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Libri d’Infanzia

lullabyeland1.jpgUna spedizione in soffitta ha riportato alla luce il libro più amato della mia prima infanzia: Mimmo nel Paese della Ninna Nanna.

Il libro era già vecchio quando io ero piccina: prima che mio era stato di mia madre e di mio zio, che avevano colorato con le matite le illustrazioni in bianco e nero. Fra tutti e tre dobbiamo avergli fatto fare parecchio servizio, povero librino: ha perduto la costa e la copertina posteriore, ma la rilegatura cucita era di buona qualità, visto che è perfettamente solida. Non so dire quale sia stato il mio ruolo in tutto questo tear&wear, ma mi pare di ricordarlo così fin da allora, quando mi sembrava un libro enorme e abitava in uno scaffale specialissimo della libreria…

Ero affascinata dall’atmosfera sognante e surreale, dai colori meravigliosi dei cieli stellati e delle colline di coperte imbottite, e forse più di tutto dall’Uomo del Sonno, che faceva addormentare tutti con la sabbia magica del suo sacco. Fosse stato per me, me lo sarei fatto leggere e rileggere (e poi l’avrei letto e riletto) all’infinito.

Per fortuna, la mia meravigliosa nonna aveva idee diverse: al Paese della Ninna Nanna si accedeva soltanto in occasioni particolari, lontane tra loro, alcune rituali (attorno al mio compleanno, per esempio), altre del tutto inaspettate, in premio per qualcosa, quando c’era bisogno di consolazione o magari per coronare una giornata perfetta. Nonna aveva molti talenti, tra cui quello di rendere unici posti, situazioni, momenti e… libri. Era lei a popolare il nostro giardino e gl’immediati dintorni di personaggi fiabeschi (per esempio, lo sapevate che l’Uomo del Sonno si procurava la Sabbia Magica nel nostro orto, nell’aiuola dei carciofi, e solo nel breve periodo in cui Nonna ne lasciava fiorire qualcuno?), era lei a mescolare, intrecciare e cambiare le storie che mi raccontava, e a incoraggiarmi a fare altrettanto, era lei a trasformare persino un’attesa dal veterinario in un’avventura, era lei a insegnarmi che sono l’unicità e la caducità a rendere preziose le cose. E’ stata lei – con l’attiva collaborazione dell’allora non ancora Colonnello – a fare di me una scrittrice.

Ma torniamo a Mimmo nel Paese della Ninna Nanna. Ho fatto qualche piccola ricerca in rete, scoprendo che il libro, originariamente una Silly Simphony di Walt Disney, è stato edito in Italia da Mondadori nel 1944*. Non sono riuscita a scoprire l’autore della deliziosa, tenera traduzione, e sarei grata a chi me lo sapesse segnalare. Ci sono trentotto illustrazioni, circa un terzo delle quali a magnifici colori. Quelle in bianco e nero sono state colorate a matita – suppongo da mio zio e mia madre, perché io sono sempre stata incapace di colorare “dentro i bordi”. Ci sono anche alcune canzoni con musica e testo – tratti, suppongo dal cartone animato originale.

Ho sfogliato per bene, riletto da cima a fondo, guardato le illustrazioni una per una, ritrovato l’Albero dei Piumini da Cipria, Fido il Cane di Pezza, il Giardino Proibito, i braccialetti tintinnanti della mamma e naturalmente il mio vecchio amico: l’Uomo del Sonno. Adesso il libro prenderà posto in uno scaffale della libreria, da cui uscirà molto raramente, in obbedienza ai vecchi e saggi principi. Perché sono certa che, se tanti anni fa avessi avuto il permesso di guardarlo ogni giorno, ritrovare questo libro adesso sarebbe stato molto meno emozionante.

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* Il che implica un piccolo mistero famigliare, visto che una pagina riporta un’annotazione di una cugina, datata 28 marzo 1937!

Apr 25, 2010 - Spigolando nella rete, Utter Serendipity    Commenti disabilitati su Personaggi In Fieri

Personaggi In Fieri

Dalla Provincia Granda, e oggi niente musica, ma personaggi.

Troppo lungo spiegare come mi ci sono imbattuta, ma questo post del blog di Harald Siepermann, animatore della Disney, è una lunga serie di disegni, schizzi e abbozzi di personaggi, in vari stadi di compiutezza.

Alcuni li riconoscerete, altri no (una delle cose affascinanti è che non tutti appartengono a progetti andati in porto, e alcuni sono fasi preliminari e abbandonate di progetti in corso), ma badate al fantastico lavoro di caratterizzazione che emerge dalle serie di schizzi successivi. Quest’uomo è un genio.

Oh, come vorrei saper disegnare, gente!

Buona domenica a tutti.

Bizantinerie

Siege_of_Constantinople.jpgSono sempre persa nella revisione del mio romanzo turco-bizantino, talmente persa che non sto scrivendo un bottone per il Premio Stagionalia, cui pure vorrei partecipare…

Hm.

Però poi succedono piccole cose felici come questa: nella prima stesura avevo fatto del Genovese di Pera che in realtà è una spia al servizio del Sultano un mercante d’olio. Non so di preciso perché, l’avevo fatto e basta. E oggi m’imbatto in un dettaglio tecnico che non conoscevo: gli artiglieri ottomani, per evitare che i loro enormi cannoni di bronzo fuso si spaccassero, dopo ogni sparo coprivano la canna di panni intrisi di olio caldo. Di conseguenza, l’esercito assediante consumava quantità stravaganti di olio, e lo comprava tutto a Pera (con grande scandalo dei Veneziani e dei Greci della Città). Morale, il mio mercante di olio cum spia ha una ragione per andare e venire dal campo turco, si rivela essere del tutto plausibile e mi permette di mostrare più di un particolare d’epoca in una scena sola.

Piccole soddisfazioni. Ed è vero: non mi costerebbe niente, se fosse invece un mercante di stoffe, cambiarlo in mercante d’olio per la bisogna. Però, quando si sta revisionando, cambiando, spostando, tagliando, aggiungendo, lucidando e tutto quanto, inciampare in qualcosa che non solo può restare com’è, ma è persino meglio del previsto, è come un cioccolatino inatteso.

Nov 16, 2009 - grillopensante, Utter Serendipity    Commenti disabilitati su Piste Mentali

Piste Mentali

Di questa dovrei fare uno schemino.

Qualche post fa si parlava di libri perduti, e Renzo ha commentato raccontando di un film perduto. Ora, questo film non era affatto L’Isola del Dottor Moreau, ma in un primo momento, dall’inizio della descrizione, avevo pensato di sì.

De L’IdDM, ho visto una vecchissima versione in bianco e nero, chiamata The Island of Lost Souls, con Charles Laughton, Franchot Tone e Richard Arlen.

Laughton e Tone hanno recitato insieme anche nella versione de Gli Ammutinati del Bounty con Clark Gable, il quale a me piace molto, ma francamente, come Fletcher Christian era un nonnulla fuori parte.

Il capitano Bligh, quello vero, è sepolto in un cimitero di Southwark, next door al posto dove abitavo a Londra. Nella chiesa adiacente, ormai sconsacrata, c’era una specie di mostra permanente su una creatrice di giardini, di cui ora mi sfugge il nome.

Franchot Tone è anche Forsythe ne I Lancieri del Bengala, altro film di prima del diluvio (1935), che a me piace tanto. In esso, Gary Cooper fa McGregor. Ogni volta che vedo questo film, mi ricordo una specifica occasione in cui l’ho visto, di ritorno dall’aver accompagnato un’amica a visitare Sabbioneta.

Laughton fa anche l’avvocato in Testimone d’Accusa di Billy Wilder, con Marlene Dietrich e, se ben ricordo, Elsa Lanchester. E Tyrone Power, forse? Ad ogni modo, la prima volta che ho visto Testimone d’Accusa erano i primi di novembre, e hanno interrotto le trasmissioni per annunciare l’assassinio di Ytzak Rabin.

Richard Arlen non era un gran buon attore, seppur non proprio un cane totale. La parte di comprimario in Wings l’aveva avuta per due ragioni: a) physique du role; b) sapeva pilotare un biplano. Wings, di William Wellman, fu il primo film a vincere l’Oscar nel 1927. Una particina l’aveva anche Gary Cooper.

E potrei andare avanti a lungo, ma sono già finita in America, in India, a Sabbioneta, a Gerusalemme, a Tahiti, non si sa bene dove, in Francia e su e giù tra il XVIII e il XX secolo… partendo dal film sbagliato.

Mi piacciono tanto, queste vagaries… Il giro del mondo in sette pensieri.

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