Grazie Per Averci Mandato Il Suo Racconto…
Nel mondo editoriale anglosassone non ti ringraziano mai con tanto calore come quando ti rifiutano una storia. E ti augurano ogni bene per la tua carriera di scrittore, e chiudono con qualche citazione che dovrebbe ispirarti a mantenere viva la fede nel tuo talento. Keep writing.
E sì: questo tono lievemente cinico si deve al fatto che dopo tutto A Soul For Cunning non è piaciuto agli Irlandesi – non abbastanza da includerlo nella loro shortlist. Qualche settimana fa avevo ricevuto notizie analoghe da Glimmer Train, e quindi adesso mi sento più qualificata del solito per scrivere un post sulla reazione a questo genere di accadimenti.
1) Fase Blasée: Oh, d’accordo. Sapevamo che era difficile, giusto? Insomma, GT pubblica gente come Annie Proulx, era un tentativo e non è riuscito – andrà meglio la prossima volta, giusto? In fondo, quante volte è stato rifiutato Il Gattopardo? E’ tutto a posto. E’ tutto normale. Adesso lo spedisco altrove, e prima o poi…
2) Fase Werther: Oh, ma chi voglio prendere in giro? A cosa serve mandarlo altrove? Perché diciamocelo: c’è anche la concreta possibilità che il racconto non sia un granché, dopo tutto. E poi non sono nemmeno madrelingua. E poi ho mai dato un’occhiata a un’antologia? Sono ben altre le cose che vincono i premi e finiscono sulle riviste… Hanno ragione loro, non era proprio niente di speciale.
3) Fase Achille (sconfinante in un nonnulla di Complesso della Vittima): Oh, che poi, te li raccomando, i premi e le riviste! Se non scrivi di droga, donne maltrattate o squallori misti assortiti, non ti guardano neanche. E che devo dire? Io ho avuto un’infanzia felice, non ho mai fumato nemmeno uno spinello e non ho un marito che mi picchia… significa che non posso scrivere racconti? Possibile che i lettori vogliano leggere solo di quello? Io sarò fuori mercato, ma è il mercato che è morboso. E gli editor delle riviste sono morbosi. E i giurati sono morbosi. Ecco! Morbosi, ingiusti, cattivi, pessimi, grrrrrrr!
4) Fase Doom&Gloom: Oh, che cosa infantile prendersela con la giuria… Il fatto è che non so più scrivere. Anzi, non ho mai saputo scrivere, e non so come abbia mai potuto credere il contrario. Quanta carta e quanto inchiostro sprecati – per non parlar del tempo! Dov’è, dov’è, dov’è la più vicina scogliera? Oppure – failing that – dov’è il più vicino caminetto, per alimentarlo con i miei patetici sforzi? O mie velleità letterarie, ardete in un funerale vikingo!
– Qui di solito intervengono quantità massicce di cioccolato. Oppure biscotti al cioccolato intinti nel cappuccino fasullo. –
5) Fase Tutto Daccapo: Oh, eppure l’idea non era male… E se lo rivedessi un’altra volta? E se provassi a modificare l’inizio? E se aggiungessi un altro personaggio o due? E se cambiassi il protagonista? E se trasportassi tutto in epoca moderna? E se aggiornassi molto il linguaggio? E se modificassi il tema? E se stravolgessi il finale? E se tagliassi tutta la prima metà? E se infilassi un flashback prima della risoluzione? E se eliminassi i riferimenti filosofici? E se lo riscrivessi daccapo? Tutto daccapo?
– Qui di solito segue notte parzialmente insonne: troppe idee che frullano per le cervici, troppe riaccensioni di luce per annotare quella che sembra sempre la folgorazione risolutiva, troppo cioccolato a tarda ora… –
6) Fase Scarlett: Com’è che, dopo averci dormito sopra, non mi pare più così tragicamente brutto? Forse potrei dargli un’altra occhiatina. Forse potrei supplicare qualcuno a HNR di leggerlo e darmi un parere. Forse potrei sottoporlo al mio critique group (anche se sono mesi che non mi faccio viva con loro). Forse potrei cercarmi un altro concorso o due e mandarlo… In fondo, quante volte è stato rifiutato Il Gattopardo? E’ tutto a posto. E’ tutto normale. Fa parte della vita dello scrittore, la vita dello scrittore è costellata di rifiuti. Basta paturnie. Mai più paturnie. Cattive paturnie. E in fondo, domani è un altro giorno. (*cue Tara Theme*)
Quindi adesso ho spedito A Soul For Cunning altrove, e suppongo che da qualche parte verrà rifiutato e mi farò venire di nuovo tutte le fasi canoniche, e prima o poi, qualcuno lo accetterà, e allora potrò sorridere delle mie paturnie – fino al rifiuto successivo.
Secondo me sono così gentili perché vivono la sindrome del “e se poi diventasse una storia di successo?”. Meglio non giocarsi la simpatia di un futuro autore di bestseller 🙂
Non avevo mai pensato a questa spiegazione. Avendo lavorato per un periodo come assistente editor per una rivista americana, ricordo che a noi novellini veniva inculcata ferreamente la massima di usare usare sempre queste formule cortesi, impersonali e standard per i rifiuti: è più indolore e *potrebbe* sedare un po’ gli impulsi omicidi del rifiutato. Non hai idea di quel che è capace di rispondere la gente rifiutata con gelido garbo – figurati se non si facesse così!
Come mi sento vicina a te! Anche io scrivo in quantità e reagisco a fase alterne ogni volta che ricevo un ‘cortese’ rifiuto. Anche io ho nel cassetto fogli scritti in quantità e la provvidenziale cioccolata con conseguente senso di colpa. Ma non perdiamoci d’animo e se questa è una passione e soprattutto un’evasione dalla monotona quotidianità ci dobbiamo già ritenere soddisfatte!
Buona domenica!
emma
Se dovessi decidere di pubblicare qualcosa con amazon (anche in inglese) fammi sapere, non vedo l’ora di collaudare il mio kindle* per gli acquisti online 😉
Insomma, un editore non so, ma un lettore ce l’hai di sicuro.
*che figata inverosimile, il mio inglese sta facendo balzi in avanti!
http://www.finzionimagazine.it/news/attualita-news/me-myself-and-amazon-stephen-leather-e-il-self-publishing/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:FinzioniFinzioni
@Emma: il guaio è quando comincia a rodere il tarlo della pubblicazione! E quando sei stata morsa una volta, è fatta. Tuttavia, Konrath dice questa cosa che mi piace tanto: “c’è una parola per definire uno scrittore che non rinuncia mai, ed è PUBBLICATO.” Perseveriamo!
@Renzo: curioso che tu me lo chieda… te lo sussurro in un orecchio: novità in arrivo – entro l’estate, se tutto va bene. E grazie per la segnalazione.