Dove Confesso Di Essere Una Creatura Timorosa

C’è quest’idea per un romanzo che ho in mente da anni, con un personaggio perfetto – e con questo intendo narrativamente perfetto: complesso, sfaccettato, pieno di zone d’ombra, seri ostacoli da superare, dubbi, passioni, forte personalità e piccinerie. Un personaggio che, lo so bene, adorerei scrivere. Potrei farne qualcosa di davvero buono e, per una volta, sarebbe anche una vicenda di ambientazione contemporanea. Però non posso. La persona in questione è vera e reale, la conosco bene e viceversa, e il ritratto che ho in mente non è esattamente lusinghiero. Non negativo in senso assoluto, sia ben chiaro, ma – si parva licet… – nessuno può pensare che un ipotetico Julien Sorel reale avrebbe apprezzato il ritratto che Stendhal fa di lui, giusto?

Ecco, credo che questa da parte mia sia una mancanza di coraggio, e temo che finirà col rivelarsi un ostacolo. Probabilmente, pur rinunciandoci davvero a malincuore, posso sopravvivere senza scrivere il mio personaggio perfetto, ma temo che non sia un caso isolato. Ho diverse altre idee del genere, condannate in partenza perché non so indurmi a rischiare di offendere le persone in questione. In generale i miei personaggi non sono ritratti dal vero, e tendo piuttosto a costruire i caratteri mescolando tratti di varia provenienza. Solo una volta ho scritto in un romanzo un personaggio modellato da vicino su una persona reale, e lasciate che lo confessi: la possibilità che la persona in questione se ne accorga mi dà ancora una certa ansia…

Al tempo stesso, senza bisogno di preoccuparsi di romanzi interi, ci sono volte in cui qui su SEdS parlerei di persone ed episodi e poi non lo faccio per lo stesso motivo. In un’altra vita ho avuto un altro blog nel quale parlavo del mio lavoro (e della gente annessa e connessa) in termini molto ironici. Postavo sotto uno pseudonimo ed ero ragionevolmente certa che nessuno dei miei personaggi avrebbe mai scovato o letto il blog in questione… sì, credo che si possa proprio dire che sono una pusillanime.

Charlotte Bronte si alienò diversa gente (compreso il suo innamoratissimo editore George Smith) ritraendola nei suoi libri in termini che a lei parevano semplicemente realistici e che di fatto non erano proprio lusinghieri. A giudicare dalla sua corrispondenza, dapprima non aveva valutato bene le conseguenze di quello che scriveva, né previsto la popolarità che i suoi romanzi finirono con l’ottenere, ma in seguito continuò con i suoi ritratti dal vero, senza preoccuparsene soverchiamente. Forse è questione di rompere il ghiaccio? Forse, dopo aver fatto la frittata una volta – e constatato che non ci sono morti, feriti o dispersi – non ci si bada più troppo? Non saprei: è quel genere di cose che si scopre solo provandoci, ma non so, davvero non so se ne avrò mai il coraggio.

Dove Confesso Di Essere Una Creatura Timorosaultima modifica: 2010-06-14T08:21:00+02:00da laclarina
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4 Commenti

  • Mescola le carte, aggiungi un dettaglio tanto evidente quanto lontano dal modello originale: qualcosa che svii, distolga.

  • Don’t I know! E di solito è così che procedo. Ma il problema qui è che, se mescolo tanto da sviare e distogliere, perdo la perfezione narrativa del mio personaggio… Destino malvagio.

  • Uh, ma così incuriosisci e prudi!… è ancora rintracciabile e leggibile il blog dell’altra vita?

  • Ah no, temo di no. Credo proprio che sia andato perduto negli abissi della Rete. O magari galleggia ancora là fuori, solo e sperduto, sballottato a diritta e a mancina dalle cyberonde…