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Ott 13, 2012 - elizabethana, scribblemania    Commenti disabilitati su PBN

PBN

Neanche una parola in senso stretto – ma ho ripreso in mano piani e progetti, ne ho rivoltato una parte come un guanto e la cosa comincia a prendere una forma non del tutto implausibile.

E la cosa pittoresca si è che l’altra mattina mi sono svegliata con l’impressione di dover usare riguardo all’occhio destro, che fa male non a me ma al mio protagonista.

Per quanto possa suonare squadrellato, credetemi se vi dico che è un buon segno.

Ott 10, 2012 - elizabethana, scribblemania    4 Comments

PBN

Milletrecentoquarantuno.

E di queste, ottocentoottanta e rotte le ho scritte arrampicata su una scala durante una sessione di prove di teatro.

È evidente che la mia partecipazione alle prove in questione è stata alquanto nominale, ma sono soddisfatta di poter dire che riesco ancora a scrivere nel mezzo di una notevole confusione.

E, pur con margine di miglioramento, la scena è angosciosa e claustrofobica quasi al punto giusto.

PBN

Trecentocinquantatre parole.

Non precisamente un treno merci, ma come suol dirsi: piuttosto che niente…

Il problema è che, pur sapendo che alla fine di questa scena deve farsi vivo un fantasma (oh, the pun!), continuo a cambiare idea su chi di preciso debba essere…

Oh… 

Oh…

Oh!

Potrei avere avuto una piccola illuminazione sur-le-camp. E se dapprincipio non fosse chiaro di chi si tratta? Se fosse solo una pallida forma in distanza eccetera eccetera? 

Hm, l’idea mi solletica. Slow revelation, and all that

 

Parliamo Di Numeri

Avrete notato che i Piccoli Bollettini – notturni, diurni e tutto quanto – si sono diradati.

Che devo dire? Non è come se scrivessi a carrettate, ultimamente. E qui potrei lanciarmi in alti lai sul Blocco dello Scrittore – ma non lo faccio, e invece vi mando a leggere un articolo sull’eterodosso psichiatra junghiano che sblocca gli sceneggiatori holliwoodiani. È improbabile che la lettura vi sblocchi, ma è pittoresca.

Invece vi metto a parte dei rimuginamenti indotti in proposito da un commento lasciato qui su SEdS.

Posso darti un suggerimento stupido? Smettila di contare. Se continui a contare, pensi di più ai numeri che non a quello che devi scrivere…

Ho considerato la questione, perché riconosco l’esistenza del rischio di scrivere come se si fosse a cottimo. Ma, dopo accurata considerazione, sono giunta a concludere che non è così. Che i numeri non sono una distrazione o una forma di paraocchi, ma parte del mio metodo.

E guardate, lo dico con una certa meraviglia perché sono davvero poco portata, e in via generale non riesco a contare nulla con un minimo di precisione. Eppure i numeri fanno parte del mio metodo in almeno due modi.

Da un lato, scoprire la possibilità di misurare ciò che si scrive in parole* è stato non poco liberatorio. Esiste un criterio semplice e convenzionale – per stabilire la lunghezza di pagine, capitoli e storie, e non devo occuparmene io. Eugé.

Sto facendo quel che devo fare all’interno della scena? Sto perdendo troppo tempo in convenevoli? Ho spazio per una piccola deviazione? Mi sono lasciata prendere la mano da una discussione sui massimi sistemi? Una rapida occhiata al contatore e so con ragionevole certezza se sono ancora sul sentiero che mi ero prefissa o sono andata per prati. E i numeri assomigliano a quel che dovrebbero essere, non ho bisogno di fermarmi a chiarire i dubbi. 

Poi è ovvio che le prime stesure sono prime stesure, e ci si allarga, si eccede, si ricama, si arriva alle questioni importanti non in linea retta ma di arabesco in arabesco… In prima stesura non mi sento obbligata ad essere tremendamente rigorosa – dopo tutto, per condensare c’è la revisione. Però a livello tattico avere una vaga idea di quanto si sta bighellonando per iscritto è già qualcosa. O almeno lo è per me.

E poi c’è l’altra questione, quella dei bollettini, del wordometer, dei conteggi serali. Questa è più strategica. Durante la WW mi ero prefissa un certo numero di parole in una settimana ed era importante vedere se stessi tendendo il ritmo. Adesso che non ho più questa scadenza, i numeri sono semmai ancora più utili come metodo anti-procrastinazione.

Se non ho una scadenza, è più facile che, invece di scrivere, mi metta a far lanterne. Se non c’è una scadenza effettiva, posso sempre fissarmene una da sola. Una versione tascabile della scadenza è un wordcount quotidiano, magari piccoletto. Raggiungere il wordcount è di soddisfazione. Superare il wordcount è di soddisfazione maggiore. 

È un fatto: se conto procrastino meno. Non è che smetta miracolosamente di procrastinare da un giorno all’altro, ma le cose migliorano abbastanza perché lo possa considerare un buon metodo.

E tuttavia, lo dicevo, la ragionevolezza di un bollettino quotidiano comincia a sembrarmi un pochino dubbia, per cui… Non so, per ora ho smesso di postare quando non scrivo affatto**. Probabilmente posterò un bollettino la prossima volta in cui scriverò qualcosa – perché, visto come stanno andando le cose, sarà un avvenimento degno di menzione. 

Dopodiché staremo a vedere, ma per contare, si conta.

____________________________________________________________

* Scoperta avvenuta a Cardiff, la prima volta in cui mi è stato richiesto un essay di 2000 parole. E posso anche confessare di avere consegnato il mio primo essay di diritto CEE scritto a mano, contando le parole e annotando i numerini a matita sui margini del foglio. Se avesse potuto, il mio tutor mi avrebbe tirato il collo.

** Come ieri: nemmeno una parola. Però ho fatto due lanterne di cui non sono del tutto insoddisfatta…

Ott 4, 2012 - scribblemania    2 Comments

Piccolo Bollettino Notturno

E sono lieta d’informarvi che dopo sei giorni di siccità completa, oggi finalmente sono piovute 737 parole.

Non molte, d’accordo, e forse anche un po’ dissennate, perché non è che abbia risolto tutti i miei problemi di centro cascante, ma se non altro, invece di starmene seduta a lamentarmi per iscritto, sono stata seduta a scrivere qualcosa di vagamente costruttivo.

Magari non è un granché, ma di sicuro è un miglioramento.

E forse sarebbe andata anche meglio se alla gatta non fosse parso il caso di rendere la serata memorabile producendosi in un attacco epilettico…

No, dico sul serio. Davvero.

But never mind: 737 parole.

Ecco.

Ott 3, 2012 - scribblemania    2 Comments

Piccolo Bollettino Notturno

Sto procrastinando in modi di cui non mi credevo capace…

C’è qualcosa che non va con la parte centrale della storia e direi che non riesco a venirne fuori – se non fosse che in realtà non mi ci sono applicata sul serio in tutto il giorno.

Che rabbia.

Il momento migliore della giornata è stato vedere un titolo sulla stampa locale che parlava della stagione teatrale “da Shaw alla Prezzavento”…

Il che è molto carino e assurdamente lusinghiero, ma non toglie che sia un tantino bloccata.

Come dicevasi poco più sopra: che rabbia.

Ott 1, 2012 - scribblemania    2 Comments

Piccolo Bollettino Notturno

E così mi sono scritta in un angolo.

Non so come ho fatto. Mi sembrava di avere progettato le cose per bene, e invece si direbbe che fosse rimasto qualche incastro un po’ dubbio. E ci sta filtrando dentro tanta acqua da allagarci la Val Pusteria, e per quanto mescoli le metafore, sono sempre chiusa nell’angolo.

Sto cercando di arrampicarmene fuori, ma fin qui non è che funzioni proprio alla meraviglia.

Doom, gloom e infelicità varia assortita…

Forse mi ci vuole un quadratino di cioccolato fondente.

Set 29, 2012 - scribblemania, teatro    4 Comments

Piccolo Bollettino Notturno

Oggi niente.

Nemmeno una parola.

Non è che non ci abbia pensato – e ho preso appunti sul mio taccuino nuovo, perché non c’è nulla di più perso di un appunto non preso.

Ma la giornata è stata inghiottita completamente da Bibi e il Re degli Elefanti. E dalla commemorazione del mio mentore.

E dopo sono stata a cena con la compagnia, e abbiamo brindato. Ripetutamente. E fatto progetti per il futuro. Un futuro comune.

Per cui, qualora ve lo chiedeste, la risposta è dodici.

E magari non è che sia al massimo della lucidità.

Ecco.