Il Ruolo Del Lettore Nel Futuro Dell’eBook – E Viceversa

ebook, enhanced ebooks, pottermore, e-reader, kindle, ipad, letturaSì, lo confesso: mi sono iscritta alla  versione beta di Pottermore. Ho fatto tardi la notte per essere nel primo milione di fortunati ammessi alla unique reading experience che J.K. Rowlings ha creato per i suoi lettori… la volevo proprio vedere, questa unique reding experience. Adesso che l’ho fatto, devo ammettere che sono un nonnulla delusa: la versione beta è bellina a vedersi ma desolatamente muta e, per quel che ho visto finora, non molto interattiva. Mi domando come debba apparire al pubblico molto più giovane di me per cui è calibrata. La cosa forse più interessante sono i commenti in cui l’autrice svela particolari della creazione dell’uno o dell’altro personaggio, luogo o particolare della trama*. Come dicevo, il tutto è bellino a vedersi: molte scene del libro sono ricreate in belle illustrazioni vagamente interattive, e l’interfaccia è, come ci si poteva aspettare, a tema in ogni minimo particolare. L’enfasi sembra essere concentrata sull’intento di “ricreare il mondo dei romanzi di HP.”

E questo, vi confesso, alla quinta o sesta reiterazione mi ha dato da pensare. Ma non era il mestiere del lettore quello di immaginare “il mondo del romanzo” sulla base del lavoro dell’autore – ed eventualmente qualche illustrazione?

Se c’è una descrizione del processo di lettura che mi piace più di altre, è quella che si trova più di una volta nel ciclo di Thursday Next di Jasper Forde. Valga per tutte la meravigliosa scena in First Amongst Sequels** in cui la protagonista, per ragioni troppo lunghe da spiegare, si ritrova all’interno di Pinocchio proprio mentre qualcuno lo legge. La scena è la bottega di Geppetto, descritta in grazioso e minuto dettaglio… ma ecco che il lettore si avvicina alla pagina in cui si trova Thursday: l’aria vibra e si riempie del profumo della segatura, i colori si fanno più vividi, la luce gioca sul filo delle lame, ogni singolo truciolo assume rilievo, in un crescendo che culmina con il passaggio del lettore per poi dissolversi. Perché quando non c’è l’immaginazione del lettore a dargli vita, “il mondo del libro” rimane piatto e vuoto.

E c’è di più: con questa enfasi sul ruolo del lettore e con il tema ricorrente di una ebook, ereader, kindle, ipad, editoria digitale, pottermoremalvagia cospirazione per imporre il sistema UltraWord 9.0, una specie di interfaccia destinato a sostituirsi in modo viepiù invasivo alla soggettività del lettore***, Fforde sembra avere preconizzato uno degli attuali dilemmi dell’editoria digitale: to enhance or not to enhance?

Sarà interessante vedere se e come, nei prossimi volumi della serie, Fforde integrerà gli sviluppi tecnologici che hanno raggiunto e superato le sue creazioni immaginarie – per esempio gli ebooks con colonna sonora di cui si parla in questi giorni un po’ dappertutto: qui trovate una descrizione della faccenda sul Corriere, qui un commento di scarsissimo entusiasmo e qui un vero e proprio rant di Harry Mount sul Daily Telegraph – e vale la pena di leggere anche i commenti.

Ora, il mio cuore di lettrice tende a schierarsi con Fforde e con Mount: a parte le possibili nefaste conseguenze sulla lettura in luogo pubblico, che ne sarà di questo passo della lettura come la conosciamo e intendiamo?

Qualche mese fa discutevo di e-readers con il professor Massimo Puliani, docente di Comunicazione Visiva Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Macerata: il professore sosteneva la superiorità dell’iPad per le sue possibilità multimediali, io difendevo il Kindle come strumento di lettura. In realtà parlavamo di cose del tutto diverse, perché il Kindle è l’equivalente digitale di un libro cartaceo – e dunque di quella che chiameremo lettura tradizionale, mentre l’iPad è il supporto ideale per tutti quegli enhancements che fanno di un ebook qualcosa di molto diverso da un libro.

Ora, la domanda è: qual è lo scopo ultimo degli enhancements? Il professor Puliani parlava di potenzialità didattiche e di fruizione di risorse digitali; la gente di Pottermore propone esperienze complementari alla lettura – la possibilità di “entrare” in prima persona nel mondo del libro tramite una combinazione di gioco di ruolo e social networking; Booktrack, la società che ha prodotto i primi ebooks con colonna sonora, prefigura la possibilità di rendere la lettura più attraente per i cosiddetti “lettori deboli” – in particolare i giovanissimi.

Posso concordare con il professor Puliani per quel che riguarda libri di testo, saggistica, libri di viaggio, ma quando si parla di narrativa ho qualche dubbio. Una storia che ha bisogno di immagini, filmati e musica per produrre il suo effetto sul lettore è… be’, un film. O forse un audiovisivo, o magari un videogioco, o anche qualcosa di completamente diverso – ma di certo non è un romanzo. Non nel buon vecchio senso per cui posso leggere la scena dell’assalto alla prigione di Newgate in Barnaby Rudge e chiudere il libro con l’impressione di avere respirato il fumo delle torce…

La domanda successiva è quella posta da Booktracks: che ne è di tutta quella giovane gente cresciuta a film, anime e videogiochi? Vogliamo condannare intere generazioni a non conoscere mai un classico se non via Hollywood? E, per tornare ad argomenti già discussi, non è questo un potenziale mezzo per convincere i giovanissimi lettori che la letteratura non deve per forza essere noiosa? Ebbene, tutto ciò non è poi così dissennato. Ha davvero senso difendere il mos maiorum della lettura se questo deve significare che più nessuno legga? I tempi cambiano, cambiano le abitudini, le percezioni, i percorsi mentali, le soglie di attenzione. Ci si può chiedere se gli enhanced ebooks siano una risposta a questi cambiamenti o se servano a precipitarli più di quanto già non sia – ma è difficile negare il cambiamento stesso. O il fatto che la sopravvivenza sia per due terzi adattamento.

Così editoria e letteratura si adatteranno. Per ora gli enhancements riguardano qualche vecchio classico, ma sono certissima che si sta già lavorando a narrativa pensata apposta per questa nuova e, lo ripeto, radicalmente diversa forma di lettura.

ebook, enhanced ebook, booktrack, lettura, kindle, ipad, editoria digitaleÈ, badate bene, una diversità molto più radicale rispetto a quella costituita dal passaggio tra cartaceo ed e-reader. A parte tutte le discussioni sul profumo della carta stampata e sul piacere fisico derivante dalle rilegature rigide, la differenza tra leggere una cinquecentina e leggere sul Kindle è essenzialmente di mezzo. Ma tra il mio Kindle e un enhanced ebook si apre l’abisso che separa due processi mentali e due concetti di lettura del tutto differenti.

E si vede che vado invecchiando, perché non posso fare a meno di di restare appassionatamente legata al vecchio concetto di lettura – quella letteratura che, ancora secondo Jasper Fforde, [d]opo tutto, si può dire che […]richieda molta più creatività e immaginazione che scrivere; quando il lettore crea nella sua testa un’emozione, o i colori del cielo al tramonto, o il sentore della brezza estiva che gli soffia sul viso, dovrebbe apprezzare il proprio lavoro quanto quello dello scrittore – forse persino di più.

E voi che ne pensate?

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* In concetto, non vi ricorda il programma @author di Amazon Kindle?

** Non ancora tradotto in Italia. Marcos Y Marcos? Hint, hint, hint…

*** La serie è ambientata in un futuro un tantino distopico, oltre che nel Mondo dei Libri.

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Già che ci siamo, vi consiglio con calore l’opera di Jasper Fforde – un piccolo, brillante, spassoso, acuto, intelligente monumento alla lettura e ai libri, tributato in storie avvincenti, originali, piene di deliziose invenzioni, di nonsense e di idee:

 


Il Ruolo Del Lettore Nel Futuro Dell’eBook – E Viceversaultima modifica: 2011-09-09T08:10:00+02:00da laclarina
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17 Commenti

  • Ciao Chiara, condivido le tue idee, se voglio leggere un libro preferisco il classio libro cartaceo, per comodità in viaggio potrebbe essere più comodo e-book, che però per lunghe letture scalda il viso e le mani … ;-))

  • Post molto stimolante. Non conocevo la Fforde, la metto tra i futuri acquisti. Appena Marcos y Marcos aggiungerà questa autrice ai sei (6) titoli che ha attualmente nel suo catalogo digitale!

    @Giacomo
    Che ereader hai che scalda così tanto? 🙂

  • Il discorso sugli enhanced books è ampio, e anch’io ho varie riserve in proposito; c’è però un aspetto dell’enhancing che potrebbe essere davvero interessante, se sviluppato bene.
    In qualità di pseudo-musicista ho pensato parecchio a comporre una colonna sonora per quello che avevo scritto. Non l’ho mai fatto, in parte per mancanza di tempo, in parte perché i romanzi e racconti che producevo non mi lasciavano abbastanza soddisfatto da giustificare un impegno del genere.
    La colonna sonora, se scritta “su misura”, potrebbe rendere l’esperienza di lettura ancora più coinvolgente. Non sto parlando di effetti sonori, quello è un altro discorso, ma solo di musica. La musica ha il potere di suscitare emozioni anche mentre siamo concentrati su qualcos’altro (a differenza di un’immagine, ad esempio); perché non approfittarne? Pensate ad un film, magari horror o sentimentale: cosa sarebbe senza colonna sonora? Un’opera sperimentale nella migliore delle ipotesi, un aborto ridicolo-verista in quella peggiore.
    Certo, per i film la colonna sonora è indispensabile, mentre per i libri no. E allora? A differenza di immagini, effetti sonori e filmati, la musica non suggerisce nulla di concreto al lettore, non si sostituisce alla parola scritta, ma (e lo ripeto, se composta o scelta con criterio) la esalta.
    Questi sono ragionamenti a priori; può darsi che la lettura con colonna sonora mi risulti fastidiosa, o che mi impedisca di concentrarmi. Ma fino a quel momento trovo l’enhancing musicale una possibilità interessante.
    Mi permetto un’altra piccola considerazione. Lo so che noi siamo abituati alla pagina scritta in nero su bianco (meglio ancora avorio), ma nel corso della storia dei libri questo modello non è mai stato considerato il migliore: la sua maggiore diffusione era dovuta al minor costo. Quando un riccastro commissionava un libro agli amanuensi lo voleva più dorato della dentatura di un rapper, e carico di figure e capilettera miniati.
    E se usassimo una macchina del tempo per chiedere a eruditi (e non) di varie epoche storiche la loro opinione sugli enhanced books?
    They would go bananas. Sul serio, ne andrebbero matti. Sbavavano per delle figure, vuoi mettere per musica e filmati?
    Questo non significa che un enhanced book sia migliore di un plain old “solo testo”, ma solo che forse è meglio pensarci due volte prima di farsi dare del conservatore da un amanuense.

  • Quando ho saputo di Booktrack non avevo riflettuto granché sull’eventualità che il formato di libro con colonna sonora potesse confrontarsi con l’ebook “semplice”. In effetti il discorso di Chiara sta in piedi, specie quando scrive del rischio di accostare l’esperienza della lettura a quella di un vero e proprio film, ma il commento di Mattia esprime ulteriori argomentazioni che mi hanno fatto tornare nuovamente nel dubbio, impedendomi di prendere posizione.
    I filo-cartacei nella critica al digitale tendono a smorzare gli entusiasmi per le nuove possibilità che esso inserisce all’interno dell’esperienza di lettura, probabilmente per una questione di inconcepibilità legata ad un atteggiamento reazionario. Per come la vedo io si tratta di incapacità di proiettarsi oltre, sostanzialmente, e ciò rischia di riproporsi analogamente se a priori – come anche io adesso tenderei a fare per le medesime ragioni di Chiara – si critica l’enhanced book, reo di snaturare la pura lettura.
    Se esso diverrà un formato di libro vincente, come lo diverrà l’ebook a danno del cartaceo, andrà affievolendosi l’attuale concetto di pura lettura e quest’ultima sarà necessariamente potenziata da suoni e quant’altro, il che potrà forse farci rimpiangere tutte le autentiche costruzioni mentali con cui oggi e da sempre il lettore completa con i propri tasselli il mosaico dello scrittore, ma nessuno ci assicura che il nuovo tipo di lettura anziché togliere gusto all’immaginazione non ne accresca le opportunità, fornendo ulteriori spunti su cui essa potrà lavorare.
    Ripeto che la mia posizione è vacillante ma per ora è soprattutto cauta, anche perché il rischio di far diventare gli ebook una sottospecie di giochetto multimediale è alto. Se gli ornamenti saranno ponderati, però, non è escluso che ne possa venir fuori qualcosa di molto valido.

  • Sono perfettamente d’accordo con te, un ebook sul kindle è un romanzo: solo testo, lettura immersiva. Il baratro è tra solo-testo (cartaceo o digitale poco importa) ed enhanced ebooks.

    Come la penso?

    Adoro la lettura immersiva del solo testo, amo la musica, leggo molti fumetti, mi piace il cinema, sono appassionato di arti grafiche… come dovrei pensarla?

    Enhanced books, a me!

  • Premessa: forse non ho chiarito a sufficienza che la Prima Rivoluzione Digitale l’ho abbracciata con entusiasmo, procurandomi un Kindle il giorno stesso in cui è diventato possibile. E quando mi si facevano (mi si fanno) cupi mugugni su come il mio Fidanzato Elettronico e i suoi simili stiano assassinando il vecchio e amato Libro Cartaceo, ho sempre cercato di spiegare che non c’è nulla di così iconoclastico nella faccenda. Forse nemmeno nulla di così epocale… no, sia ben chiaro: quando il defunto Michael Hart paragonava il libro elettronico all’invenzione della stampa aveva ragione – ma in entrambi i casi si trattava dell’introduzione di un mezzo rivoluzionario in una pratica che, nella sua essenza, è rimasta la stessa dal tempo delle tavolette a caratteri cuneiformi.
    Adesso le cose cambiano *davvero* – e che dire…?
    Aspettate, lo dico rispondendo a ciascuno.

  • @Giuliano: sì, sono curiosa anch’io. Qual è questo e-reader termico? È un modello che fa anche il caffè? 🙂

  • @Luca: JFf è fantastico. Non so quando MyM digitalizzerà – per ora, per leggere di Thursday in ebook, bisogna farlo in Inglese.

  • E questo non è un commento – questo è solo perché MyBlog mi costringe ad autenticarmi per commentare sul mio blog, e poi non so mai se il commento è stato accettato finché non ne ho postato un altro… *furore tremendo!*

  • @Luca: in attesa che MyM digitalizzi, se vuoi leggere di Thursday in formato elettronico lo puoi fare in Inglese – il che non è male affatto. W gli originali! :o)

  • @Mattia: nemmeno io dico che un plain old text sia necessariamente migliore – dico solo che l’enhanced text restringe la soggettività del lettore. La musica non suggerisce nulla di specifico? Non so se sono d’accordo: la musica combinata alle parole è un mezzo potente per suggerire un mood e/o una chiave di lettura. Il che non è necessariamente un male, ma cambia il rapporto tra lettore e testo.
    Capilettera miniati e dorature tendevano ad avere una funzione ornamentale – per cui forse il paragone si applica fino a un certo punto. Il discorso è diverso per le illustrazioni – quelle sì un enhancement ante litteram. Per cui in realtà la letteratura sta seguendo quello che è il suo corso naturale.
    Non posso fare a meno di pormi qualche domanda sulla narrativa che nascerà per essere enhanced: sarà (quasi) sempre uno sforzo collaborativo, questo è ovvio; ma l’integrazione tra parola, musica e immagine significherà che senza musica e immagini la parola non sarà più completa nel suo significato? Stiamo entrando in territorio Libro 2.0, n’est-ce pas?

  • @Andrea: non sono una filo-cartacea, l’ho detto e lo ridico. Ma sono legata all’idea di fare da me. Non ho mai amato i film tratti dai libri perché interferivano con le immagini, i volti, i luoghi, i colori e le atmosfere che avevo immaginato leggendo. A volte persino le illustrazioni mi danno fastidio. Spesso leggo ascoltando musica, ma ho sempre scelto da sola le colonne sonore delle mie letture. Per ora, in fatto di narrativa (e di poesia), l’enhancement mi sa di lettura assistita – and it makes me wary.
    E poi c’è il rischio che citi tu: si può sperare in editori ed enhancers che lavorino con coscienza, competenza letteraria e buon gusto – ma che succede nei casi (e mi rifiuto di credere che non ce ne saranno) in cui così non è? Rabbrividisco al pensiero delle potenzialità 😀
    Ma più di tutto – e anche in questo mi sto ripetendo – mi pongo domande sul ruolo del lettore individuale di fronte al libro, una volta che la sua immaginazione e la sua capacità critica vengano abituate ad ascensori, bells and whistles…

  • @Renzo: I see :-D… Ma non ti dispiacerà non poterti figurare da solo le atmosfere? Non ti mancherà lo specifico tipo di esercizio intellettuale della Vecchia Lettura? La costruzione insita nel creare la propria versione del mondo contenuto nel libro?

  • @laClarina: capilettera e foglia d’oro mi servivano solo per indicare che la forma preferenziale dei libri non è sempre stata in bianco e nero. Oggi chi userebbe inchiostri colorati? Beh, Michael Ende, che si serve anche di meravigliosi capilettera, ma è un caso isolato. Come hai giustamente fatto notare, solo le illustrazioni costituivano enhancement.
    Chiedo venia se cerco il pelo nell’uovo, ma avevo scritto che “la musica non suggerisce nulla di concreto” (e non “di specifico”). Sulla specificità nemmeno io sarei molto sicuro: può essere specifico o generico uno stato d’animo? Boh, è una questione da discutere in altra sede.
    Detto questo, aggiungo che anch’io ho sempre odiato vedere le facce degli attori rimpiazzare quelle che i personaggi già avevano nella mia testa.
    Libro 2.0? Lettura assistita (che fa tanto diversamente alfabetizzati)? Condivido la wariness. La mia speranza è che si possa in qualche modo conservare il testo “nudo”, spegnendo o disattivando tutti gli enhancements. Insomma, il diritto al silenzio dovrebbe essere conservato. Wishful thinking, eh?

  • Eleonora, The Next Three Days ? ( http://imiglioricontenuti.weebly.com/feedback.html )
    Aggiungilo tra i preferiti ne troverai tanti altri solo in HD. Ciao.

  • «Ma non ti dispiacerà non poterti figurare da solo le atmosfere? »

    Il romanzo “solo testo” è stata la prima forma d’arte alla quale mi sia avvicinato e mi accompagna da sempre, con costanza. E continuerà a farlo per tutta la vita, lo dico senza timore di smentite.

    Anche se smettessero di pubblicarne, avrei tutto Project Gutemberg da far fuori (non basta una vita), ma la cosa mi sembra del tutto improbabile.

  • M’è venuta in mente un’altra cosa.

    Si parla tanto del potere dell’immagine e di come un film (tratto da) o le figure su un libro impediscano al lettore di figurarsi il romanzo.

    Ho letto Huck Finn in una lussureggiante edizione, illustrata in stile impressionista.

    Di sicuro quelle illustrazioni mi hanno colpito e condizionato, ma mentre ho tutt’ora un ricordo vivido di Huck Finn, dello stratagemma che mette in piedi per fuggire, del rapporto col compagno di viaggio, eccetera, be’, non ricordavo, finché non ho pensato a QUELLA specifica edizione, il volto che il disegnatore ha dato al personaggio.