Feb 19, 2009 - grilloleggente    2 Comments

Finis Austriae

E dunque credevo di essermi liberata dall’Australiana, ma forse non era del tutto vero, e quindi la lezione su Roth alla UTE l’ho passata cercando di non tossire come un aspirapolvere con l’asma. Cercando con modesto successo, dovrei dire.

 

Tra un rantolo e l’altro, a quanto pare, sono riuscita a farmi capire, ed è già qualcosa. Di sicuro hanno capito che Roth mi piace. Bisogna amarlo, uno scrittore, per andare a parlarne in quello stato! E per fortuna che ho deciso di non leggere ad alta voce il finale de “La Cripta dei Cappuccini”, quando Franz Trotta va a rendere l’ultima visita al suo imperatore morto, e grida “Dio conservi” davanti alla porta chiusa…

 

E’ più forte di me: non riesco a leggerlo senza commuovermi, fin dalla prima volta, in Collegio, chiusa di nascosto in un’aula vuota alle tre del mattino.Solo che piangere da soli in un’aula vuota alle tre del mattino è leggermente più sano che scoppiare in singhiozzi all’Università della III Età…

 

Scherzi a parte, quello che più mi piace in Roth è questo senso d’irreparabilità e di declino, di questa corsa verso il precipizio, in bilico tra la lucidità e l’illusione che si negano a vicenda ad ogni pagina, ad ogni frase, ad ogni aggettivo. E tutto in una scrittura dall’apparenza così semplice e trasparente.

Buona traduzione, anche: Laura Terreni per Adelphi, alla fine degli Anni Ottanta.

Anzi, ora che guardo, proprio nell’Ottantanove. La cosa ha una sua poesia: da una parte il Muro che Cade a Berlino, dall’altra forse il più bel romanzo su come cadono gl’Imperi.

 

D’accordo, invece di diventare maudlin, facciamo buoni propositi: un giorno o l’altro, riprenderò a studiare Tedesco sul serio, non foss’altro che per leggere Roth in originale.

Finis Austriaeultima modifica: 2009-02-19T19:40:00+01:00da laclarina
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2 Commenti

  • Cara Laclarina,

    nella mia edizione BUR trad. Schiavoni,
    alla fine del cap. 8, dice “ci andai in piena estate” (a Zlotogrod), all’inizio del cap 9, dice “partii dunque per Zlotogrod in piena estate 1914” ma poi nello stesso capitolo, descrivendo il suo arrivo a Zlotogrod, dice “era un pomeriggio piovoso e, come gia’ detto, d’inizio autunno. Mi piace tantissimo quando scovo, per caso, questi errorucci.
    Ciao,
    P.

  • Non ci avevo mai fatto caso! Bellissima discontinuità…

    Ma d’altra parte, in fatto di date, fatti e fatterelli, Roth non era per nulla preciso nemmeno quando parlava di se stesso… Le sue false notizie biografiche sono leggendarie.

    Grazie per la segnalazione, e torna a trovarmi.