Oltre A Leggerli

È tutta colpa di Pinterest.

Sì, da un paio di settimane ho una bacheca su Pinterest – l’ho sottotitolata “a visual appendage to Senza Errori di Stumpa” e non ho pensato a dirlo qui.

Be’, lo dico adesso: ho una bacheca su Pinterest. Si chiama Histories, Stories, Books & Theatre, e oltre a divertirmici un sacco, sto trovando la faccenda interessante.

libri,pinterestPer un paio di settimane I pinned happily away – un paio di immagini al dì, ogni volta che trovavo qualcosa di interessante. Poi è successo che su Twitter F. mi abbia chiesto: “ma come? Una bacheca sola? Non ti viene voglia di metterci di tutto?”

Confesso di essere rimasta lievemente sconcertata e, come il millepiedi di Kipling, mi sono fermata con la zampetta sollevata.

“Non ti senti limitata da una bacheca sola?” Ha insistito il fellow-twitterer, e gli ho risposto che in realtà mi ero tenuta il titolo abbastanza vago da poterci mettere parecchie cose… Quello che non gli ho detto, è stato che all’inizio ero partita con l’idea di tre o quattro bacheche diverse – una per i libri, una per il teatro e così via – e poi ho deciso che perdere del tempo a decidere se un’immagine ricadesse sotto la voce Libri o sotto la voce Storie non era proprio quello che volevo fare. Così mi sono limitata a una bacheca ragionevolmente generica e, come ho già detto, mi ci sto divertendo molto. 

Tuttavia, una volta che ha concepito dubbi sulle sue zampette, il millepiedi… er, considerando le mie difficoltà entomologiche, preferirei che Kipling avesse scelto una diversa creatura per la sua storia. Vi secca molto se passo dal millepiedi all’echidna? So che ha solo quattro zampe – but still.

Ma in realtà possiamo accantonare il regno animale nel suo complesso e tornare a noi: il fatto è che la conversazione mi ha spinta a badare a quello che stavo facendo con Pinterest, e sono giunta a due conclusioni.

La prima, è che Storia, storie, libri e teatro coprono abbastanza dei miei interessi perché “tutto il resto” possa starsene fuori dalla mia bacheca senza pregiudizio particolare. Ammetto che è una coperta piuttosto ampia, e ammetto che ci sono molte altre cose che restano fuori – ma può andare benissimo così.libri,pinterest

La seconda è che la mia ossessione per i libri sta assumendo aspetti nuovi. O se c’erano anche prima, non li avevo notati in modo consapevole. Si direbbe che limitarmi a leggerli non sia più sufficiente, dal modo in cui sulla mia bacheca sono comparsi libri alterati, oggetti a forma di libro e disposizioni pittoresche – come la suddivisione per colore. Ebbene sì, lo ammetto: sabato scorso ho iniziato a rivoluzionare la mia libreria suddividendo i libri per colore della costa****. Non è molto pratico (del che mi consolo pensando che l’ordine era molto casuale anche prima), però è grazioso a vedersi. Che posso farci? Scaffali come quelli nelle foto sono piccole soddisfazioni che ho coltivato per un paio di mattine di sabato*. Col che non voglio dire che riorganizzerò così tutta la mia libreria**, o che sia diventato più facile trovare i libri che cerco, ma potrei andare avanti per un po’. Mi piace l’idea che i libri, oltre a contenere storie, siano qualcosa che abita con me, con cui fare esperimenti decorativi, con cui giocare… I libri sono gente, dopo tutto. libri,pinterest

J. mi ha chiesto se riesco a indurmi a separare i libri dello stesso autore for the sake of colour. Francamente, i miei libri non sono molto abituati a vivere in gruppi famigliari – non lo erano nemmeno prima. Scegliendo uno scaffale a caso (tra quelli non riordinati per colore) trovo uno dopo l’altro Bryher, Aristofane, Erich Fromm, Stuart Kelly, Virgilio, Magdi Allam, Ben Jonson, Juliet Barker, Patrick Rambaud, D. G. Chandler, Susanna Clarke… senza logica particolare oltre ad associazioni mentali e una certa dose di serendipità. Oltre al resto, consulto, sposto e rileggo abbastanza spesso – e raramente ho la pazienza di rimettere esattamente dove ho preso. Mi piace vedere gli accostamenti che saltano fuori, nessuno dei quali è definitivo. Per cui non credo che i miei libri siano traumatizzati perché li ho risistemati per colore… Al massimo parrà loro un criterio vagamente più comprensibile di tanti altri.

anagram bookshop, libri alteratiDopo gli scaffali a colori, sulla bacheca sono comparse altre cose che, viste tutte insieme, cominciano ad avere qualche senso – come i meravigliosi libri-scultura di Anagram Bookshop, la custodia per l’iPad*** a forma di libro, i libricini-ciondolo, i libri ricoperti con carta da musica o mappe antiche… Tutto ciò perché non c’è niente da fare: un parallelepipedo di carta contenente una storia è un’irresistible combinazione di bellezza e concetto. Se volete, mi spingo persino ad ammettere che un ciondolo a forma di Kindle non sarebbe la stessa cosa.

E quindi, per riassumere: prima credevo di leggerli soltanto, i libri, poi ho cominciato con Pinterest, poi mi sono ritrovata a suddividere i libri per colore, e adesso mi vo scoprendo qualcosa di molto simile a una mania.

Sarà una brutta china? What next?

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* Dopodiché è arrivata F., ha storto la bocca e ha detto che la cosa le dava un’impressione di omologazione e appiattimento. “Ma vedi,” ho pigolato, “non sono in solid colour: ho cercato di ottenere delle sfumature…” F. non si è commossa – né io mi sono scoraggiata.

** A parte tutto il resto, troppe coste bianche. E non mi sono mai piaciute le coste bianche. Oh well.

*** Ma possibile che non ci sia qualcosa del genere per il Kindle?

**** Verosimilmente in preda a un attacco di quella che P. chiama “dorsomania”. Avete presente la febbre gialla di salgariana memoria e la peste nera? Ecco, si direbbe che io soffra di attacchi di dorsomania multicolore…

Oltre A Leggerliultima modifica: 2012-03-23T08:10:00+01:00da laclarina
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3 Commenti

  • Post pericolosissimo.

    Non ho idea di cosa sia Pinterest.
    Sai adesso cosa succederà, vero? Andrò a vedere cos’è, lo troverò interessante, farò un account, e mi troverò con un’altra appendice web a cui dedicare del tempo…

    Sulla questione della disposizione dei libri sugli scaffali per colore della costa, se da una parte l’idea mi piace, dall’altra mi pare poco pratica, ma mi rendo conto soprattutto di aver trovato un argomento per il mio post di domenica – poiché è evidente che non tutti dispongono i libri sullo scaffale allo stesso modo.
    Ed è un fenomeno da indagare.

    Vista ora la natura della disposizione sui tuoi scaffali, è assolutamente indispensabile giocare a Strange Bedfellows, il gioco inventato da M. John Harrison – si scelgono due libri contigui, e ci si immagina una conversazione notturna dei due autori, che si trovano a dividere (chissà poi per quale motivo) un letto a due piazze.

    Infine, l’ampiezza degli interessi – che poi incide sulel disposizioni sugli scaffali e su tutto il resto.
    Qui probabilmente ci allontaniamo – il mio spettro di interessi si va ampliando ad una velocità preoccupante. E quelli in gamba mi dicono che naturalmente non si fa così, che gli interessi si devono focalizzare col tempo.
    Ma come mi disse la donna più bella del mondo, “You can learn anything from a book”.
    Dannazione, sì!

  • Yes well, Pinterest è una cosa di cui scopri l’esistenza, e resisti un pochino, perché lo vedi un potenziale mangiatore di tempo, poi resisti ancora un po’ e ti compiaci di tanta virtuosa determinazione, poi cedi – e poi dipende, ma a dire il vero non l’ho trovato così time-consuming come temevo, o quanto meno sono riuscita a contenermi.
    Quasi.

    La disposizione dei libri… be’, vedo che nel corso degli ultimi dodici anni il mio metodo (conosciuto in famiglia come Capriccio&Caso) va ingoiando settori sempre più vasti della libreria che il mio babbo aveva organizzato molto militarmente.
    Il criterio dei colori – hai del tutto ragione – non è affatto pratico, e quindi tutto sommato mi si addice. Non so come ho potuto non pensarci prima.

    Strange Bedfellows… sbaglio o ne avevamo già parlato? Poi mi era uscito di mente. Grazie per avermelo ricordato – expect… something.

    E infine gli interessi. Mi rendo conto che, come l’ho messa, suona maluccio. Sto invecchiando, e questo è fuori discussione (oggi a scuola non riuscivo a ricordarmi a nessun patto il nome di un personaggio minore di Dickens in un libro che ho riletto il mese scorso! Toi Toi), ma non fino al punto di restringere gli interessi. 🙂 Diciamo che si sono canalizzati, in un certo senso, e si allargano per contiguità. Da un periodo storico all’altro, da un genere alle sue derivazioni, dalla narrativa alla narratologia, dal teatro al lighting, ai costumi – e di qui, del tutto improbabilmente, alla realizzazione dei costumi stessi: sto imparando a cucire a quarant’anni! E dai libri ai crafts (tipo una certa custodia per il Kindle che adesso *voglio* mettere insieme…) e così via. Per lo più cose che possono ricadere sotto la coperta – più un paio di odd things ogni tanto, e la tendenza a provare a scrivere di tutto un po’ – almeno una volta. Ecco: adesso suona un po’ meno sinistro…

  • Contiguità.
    Sì, ci siamo in pieno – gli interessi si espandono inesorabili per contiguità.
    Il che ha anche una certa attinenza con
    a . l’organizzazione degli scaffali
    b . il gioco Strange Bedfellows

    Viviamo in un mondo interessantissimo in cui tutte le cose sono connesse, e si può passare dalla cucina al teatro passando per lo spionaggio.
    È fantastico.

    Quindi poco da aggiungere, se non che sottoscrivo ogni parola.
    Tranne quella sull’invecchiare – noi non invecchiamo.
    Noi miglioriamo col passare del tempo 😉