I Padri Di Dickens

charles dickens, john dickens, figure paterne in dickens, festa del papàA volte mi domando che cosa pensasse John Dickens dei romanzi di suo figlio, in cui i padri ricadono pressoché invariabilmente in tre categorie: quelli morti, quelli inefficaci e quelli senza cuore.

Non che John fosse stato mai un modello di padre presente ed efficace, con le sue velleità di gentiluomo, la sua cura approssimativa degli undici figli e i debiti perenni che lo portarono anche in prigione – ma facciamo un rapido inventario dei padri nei romanzi che Dickens pubblicò prima della morte di suo padre:

The Pickwick Papers – non è che Mr. Wardle eserciti un gran controllo su casa, famiglia e servitori, vero? Inefficace comico.

Oliver Twist – l’unico padre che si menzioni è quello (illegittimo) di Oliver, defunto da anni, debole di carattere, run to seeds anyway, e incapace di assicurare un futuro ai suoi figli.E quando Mr. Bumble dice che i signori del comitato parrocchiale sono “tanti padri” per Oliver… well.

The Old Curiosity Shop – Il padre di Nell è morto, and good riddance, se somigliava anche solo un po’ al suo riprovevole figlio. Nell ha un nonno, ma non è che sia di grande aiuto. Tra l’altro, le ha perso al gioco tutta l’eredità. A parte questo, Kit è orfano, la Marchesa è orfana e mi par di ricordare che Barbara sia orfana anche lei…

Barnaby Rudge – Dunque, vediamo un po’. Il padre di Barnaby non è così morto come tutti credevamo, ma in compenso è un assassino. Il padre di Emma Haredale è morto molti anni orsono. Il padre di Joe Willet è tirannico e collerico. Il padre di Edward Chester è gelido e amorale. Il padre di Dolly Varden è una brava e benintenzionata persona, ma non capisce un bottone; il padre di Hugh è… oh well: diciamo che, se fossi un orfano dickensiano, non mi augurerei di ritrovarmi meno orfano di quanto credessi.

Nicholas Nickleby – il padre di Nicholas è morto. Il perfido Zio Ralph un figlio (illegittimo) ce l’ha – internato in una scuola dove lo picchiano e maltrattano tanto che se ne viene via con le biglie nel cervello e il genere di tubercolosi letteraria che non perdona. Uno inefficace e uno duro/crudele.

A Christmas Carol – il padre di Scrooge non lo voleva a casa per Natale. Bob Cratchit è una brava persona timida e affettuosa, ma nel Natale Futuro A può fare ben poco per salvare Tiny Tim, che nel Natale Futuro B sopravvive per merito di Scrooge. Oh, e il padre di Fred invece è morto.

Dombey & Son – Dombey trascura e maltratta Florence, perché una figlia è inutile; quando arriva il figlio maschio, Dombey lo tratta con tale severità, nella sua ansia di farne un uomo d’affari, che il piccolo Paul non passa i 6 anni. Oh sì: padre e figlia si riconciliano nell’ultimo capitolo.

David Copperfield – i padri di David, Ham ed Em’ly, Tommy Traddles, Steerforth e Rosa Dartle sono morti prima che la storia inizi. Il padre di Dora cede a ogni capriccio della figlia e comunque muore presto. Il padre di Agnes è debole, alcolizzato e incapace di proteggere se stesso, sua figlia e il suo studio dai maneggi di Uriah Heep. Mr. Micawber è cronicamente indebitato, disordinato e vago. Vale la pena di notare che Dickens lo scrisse come un ritratto di suo padre…

E nel 1851 John Dickens morì, per cui non lesse altro – ma direi che, se aveva mai cercato gratificazione personale e ragioni di autostima nelle opere di suo figlio, il messaggio doveva essergli arrivato forte e chiaro. D’altra parte, dopo che Charles era diventato famoso, John non aveva fatto altro che metterlo in imbarazzo, chiedendo denaro a prestito ai suoi amici e vendendo di nascosto le sue carte autografe… Tutto sommato non è una sorpresa constatare come i padri non migliorino granché nei romanzi post 1851, vero?

Er… buona Festa del Papà.

 

 

 

I Padri Di Dickensultima modifica: 2012-03-19T08:10:00+01:00da laclarina
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4 Commenti

  • [Grazie per gli spoiler di Barnaby Roudge… ora posso anche fare a meno di leggerlo, immagino 😀 ]

    In generale, credo che i padri vittoriani fossero un bel campionario di pendagli da forca, per gli standard contemporanei – non solo si tratta dell’immagine dominante in tutta la letteratura dell’epoca, ma anche quegli odiosi volumi sulla amministrazione di una famiglia (diretti poi a chi? Al capofamiglia? A sua moglie? Mah…) lasciano poco spazio ai sentimenti.
    Il ruolo del padre è quello di dare al figlio una formazione che gli permetta di farsi strada nel mondo, e naturalmente di pagarne i debiti se necessario.
    (si noti come Tiny Tim abbia bisogno di un padre ricco, non di un padre amorevole)

    Tocca probabilmente aspettare George Meredith perché qualcuno si ponga il problema di trattare amorevolmente i figli.

    Poi, è chiaro, dall’essere una figura assente che delega a terzi gran parte dei propri doveri ad essere uno scialacquatore, un violento o un omicida c’è una bella differenza.
    Ma a questo punto bisogna anche tenere in conto le necessità drammatiche.

    In linea di massima, un’infanzia vittoriana non è molto in alto nella mia lista dei desiderata.

  • [Ops… non avevo considerato… Be’, mettila così: la trama non è mai over-important, in Dickens, e in BR lo è anche meno del solito. Nessuna della gente che ti ho bruciato è davvero importante. O almeno non molto, ecco.]

    Per quanto riguarda i padri, at times I wonder. Per dire, leggi Mrs. Gaskell e ti fai l’idea che il Reverendo Brontë fosse un brutale e ottuso tiranno. Poi leggi le lettere sue, della moglie e dei figli, e l’immagine cambia. Perché nelle lettere lo trovi più che un tantino eccentrico e temperamentale, ma un uomo intelligente, aperto, cui importa molto della sua prole, del presente della sua prole, del futuro della sua prole, della cultura e apertura mentale della sua prole. Il Reverendo Pat resta vedovo giovane, cerca di crescere da solo 6 figli, ne salva quattro, li lascia leggere più o meno quel che vogliono, giocare e discutere, porta loro giocattoli da ogni piccolo viaggio, fa studiare anche le ragazze, si dispera di non poter fare di meglio per loro, ne spedisce due a Bruxelles, le appoggia quando vogliono aprire una scuola, si dispera ancor di più sul suo wayward figlio maschio, soffre molto per tutti quanti…

    E se questo era il padre-mostro di Mrs. Gaskell, ripeto: I have to wonder come fosse lo scarto fra convenzione e pratica, fra visione della figura paterna e vita quotidiana…

  • No problem per Barnaby.

    È interessante… ho trovato un articolo online

    http://logicmgmt.com/1876/overview/victorian_man/victorian_father_child.htm

    che sottolinea proprio come questa del “portatore di doni” fosse una parte importante del ruolo paterno vittoriano.

    E d’altra parte l’intelligenza non è in questione – la figura autoritaria e brutale è retaggio non solo dell’epoca vittoriana, ahimé… poi esistono forme diverse di brutalità. Nel caso del tuo esempio, sarebbe interessante sapere quanta parte delle preoccupazioni e delle sofferenze del reverendo venisse esternata e condivisa con la prole, ad esempio.

    Resta un tema interessante.
    Ma separare la realtà storica dal romanzesco, così come separare il paesaggio interiore dall’immagine esteriore, rimane una faccenda abbastanza complicata.

  • Non credo che il Reverendo fosse l’uomo più dimostrativo del creato – però dalle lettere della prole non parrebbe essere stato una sfinge indecifrabile nella sua severità.

    Citavo l’intelligenza perché Mrs. Gaskell è esplicita in proposito, e presenta la supposta durezza del Reverendo come conseguenza della sua altrettanto supposta stupidità – as opposed to the genius of his remarkable daughters.