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Piccolo Bollettino Diurno

Il Chi È Chi si sta risolvendo quasi da solo…

Quasi.

Quindi ormai questa bacheca su Pinterest è più affollata di quanto sia strettamente necessario.

E tuttavia sapere che cosa sono i personaggi, e non chi, ha il suo genere di fascino. Ma d’altra parte, you know, parliamo di teatro, e di una situazione in cui c’è tutto il margine di manovra che si vuole: per una volta, efficacia batte rigore storico senza nemmeno pensarci troppo…

O quasi.

Perché voglio dire, in realtà, dovendo scegliere tra due soluzioni parimenti efficaci, quale miglior criterio della plausibilità storica? 

E se state pensando che ci sono ricascata, è possibile che non abbiate tutti i torti.

Oh well. Magari ne riparleremo.

PBD

Visto, qui a sinistra?

Il contaparole nuovo, quello rosso?

Teatro – tanto per cambiare. Ve l’avevo detto che ho intenzione di concentrarmi sul teatro fino alla fine dell’anno?

Ecco. Per ora ci sono qualche centinaio di parole e un Who’s Who più intricato del previsto su una lavagna di sughero – ma abbiamo iniziato e tutto va bene.

Wish me luck. Vi terrò informati.

Scrivendo Teatro: Dieci Considerazioni Di Ordine Pratico

Sì, lo so: ve l’ho già detto ieri sera.

Ho fatto un PB apposta per mettervi a parte del fatto che ho finito il mio play-che-non-è-un-play.

Quindi questo post non è un annuncio, però contiene un po’ di considerazioni in fatto di scrittura, stupidità generale, piccole perfezioni, scoperte, Pinterest, le morte stagioni e la presente e il lavello di cucina.

Cominciamo?

1) Una volta di più, non c’è niente di basso, materiale e meschino nelle commissioni – anzi. Non solo le commissioni non sono il Male, ma nella maggior parte dei casi offrono magnifiche possibilità. Vi si chiede di scrivere qualcosa su cui non siete certi di avere granché da dire, o su un argomento a cui non avete mai dedicato molta ginnastica neuronale, o in un genere/campo che non v’interessa molto o non vi piace nemmeno granché*… Voi accettate per una o più buone ragioni e poi, o mentre ci strologate su o mentre state già scrivendo, vi albeggia in mente che diamine! questa è l’occasione per parlare di quel tema che avevate in mente da tempo, o per esplorare quella tale tecnica, o per introdurci quel personaggio che v’intriga ma non avete mai saputo dove piazzare… E in linea di massima, più credete di essere fuori dalle vostre corde, più scoperte fate.

2) Parallelismi, simmetrie, giochi di prospettiva, tagli inattesi, specularità, rifrazioni, strati di sottotesto e complessità strutturali e concettuali di varia natura non sempre si presentano al primo appello. Però in compenso si divertono un mondo a saltare su a danze iniziate – proprio dove servivano, proprio dove nemmeno sapevate di volerle, e perfette oltre ogni dire. E sì, lo so, è il subconscio che lavora per bene, e se dice che ci vuole Salgari è molto probabile che abbia ragione, per poco che a me Salgari piaccia. Sto imparando a lasciarli fare a lui, gli inviti.**

3) Al mare si scrive bene. Ma proprio bene. O forse era solo questione di essere via da casa per qualche giorno. Perché mi rendo conto che è perfettamente ridicolo scapicollarsi a scrivere “via” da un’enorme casa fresca, silenziosa e provvista di un’abbondanza di alberi… e però non c’è niente da fare. Qui non riesco a nessun patto a scrivere come ho scritto al mare. Be’, c’è sempre il problema di Internet, che è un pozzo di informazioni e una dannazione al tempo stesso. Ma c’è anche la vita quotidiana che fa del suo meglio per sconfinare. E magari non è che al mare non riesca a raggiungervi, ma non ci riesce altrettanto bene.

4) Quando ho cominciato a rimuginare questo progetto, una delle prime cose che ho fatto è stato di creare una bacheca su Pinterest. E sì, l’avevo già fatto in precedenza, ma questa volta ha funzionato meglio. Non so se ho lavorato meglio io o se il progetto fosse più adatto, o se abbia trovato immagini migliori – ma fatto sta che è stata utile. Quanto meno, alcune idee da decenti a buone sono zampillate mentre appuntavo immagini, suggestioni, colori e l’occasionale citazione. Il che, a ben pensarci, è un terrificante alibi per la peggior forma di procrastinazione – quella che vi dà l’impressione di fare qualcosa di non del tutto inutile – but still.

5) Sono, sappiatelo, sei tipi di idiota. Sei tipi misti assortiti. E la cosa peggiore è che non imparo mai. Domenica pomeriggio, in un momento di idiozia pura, sono riuscita a cancellare 5500 delle 8000 e qualcosa parole della seconda stesura. Lo ripeto: avevo quasi finito la seconda stesura e ne ho cancellato più di due terzi. Non sono ancora praticissimissima di Scrivener, e quindi non so nemmeno troppo bene come ho fatto – il che è allarmante in un modo tutto suo – però mi si dice che potrei lavorare per i Servizi, perché come cancello del testo io non è cosa di tutti i giorni. E naturalmente non è come se avessi fatto il backup. L’ultimo risaliva al completamento della prima stesura… Immaginatevi: gloom, doom, despair, furore tremendo, riscossa, pasti saltati, notti in bianco, improperi&imprecazioni, molte ore di duro lavoro, et multa caetera similia. Per fortuna ho una famiglia comprensiva e una buona memoria. 
Adesso come adesso salvo continuamente e faccio backup due o tre volte al giorno, ma mi conosco: quanto durerà? Sei tipi d’idiota, remember? E dei sei, almeno uno è l’idiota patologicamente recidivo.***

6) A un certo punto, dando la caccia a una citazione, ho finito col rileggere le prima sessanta o settanta pagine di Lord Jim. E, come tutte le volte, mi ha bouleversée. Cosicché all’avvilimento dovuto all’incidente del n° 5, si è aggiunta una di quelle crisi, sapete come funziona: Che Diavolo Credo Di Fare? Come Se Potessi Mai Pensare Di Raggiungere Questi Vertici Di Intensità E Finezza – O Almeno Qualcosa Di Simile! E dopo sapete come prosegue: ci si grogiola un pochino  in una crisi di Dubbi, ci si fa un’altra tazza di tè, ci si rannicchia nella poltrona adatta, a sospirare semitragicamente con la tazza di tè in mano e la musica adatta. E la musica è importante, perché quando raggiunge il suo climax, ci si morde un labbro, si appoggia la tazza, si riprende il computer e ci si rituffa nel duro lavoro.

7) Musica, dicevo. Ah, la musica adatta. Sono abbastanza abituata ad ascoltare musica mentre scrivo, ma stavolta – come per Pinterest – per qualche motivo ha funzionato meglio del consueto. Una combinazione di Debussy, Vaughan-Williams, Britten e Roylance. Tutto molto marinaro, tutto molto appropriato. Ha fatto da sfondo, da luci e da musica di scena per le prove nel Teatro Immaginario. E non credo proprio che la cosa avrà alcun seguito pratico quando il play andrà in scena per davvero, ma fa parte di quelle cose che non vanno tradotte tra la pagina e il palcoscenico. E anzi, forse vale la pena di chiarire che…

8) Il Teatro Immaginario non è un’eccentricità – e, per una volta, nemmeno una forma di procrastinazione. È una tecnica che personalmente trovo piuttosto efficace, e che consiste nel immaginare in scena quel che si scrive. Immaginarlo nel modo più concreto possibile, completo di voci, regia, luci, costumi e, se del caso, musica. Tenendo ben presente che, nella maggior parte dei casi, poi non è affatto così che succederà. E per lo più è un bene. Oh, e funziona molto bene anche con la narrativa – per la quale si può scegliere tra teatro immaginario e cinema immaginario.

9) Per andare da Oràtow (nell’Ucraina polacca) a Marsiglia nel 1878, usando una combinazione di carrozze e treni, si impiegavano cinque o sei giorni. A scoprire che per andare da Oràtow (nell’Ucraina polacca) a Marsiglia nel 1878, usando una combinazione di carrozze e treni, si impiegavano cinque o sei giorni si possono impiegare parecchie ore ma poi, internet essendo ciò che è, ci si arriva. Il guaio è quando ci si accorge, dopo averci impiegato tutte quelle ore, che la battuta che contiene l’informazione appesantisce inutilmente il dialogo. Non serve. E vi dite che avreste potuto pensarci prima di impiegarci tutte quelle ore, e che adesso lo sapete ed è un peccato non metterne a parte il pubblico… Ma in realtà al pubblico non interessa un bottone sapere quanto ci si mettesse ad andare da Oràtow a Marsiglia nel 1878. Al pubblico interessa che i dialoghi funzionino bene – o, più ancora, il pubblico si accorge benissimo di quando l’orario ferroviario interferisce con il funzionamento dei dialoghi. E allora si taglia spietatamente la battuta e si mette da parte la durata del viaggio. Magari servirà altrove. Magari nell’altra versione…

10) Quale altra versione, o Clarina? Eh… Il fatto si è che questo play non è davvero un play. Serve per una lettura drammatica e, di conseguenza, è molto parlato. Però questa storia potrebbe essere raccontata molto diversamente, con abbondanza di Cose Che Accadono In Scena. È il motivo per cui, dopo avere finito la mia prima stesura, mi sono messa di buzzo buono e, in un giorno, ho buttato giù tre scene complete di… be’, di un’altra versione. Una versione in cui le Cose Accadono In Scena. Segno che, come tende ad accadermi, con questa storia non ho ancora finito.

Però ho finito per il momento. Così ieri sera ho festeggiato con un gelato a lume di lanterna (una lanterna decorata a velieri), e poi ho riguardato il musical de Le Due Città, just because. Adesso lascio riposare per qualche giorno, poi dò un’ultima lucidatina e poi consegno alla compagnia.

Ed è allora che il gioco comincia per davvero…

_________________________________________________

* Quest’ultimo non era assolutamente il caso, stavolta, ma è capitato.

** Essì, insalata di metafore. Non è come se stanotte avessi dormito un numero sufficiente di ore…

*** Magari una volta o l’altra vi racconterò le mie catastrofi miliari.

Ago 1, 2013 - scribblemania, teatro    6 Comments

Piccolo Bollettino Trionfale

Rejoice with me! seconda stesura

Ho finito Acqua Salata e Inchiostro.

Con catastrofe informatica nel mezzo – ma ho finito.

Ottomilatrecentoottantuno parole.

Più del previsto, ma va bene così.

Finito finito finito.

Ah.

Lug 25, 2013 - scribblemania, teatro    Commenti disabilitati su Piccolo Bollettino Serale

Piccolo Bollettino Serale

seconda stesuraE non vi fate idea di come proceda bene la seconda stesura di Accqua Salata & Inchiostro

No, davvero.

Oggi è germogliata una simmetria interna che avevo inserito senza nemmeno farci troppo caso, e lasciato un po’ lì in un angolo – e invece si presta a cose interessanti.

Adoro quando fa così…

Lug 20, 2013 - scribblemania    4 Comments

Piccolo Bollettino Furibondo

Non andiamo bene.

Nemmeno un po’. Davvero.

Dacché sono tornata a casa non faccio altro che procrastinare.

Come diavolo è che al mare scrivevo, scrivevo e scrivevo tutto il giorno, e invece a casa no?

No, dico: l’altra mattina, piuttosto che niente, mi sono messa a riordinare la cartella della posta in entrata. E non ho ancora nemmeno ricominciato sul serio con Pinterest, ma mi rendo conto che è solo questione di tempo prima che il Pozzo delle Ore Perdute finisca con l’inghiottirmi…

Furore tremendo.

Lug 17, 2013 - scribblemania    3 Comments

Seaside Writing Week – Bilanci E Decisioni

Rieccomi. Sono tornata.

Non sono abbronzata per nulla perché, a parte otto km di nordic walking al dì, la mia settimana di mare l’ho passata a scrivere sotto l’uno o l’altro portico dell’albergo…

E in effetti ho scritto.

– Ho finito la prima stesura di Acqua Salata & Inchiostro – cui a questo punto potrei anche cominciare a strologare un titolo definitivo.

– Ho buttato giù un paio di cose brevi in vista di altrettanti concorsi cui mi piacerebbe partecipare, Oltretinozza.

– Ho, in quello che posso solo qualificare come un momento di felice follia, messo insieme in un giorno e mezzo una cosa della cui destinazione non ho ancora bene idea. Potrebbe essere un quarto di un play in due o tre atti – oppure potrebbe essere metà di un atterello unico. Dipende. Vedremo. E per il momento è in Inglese.

– Ho fatto alcuni seri progressi con la terza stesura di Mercutio (titolo provvisorio), quell’altro play di cui forse avevamo parlato…

– Ho scritto quasi quattromila parole di fantasmi. In un giorno. Una scena quasi completa, un pezzo di un’altra e un diluvio di appunti dettagliati per una serie di scene a venire.

E sono giunta a una conclusione.

Non una conclusione che mi piaccia terribilmente, badate bene – ma nondimeno una conclusione.

E la conclusione si è che a volte viene il momento di smettere di ostinarsi.

Perché non c’è niente da fare: per quanto mi piaccia in concetto, questa storia non funziona.

Il funzionamento dell’Oltretomba scricchiola, la trama si è malinconicamente allascata al centro, dopo cinquantamila parole la voce narrante ha ancora la flessibilità di una traversina ferroviaria – e onestamente non vedo come potrebbe essere altrimenti, visto come le cinquantamila parole in questione sono state scritte a bocconi e spizzichi. Per di più, voglio e non voglio dare un punto di vista a un altro personaggio e comincio ad essere un po’ stanca del ristrettissimo schema di colori che mi sono data per la maggior parte della storia.

E se non bastasse, ho riletto un po’, sabato pomeriggio, e che devo dire? Le parti che mi piacciono di più sono quelle in cui K., il mio protagonista, è vivo. E non so, ma per una storia di fantasmi non mi sembra promettentissimo, vero?

A parte tutto il resto, non credo che sia un caso se, dopo la prima felice writing week in cui sono arrivata fino alla morte del protagonista, questo romanzo ha portato la mia capacità di procrastinare a nuove vette di raffinatezza.

E così ho deciso di metterli da parte, i miei fantasmi.

Indefinitamente.

E non è detto che questo significhi “per sempre”. Non è detto che prima o poi non la riprenda in mano, questa storia, perché l’ho detto: mi piace davvero tanto. Ha tutto per piacermi. Dovrebbe essere perfetta per me. Solo che ho l’impressione di girare in tondo senza arrivare da nessuna parte, e nel frattempo ci sono parecchie cose (per lo più teatro) che dovrei e/o vorrei scrivere, ma finiscono sempre rimandate perché prima devo finire i fantasmi – e questo, ne converrete, non è una buona cosa.

Per cui credo proprio che fino alla fine dell’anno mi dedicherò seriamente al teatro. Se nel frattempo mi verranno in mente idee, possibilità, folgorazioni o altri uzzoli ectoplasmatici, li annoterò nel file apposito, per lasciarli a fare talea.

E poi si vedrà.

E sono davvero tutt’altro che contenta di questo sviluppo, ma forse – forse – sono un pochino sollevata.

Lug 13, 2013 - scribblemania    2 Comments

Piccolo Bollettino Ermetico

Al volo, solo per dire che l’aria di mare giova.

Sto scrivendo in abbondanza e con soddisfazione.

Ma non proprio… er. Voglio dire, non… è che… well.

A., non lanciare oggetti pesanti: è stata una deviazione.

Ecco.

Ne riparleremo.

Lug 11, 2013 - scribblemania, teatro    1 Comment

Piccolo Bollettino Marittimo

Eccomi qui, dopo tutto…

Compaio rapidamente – vi direi di fare conto che questo post sia in alfabeto Morse, se non fosse che non si usa più…

But never mind: ricompaio rapidamente per rendervi partecipi del fatto che martedì ho finito la prima stesura di Acqua Salata & Inchiostro.

E sì, sono andata oltre i limiti che mi ero prefissata, e il conto provvisorio è di 7761 parole.

Potrei dire che queste cose succedono, che me l’aspettavo abbastanza – potrei dire molte cose, ma limiterò a dire che non è un guaio particolarmente grave.

Per il resto, tutto va bene, il tempo è bello, il vento di mare è delizioso, ho a disposizione non uno, ma due bellissimi porticati bianchi e blu per scrivere e stamattina mi rimetto al lavoro sui fantasmi.

Credo.

E adesso torno a scomparire dal radar.

Post a parte, ci risentiamo il 16.  

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