Dic 7, 2010 - musica    Commenti disabilitati su Una Sera Alla Scala

Una Sera Alla Scala

Da La Scala di prima, di Raul Radice.

la-scala.jpg“Alla Scala […] si va soltanto in serate che sono vigilia di vacanza, e soltanto se si è accuratamente vestiti. Da casa al teatro il tratto di strada è breve e lop si percorre a piedi, senza affrettarsi (si è usciti per tempo) ma con una tendenza incoercibile ad allungare il passo almeno fino al momento di entrare in Santa Margherita, quasi per timore di trovare la Scala chiusa, non importa per quale ragione.

Che sollievo, oltrepassando il monumento a Carlo Cattaneo, vedere accesi i globi collocati sulla terrazza che sovrasta il portico d’ingresso a livello del ridotto dei palchi. In quella luce calda che invade la strada quanto è lunga pare di cogliere non si sa bene quale saluto, un ‘benearrivato’ di cui più avanti, durante la guerra, si sarebbe avvertita la mancanza.

Dopo quella prima accoglienza si poteva nuovamente rallentare il passo, salire senza troppo affannarsi le scale che non finivano mai, sostare davanti al guardaroba, e finalmente sedere al proprio posto con l’ammonimento di non lasciare cader niente in platea. Del resto la mamma custodiva nella borsetta, insieme al libretto dell’opera (di cui si sarebbe poi letta qualche riga ad alta voce) le caramelle che ScalaInterno520x543.jpgavrebbe elargito una alla volta; e il cannocchiale, quello sì strumento pericoloso, non usciva dalle mani del babbo. Al più qualche volta il babbo lo poneva , a turno, davanti agli occhi dei ragazzi, senza tuttavia abbandonarlo mai. Ma di fatto i ragazzi avevano altro a cui pensare. Essere arrivati con qualche anticipo consentiva di vedere i palchi affollarsi a poco a poco, di osservare da quella altezza vertiginosa come era vestita la gente entrata in platea; quali posti occupavano, uno o due alla volta, gli spettatori accompagnati con tanta premura da inservienti stranamente vestiti; di contare i professori che via via entravano nel recinto dell’orchestra (tutti con la giacca a coda), una parte di esse con in mano strumenti dei quali si udivano per la prima volta i nomi (ce n’era uno buffo, il fagotto); e anche tentare di contare, ma era impresa disperata, quante erano le lampadine appese a grappoli al grande lume centrale. Un lume di proporzioni enormi, che al primo guardarlo incuteva paura suscitando la domanda di che cosa sarebbe accaduto se si fosse improvvisamente staccato dal soffitto, immediatamente seguita da un secondo interrogativo sul ‘come facevano a sostituire le lampadine fulminate’.

Intanto tutti quei suoni che confusamente salivano dall’orchestra diventavano più fitti, crescevano d’attimo in attimo fino a culminare nel momento in cui la sala era resa più splendente da altre luci improvvisamente accese. Ed ecco, all’improvviso, il silenzio che precede l’ingresso del direttore d’orchestra, l’applauso che lo saluta e il buio in sala. Ma là, alla ribalta, altra luce si diffonde sul sipario, trae nuovi riflessi dagli ori e dal rosso del velluto, segna una barriera oltre la quale apparirà scene-from-die-walkure.jpgun mondo magico in cui ogni cosa diventa sorprendente.”

E (stasera) a questo punto, sipario e… Die Walkure, allegerrima storia di adulterio, incesto, gelosia, disobbedienza, second-guessing, cavalcate, castigo e incantesimi – più o meno in quest’ordine – il tutto in meravigliosa musica. E il tutto per preparare il fatto che Sigfried, l’Eroe per eccellenza della Saga dei Nibelunghi, non solo è figlio di due fratelli, ma a un certo punto s’innamorerà di sua zia…

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Con un pensiero al signor G.G. che, tanti anni fa, mi regalò questo bellissimo libro, pezzo della sua sterminata collezione: Teatro alla Scala – dai laboratori al palcoscenico. La vita del più famoso teatro lirico del mondo, di Raul Radice e Giorgio Lotti.

Una Sera Alla Scalaultima modifica: 2010-12-07T07:52:00+01:00da laclarina
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