Troppi di essi. E poi c’erano quelli che bollavano BBB come l’ennesima mock-battle cartaceo/digitale – ciò che non era affatto, ma che doveva sembrare, a giudicare soltanto dal lato Twitter.

can-newbook.jpegE non posso fare a meno di levare le sopracciglia davanti a questa sorta di resistenza anti-digitale arroccata sul profumo della carta… è questo l’unico argomento che hanno da opporre? Altra cosa di cui non posso fare a meno è pensare ai produttori di margarina olandesi che dieci o quindici anni orsono ottennero dalla Corte Europea di Giustizia l’interdizione a importare margarina belga** – che margarina era, ma in confezioni esagonali anziché quadrate, e i consumatori belgi erano abituati alla margarina quadrata…

Ecco, temo che a questi Odoratori del Libro*** sfugga del tutto il senso di quel che sta accadendo.

Nessuno nega il fascino del libro di carta, nessuno ne complotta con malvagità deliberata il tramonto, ma le cose stanno cambiando. L’editoria cambia, il concetto di pubblicazione cambia, le potenzialità per autori e lettori cambiano, la tecnologia cambia. Cambia anche la lettura? Non lo so. Non ho mai nascosto le mie perplessità di fronte agli enhancements – l’impressione che la lettura assistita sia un processo mentale diverso, e che la differenza tra un’edizione manuziana e un file .mobi sul mio Kindle non sia tanto radicale quanto quella tra il .mobi e l’enhanced ebook… Ma davvero mi domando se gli annusatori, con i loro perenni lai sul profumo della carta, non si accorgano di essersi attestati a difendere una linea che ha ben poco a che fare con la battaglia in corso.

Mal che vada, immagino, potranno consolarsi spruzzando Smell of Books prima di ogni sessione di lettura – e considerarsi fortunati, perché nessuna delle altre questioni in gioco avrà una soluzione pronta in lattina.

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* E qui volevo segnalare l’intervento di Luciana Cumino, dell’attivissima Biblioteca di Cologno Monzese, con la sua interessante storia di sperimentazioni e aperture alle nuove tecnologie.

** Or was it the other way ‘round? Sinceramente non mi ricordo…

*** Mi piacerebbe attribuirmi il merito della definizione, ma è del Dr. Dee, over at strategie evolutive.

Bye Bye Profumo Dei Libri?ultima modifica: 2012-03-26T08:10:00+02:00da laclarina
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6 Commenti

  • Certe cose accadono. E sono come le maree.

    Su anobii ci sono vari gruppi centrati sull’ebook. Ne conosco almeno tre e sono gruppi da 2000-3000 utenti ciascuno, molto attivi. Si scambiano ebook e consigli sugli e-reader. Curiosamente, le discussioni filosofiche scarseggiano.

    Poi c’è un gruppo, apparentemente come gli altri, ma la fondatrice lo ha aperto per “elaborare tutti i motivi per cui gli ebook fanno schifo”. Un gruppo di studio CONTRO gli ebook.
    Il gruppo ha 200 miseri utenti e nessuna attività. È sostanzialmente morto. Qualcuno capita là per sbaglio e inserisce un “Cercasi romanzi della Mazzantini” o simili. Non seguono risposte.

  • C’è troppo stupido talebanesimo spurio.
    Personalmente detesto quasi a livello fisico tanto i Profeti del Digitale quanto gli Odoratori della Carta (definizione non mia, tra l’altro, ma generata da quella cornucopia di intelligenza e follia che è il gruppo Moon Base in Facebook).

    Ho partecipato a convegni sull’editoria digitale in cui dotti accademici hanno lodato la flessibilità e la resilienza dell’incunabolo rispetto al testo digitale (I kid you not) ed in cui la qualifica di un geologo a discutere di libri venne negata con spocchia infinita (essendo il geologo, ovviamente, un rude mechanical che studia i sassi, e quindi anni luce dal mondo delle lettere).
    Dal versante opposto, sul mio blog ed altrove, mi è stato poi fatto notare che il brutto inutile scomodo libro cartaceo è morto, che l’unica lettura possibile è il digitale, e che col digitale i libri saranno finalmente gratis, e quei ladri degli scrittori dovranno finalmente trovarsi un lavoro onesto.
    Regalami il tuo libro, tanto ora te lo posso rubare.

    Curiosamente, nessuno* parla di contenuti.
    Nessuno sottolinea come libro elettronico e libro cartaceo abbiano in comune solo quella parola “libro”, che è sommamente fuorviante.
    Nessuno immagina libri digitali che sfruttino in pieno le potenzialità del digitale.
    Nessuno parla di editoria on demand, di recupero di testi fuori stampa da secoli, di ridefinizione del rapporto autore-editore-lettore.
    Tutti vogliono solo annusare le pagine, o rubare i file.
    O cercare di guadagnarci alle spalle dei gonzi.

    Più si cambia…

    * è retorico, naturalmente.

  • Sono perfettamente d’accordo con questa tua lucidissima analisi. Le polemiche sollevate da quelli che brillantemente definisci “annusatori di carta” sono davvero sterili. Già mal digerisco i sostenitori del vinile, che pure hanno le loro ragioni, considerando che in effetti nell’ambito musicale una differenza sostanziale esiste tra analogico e digitale, poi “vuoi mettere il disco” come oggetto eccetera eccetera. Massimo rispetto ovviamente per queste posizioni che, ripeto, comprendo più di chi odia gli ebook. Se è per questo anche i film li preferisco al cinema, ma non evito certo di guardarli in televisione. Anzi, senza televisione quanti grandi film mi sarei perso! Insomma, si potrebbero fare tanti esempi del digitale in altri contesti, ma il testo è oggettivamente quello che meno risente della conversione al digitale. So soltanto che con il digitale posso leggere di più (anche se molti editori sono ancora scorretti con i costi degli ebook e remano contro la sua diffusione). Poi magari il libro del mio autore preferito lo compro di carta e lo metto nello scaffale. Perché no.

    Sono d’accordo anche con il commento di Davide Mana, quando scrive che nessuno parla della “ridefinizione del rapporto autore-editore-lettore”.
    Questo è un punto davvero importante, soprattutto in riferimento al self-publishing. L’ebook, a differenza di un libro cartaceo, è un vero e proprio software e come tale può subire a “costo zero” miglioramenti, variazioni ecc. anche dopo la sua distribuzione. I lettori e gli autori potrebbero quindi stabilire un rapporto diretto, diverso dal classico autore > editore > lettori. Questi ultimi potrebbero fornire all’autore suggerimenti, critiche e segnalazioni. L’autore potrebbe farne tesoro per correggere, revisionare e ridistribuire una nuova stesura del romanzo, del saggio ecc. L’editore potrebbe entrare in gioco in una fase successiva, avendo tra l’altro già alcune garanzie sulle potenzialità del testo sotto il punto di vista commerciale. Ho ovviamente banalizzato un discorso complesso, ma che credo meriti una maggiore attenzione.

  • @Andrea: appunto. Se ne *deve* discutere, perché è importante – solo che non lo si fa. Sigh.

    @ Davide: e quando qualcuno prova a discuterne, gli piombano addosso diluvii di rapsodie sul profumo della carta… Certe volte sembra di essere tornati a quelle orride assemblee d’istituto al Liceo – quando, quale che fosse l’argomento in discussione, nel giro di mezz’ora si degenerava invariabilmente in barricate opposte di gente che ululava “Fascisti!” da un lato e “Comunisti!” dall’altro…

    @Antonio: e in effetti il discorso è così complesso e così pieno di potenzialità… spiace vedere la guerra di trincea anziché discussioni, pensiero e idee.

  • Odio i libri elettronici

  • @ui76r: ok, li odi. E…?