Senza Errori di Stumpa

La Vita Sessuale Delle Stelle Marine

Erwin Panofsky, che era uno storico dell’arte americano di origine tedesca, scrisse che negli Anni Venti e Trenta l’élite intellettuale tedesca considerava il cinema una sorta di piacere colpevole, nella migliore delle ipotesi:

Nessuna meraviglia quindi che le classi “alte”, quando con cautela cominciarono ad avventurarsi in questi primi cinematografi, lo facessero non in vista di un normale e magari serio divertimento, ma con l’atteggiamento fra imbarazzato e condiscendente con cui ci si può immergere, in allegra compagnia, nella pittoresca confusione di Coney Island o in una fiera di paese; ancora fino a pochi anni fa, negli ambienti socialmente elevati o fra gli intellettuali era consentito dichiarare apprezzabili solo film austeri e istruttivi tipo La vita sessuale delle stelle marine o film dai “bei paesaggi”, ma nessuno avrebbe mai confessato di divertirsi a quelli narrativi.*

 Si direbbe che certe cose non cambino poi troppo e, quando ho letto questo passaggio, la mia prima intenzione è stata quella di farci sopra un rant sullo snobismo che circonda la letteratura (e il cinema) di genere. Perché snobismo c’è, inutile negarlo, ed per di più è prodotto in gusti misti assortiti. Ci sono quelli che si stracciano le vesti al solo nominare Dan Brown, J.K. Rowlings o Stephenie Meyer, ululando alla crassa ingiustizia di un mercato che stravede per questa robaccia malscritta e ignora i capolavori – ma poi scopri che non c’è un’anima che non abbia letto almeno un volume di Harry Potter e/o Il Codice Da Vinci.

Ci sono quelli per cui una storiellona d’amore con elementi soprannaturali scritta da un autore (o meglio un autrice) africano, asiatico o sudamericano è sempre poetica, profonda ed emozionante, mentre la stessa storiellona scritta da un(‘)occidentale – specie se statunitense – è sicuramente robaccia commerciale. 

Ci sono quelli che, quando dici che non ti piacciono la Allende, Pasolini o la Barbery** cominciano a considerarti un esemplare di un’umanità inferiore.

Ci sono quelli che accampano le scuse più diverse per spiegare come mai sono così bene informati su quello che succede in Twilight o in Angeli e Demoni (dal diffusissimo “volevo capire che cos’ha di così speciale” a “qualcuno doveva pur accompagnare le bambine”, fino all’Oscar per la Migliore Stella Marina: “no, non l’ho visto: me l’ha raccontato mia madre!”)

Ci sono quelli che vanno al cinema “per il messaggio”…

Ecco, questo era più o meno quello che intendevo scrivere a proposito di Panofsky e delle sue stelle marine.

Poi ho fatto una brusca frenata e un rapido esame di coscienza. Posto che penso davvero tutto quel che ho scritto fino a qui, posso dire di non essere una snob in fatto di cinema e libri? Mi sa tanto di no. Mi compiaccio della mia apertura e maturità perché riconosco a Dan Brown di conoscere molto bene il suo mestiere, ma poi tempesto contro Nicholas Sparks e Richard Bach. Ho letto tutti i libri di Harry Potter e ho visto anche tutti i film; è vero che non tutti mi sono piaciuti, ma nessuno mi ci ha mai costretta, e la scusa dei meccanismi narrativi è diventata logora dopo i primi due o tre, vero? M’infurio per lo snobismo che circonda la letteratura (e il cinema) di genere e poi tendo a glissare sulle mie letture fantasy. Fatico ancora un po’ ad ammettere di non avere mai finito L’Idiota e di essermi annoiata a morte con Ulysses

Insomma, predico meglio di quanto razzoli: se dovessi cercare un metodo nella faccenda, direi che non ho la minima difficoltà ad ammettere avversioni anche inconsuete e omissioni deliberate e motivate. Quando si tratta di discutere le mie lacune e miei piaceri colpevoli, invece, divento improvvisamente assai timida e sviluppo una memoria selettiva.

D’altra parte, sono abbastanza convinta di essere in buona compagnia. Chi può dichiarare with a straight face di non avere stelle marine nell’armadio alzi la mano e si abbia la mia invidiosa ammirazione – oppure la mia lieve incredulità, a scelta.

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* E. Panofsky, Lo Stile E La Tecnica Del Cinema, (1936). Si trova tradotto in Italiano in Tre Saggi Sullo Stile, edito da Electa.

** Tre scelti a caso e in ordine sparso.

Ah, e no: non so se La Vita Sessuale Delle Stelle Marine esista davvero o se Panofsky l’abbia inventato di plinco. Una rapida ricerca in rete non ha rivelato nulla.

La Vita Sessuale Delle Stelle Marineultima modifica: 2010-07-23T08:37:00+02:00da
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