Giu 27, 2012 - considerazioni sparse, meme    8 Comments

Undici Di Tutto

Nick del blog Nocturnia mi coinvolge in questo meme… lo sapete, vero, che sono sempre un po’ riluttante a bloggare per meme? Non perché non li trovi divertenti, ma perché non sono terribilmente certa che al lettore di SEdS, che passa di qui in cerca di libritudini assortite, interessino troppo i miei rimuginamenti personali. Per cui tento di resistere alla tentazione – e fin qui ho resistito, con un paio di eccezioni giustificate dal fatto che in un caso si trattava di ossessioni di scrittura e nell’altro di personaggi letterari.

Stavolta la faccenda è un pochino meno pertinente, anche se cercheremo di tenerla entro i binari per quanto si può, ed è anche complicata – in tre fasi più passaggio del testimone. E il fatto è che è anche tanto graziosa, e non resisto…

Per cui, senz’altri indugi, andiamo a cominciar.

La cosa funziona così:

Scrivere 11 cose su di sé;
Rispondere alle 11 domande del taggatore;
Scrivere 11 domande per i taggandi;
Taggare 11 blogger.

Quindi, prima undicina: Cose Su Di Me

1) Non distinguo troppo bene la destra dalla sinistra. Mi si dice che dipende dal mancinismo corretto forcibly in prima elementare. Sarà – ma adesso sono piuttosto ambidestra e devo portare un anello sulla mano sinistra per sapere se sto camminando sul mio marciapiedi o se devo cedere il passo. Tengo a chiarire però che distinguo molto bene il sedile del passeggero da una portiera, per cui alla guida non sono pericolosa. Tranne in Inghilterra – ma questa è un’altra storia.

2) Una volta ho portato a casa da Londra un bonsai nello zaino. Ho telefonato alla British Airways prima per assicurarmi che non ci fossero obiezioni e poi, quando sono arrivata ai controlli, la signorina dei bagagli ha aperto lo zaino e ha dato uno squittio deliziato: “Hey, this lady has a tiny tree in her rucksack!” Un attimo dopo, c’era una piccola folla di addetti e passeggeri occupati a entusiasmarsi per il tiny tree. Che, tra parentesi, si chiamava Lemuel…

3) E questo mi porta a dire che dò nomi ta tutto quanto, in particolare la tecnologia. Nomi tendenzialmente letterari. Il mio primo lettore CD portatile si chiamava Captain Brassbound come un personaggio di Shaw. La mia automobile si chiama Bat (short for Batrace, trattandosi di una Ka verde – però quando mi irrita va anche sotto il nome di Kaa). Il vetusto e non silenziosissimo condizionatore si chiama Belfagor. Una successione di telefoni cordless ha portato i nomi di diavoli danteschi. Il computer fisso attuale si chiama L’Innominatino-cum-Steno. Il netbook si chiama The Beastie. E così via.

4) E, parlando di tecnologia, mi secca maledettamente che non ci sia più la Google bar per Firefox. Probabilmente c’è modo di girarci attorno, ma non ho ancora avuto il tempo di strologarci, e per ora mi limito a snocciolare imprecazioni elisabettiane ogni volta che ci bado.

5) Ma tornando invece a parlare di aeroporti, si vede che ho l’aria da terrorista: non mi è mai successo di arrivare in Inghilterra (o in Scozia, o in Galles, se è per questo) senza che il personale isolano sentisse di dovermi perquisire personalmente. Ripeto: si vede che sembro pericolosa.

6) Ancora aeroporti: una volta, nel corso di un viaggio allucinante per disguidi, ritardi e improbabilità aeree, mi sono trovata nel bel mezzo di un allarme bomba all’aeroporto di Bruxelles. Non è stato divertente.

7) A quattordici anni sono caduta da cavallo incrinandomi un polso – solo che al pronto soccorso hanno deciso che non era nulla di rilevante. Ci ho guadagnato un barometro personale, visto che quasi un quarto di secolo più tardi il mio polso segna l’avvicinarsi del maltempo con discreta precisione.

8) Per sette anni ho commerciato legnami per l’edilizia. Diciamo che è stata un’esperienza molto istruttiva da tutta una varietà di punti di vista – non escluso quello antropologico. Per qualche motivo, la gente si siede in ufficio (avevo un ufficio molto vecchia maniera – con tanto di ritratti degli avi alle pareti…) e racconta la propria vita alla sconosciuta del magazzino di legnami. Mentre calcolavo luci e portate ho raccolto storie che voi umani…

9) Un tempo ogni tanto partivo da Verona alle dieci di sera con il pullman delle badanti, arrivavo a Vienna in tarda mattinata, la sera andavo all’opera e poi tornavo a casa con il primo treno del mattino. Oppure partivo per Roma o per Zurigo nel primissimo pomeriggio, arrivavo in tempo per andare all’opera e poi tornavo con il treno della notte. E andavo direttamente dalla stazione al lavoro. Ah, mais j’étais jeune alors

10) Quando avevo otto anni, per un annetto mio padre mi diede lezioni di Ebraico antico. Poi smettemmo e cominciai a studiare pianoforte – per il quale ero interamente negata. Peccato. Per l’Ebraico, non per il pianoforte.

11) Voglio scrivere radiodrammi. Sono affascinata dai radiodrammi. C’è qualcosa in queste voci disincarnate, in questi rumori ed effetti che dipingono un palcoscenico inesistente – qualcosa che mi attira oltre ogni dire. Un giorno, presto o tardi, scriverò un radiodramma. E ditemi se non suono come Grisù: farò il pompière! Un giorno io farò il pompière!…

And so far, so good. O almeno spero. Vi siete annoiati a morte? Adesso cambiamo gioco: le domande di Nick.

1) Si avvicina un (o una tua) ex che hai amato profondamente, però lui (o lei) ti ha lasciato per un altra persona. Adesso dice che vuole tornare con te.Tu come ti regoli?
Mai capitato, per cui lasciatemi sperare che saprei sfoggiare un sorrisetto tra l’amarognolo e il feralmente comprensivo e mormorare “There was a time for this…”

2) Un editore vuole pubblicare il tuo libro fumettosaggio però a pagamento. Cosa gli rispondi?
No. Uh, aspetti: No, grazie. È così che si dice, vero?

3)Dovendo scegliere: amore o soldi?
Suona molto brutto se dico soldi? È perché si ha questa impressione che l’amore senza un soldo frani  facilmente a valle, e allora ritrovarsi senza amore & senza soldi sarebbe una beffa sesquipedale.

4) Il tuo animale preferito e quello che più odi o che ti fa più paura e perchè.
Mi piacciono tanto gli elefanti, e la colpa è da attribuirsi in buona parte a Kipling e a Toomai of the Elephants. “Barraò, my Lords!” Invece nutro un invincibile, paralizzante ribrezzo per i R, le bestie con 8 zampe che fanno le r-tele, di cui non so nemmeno indurmi a scrivere il nome per intero. E in realtà, tutto quello che ha da 6 a 8 zampe ed è più grosso di una mosca, a tutti gli effetti pratici è più grosso di me.

5) La poesia o il libro che più ti hanno fatto odiare durante gli anni della scuola?
L’Eneide, I believe. Mai sopportato Enea – modello di perfezione, abbandonatore seriale di donne innamorate, stuoino degli dei, succube del fato, sottrattore di fidanzate altrui, vincitore per intervento divino plurimo e ineluttabilità congenita. Epperò non solo dovevo leggere, commentare, analizzare, tradurre e imparare a memoria vasti brani del suo poema – dovevo anche apprezzare le sue molteplici virtù perché era cosa buona e giusta. Furore Tremendo.

6)Cartaceo o eBook?
Entrambi, grazie. E in abbondanza, grazie. No, niente panna sopra, grazie.

7)Un film che rivederesti in continuazione.
Due, in realtà: Cyrano di Rappeneau, fedele al testo, raffinato, bello a vedersi, fotografato divinamente, recitato ancora meglio, moody quanto basta. E poi Shakespeare in Love, perché è un adorabile giocattolo shakespeariano e perché la sceneggiatura di Tom Stoppard è tanto, tanto, tanto vicina alla mia idea di metaletteraria perfezione.

8) La volta che hai pensato “Questa roba l’ avrei fatta meglio io!”
Qualche volta capita. Romanzi storici, per lo più.

9) La cosa che per prima ti colpisce di più in un uomo o in una donna (secondo le vostre inclinazioni: E non state a rispondere la sensibilità o l’inteligenza che tanto non vi crede nessuno!)
La voce prima di tutto. Timbro, colore, uso, vezzi, accenti e inflessioni. Poi, nell’ordine, Occhi, statura, sorriso e mani.

10) Cosa non vi piace della città dove vivete.
Ah, Mantova, Mantova, bella addormentata…

11) Rifareste un altro meme?
Dico sempre di no, ma poi…

E adesso cerchiamo di predicare almeno tanto male quanto si razzola, e induciamo in tentazione un po’ di altra gente. Per prima cosa, è la mia volta di far domande:

1) A che cosa proprio non sapete resistere?

2) Macchina del tempo: dove? Quando? Chi? Che cosa? Perché?

3) No, non siete inclini all’omicidio – però siete fortemente tentati quando…?

4) “Facciamo che il salotto era X, io ero Y e tu eri Z…” Chi giocavate ad essere, da bambini?

5) Il concerto della vita?

6) Il vostro fenomeno atmosferico prediletto – quello che, quando vi alzate e aprite la finestra, vi rende già felici sulla fiducia?

7) Il finale letterario (o cinematografico, o teatrale) con cui proprio non sapete riconciliarvi?

8) …E a un certo punto vi siete resi conto che eravate “dentro” un libro. Quale? Come?

9) Dal questionario di Proust: se non foste voi, chi vorreste essere?

10) Che cosa non avete mai fatto e vorreste tanto fare?

11) Finale in crescendo, à la Faust di Goethe: il momento cui avreste voluto dire “Sei bello, fermati…”?

E per finire, le mie undici vittime designate – in nessun ordine particolare:

1) Alessandro Forlani

2) Davide Mana

3) Marta Manfioletti

4) Mattia Nicchio

5) Marta Traverso

6) Alex Girola

7) Ferruccio Gianola

8) Andrea Camillo

9) Marco Freccero

10) Rossana Rotolo

11) Irene Gualtieri

e 12), che blog non ha, ma ci sono i commenti: Andrea F. (ex Renzo!)

Che poi, se non siete in lista e le domande vi solleticano, siete più che benvenuti. Qui nei commenti o sul vostro blog…

 

 

Undici Di Tuttoultima modifica: 2012-06-27T08:10:00+02:00da laclarina
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8 Commenti

  • Ciao!
    Come prima cosa, grazie per aver accettato il gioco, te la sei cavata benissimo, con un gran bel tocco personale di estrema finezza.

  • Ma guarda – io sono un ambidestro “curato” a scuola della mia orrida perversione… per cui anch’io scambio destra e sinistra e, grave per un geologo, est e ovest.
    E un giorno discuteremo di allarmi bomba, magari collaborando a un radiodramma.

    Per il resto, io al meme di Nick ho già risposto, e due volte sarebbe eccessivo (non che io manchi di dettagli ridicoli sulla mia vita da infliggere al prossimo, anzi!)

    Perciò rispondo solo qui alle tue undici, così, perché mi pare divertente.

    1) A che cosa proprio non sapete resistere?
    A un buon libro. Tutto il resto passa in secondo piano.

    2) Macchina del tempo: dove? Quando? Chi? Che cosa? Perché?
    Il Cretaceo – per la compagnia.
    Oppure il futuro – conta, il futuro, come scelta?

    3) No, non siete inclini all’omicidio – però siete fortemente tentati quando…?
    Quando esagerano.

    4) “Facciamo che il salotto era X, io ero Y e tu eri Z…” Chi giocavate ad essere, da bambini?
    Un astronauta.

    5) Il concerto della vita?
    Jethro Tull, Wembley Arena, 1992.

    6) Il vostro fenomeno atmosferico prediletto – quello che, quando vi alzate e aprite la finestra, vi rende già felici sulla fiducia?
    Temporale.
    Pioggia a dirotto.

    7) Il finale letterario (o cinematografico, o teatrale) con cui proprio non sapete riconciliarvi?
    Il Cavaliere e il Fante di Spade, di Fritz Leiber.

    8) …E a un certo punto vi siete resi conto che eravate “dentro” un libro. Quale? Come?
    Mah… ci fu un tempo in cui mi convinsi che se cominci a vedere la realtà attraverso il filtro del noir (quello vero), la tua vita comincerà ad avere uno svolgimento chandleriano. Perciò direi Il Lungo Addio.
    Anche se spesso ho il forte dubbio che Philip Dick stia scrivendo la mia storia.

    9) Dal questionario di Proust: se non foste voi, chi vorreste essere?
    Facile: chiunque fuorché Proust.

    10) Che cosa non avete mai fatto e vorreste tanto fare?
    Andarmene. Stare via per un anno, due, cinque, solo per girare su questo pianeta, fare foto, incontrare persone.

    11) Finale in crescendo, à la Faust di Goethe: il momento cui avreste voluto dire “Sei bello, fermati…”?
    No.
    L’esperienza richiede che le cose passino perché le si possa apprezzare.
    Credo.

  • @Nick: grazie! *drops a curtsey* È stato molto divertente. 🙂

    @Davide: Sì, sapevo che l’avevi già fatto. Ho esitato se includerti nella lista, ma poi ho considerato che Nick ha risposto a ben sei set di domande, e quindi…
    E direi di sì: il futuro conta come scelta. Non ci penso mai perché è l’ultima cosa che mi verrebbe in mente di fare con una macchina del tempo, ma indubbiamente conta.

  • 1) A che cosa proprio non sapete resistere?
    Ad un libro nuovo che mi interessa. Ad una penna stilo, magari regalata che porta con se un po’ di storia. Alla doccia serale e mattutina. Insomma a quello che mi fà stare meglio come corpo e come anima.

    2) Macchina del tempo: dove? Quando? Chi? Che cosa? Perché?
    Un pittore espressionista francese. Senza i tormenti interiori, ma con la capacità di cogliere il colore del mondo per riprodurli sulla tela.

    3) No, non siete inclini all’omicidio – però siete fortemente tentati quando…?
    L’ottusità mentale è inutile combattarla con le armi della normalità, serve un’intervento al limite….

    4) “Facciamo che il salotto era X, io ero Y e tu eri Z…” Chi giocavate ad essere, da bambini?
    Si faceva la guerra “tirando” elastici, fabbricati utilizzando una vecchia camera d’aria di bicicletta. Le imboscate, la strategia del gioco, l’aiuto reciproco per vincere o forse la memoria che rende il passato edulcorato, che bel periodo di vita.

    5) Il concerto della vita?
    Non l’ho vissuto. Ma quello suonato all’interno di un lagher nazista da ebrei per allungare la speranza della vita. Forse non c’è più bella musica

    6) Il vostro fenomeno atmosferico prediletto – quello che, quando vi alzate e aprite la finestra, vi rende già felici sulla fiducia?
    Un sole carico di luce ma ancora scarso di calore. Illumina la speranza di una buona giornata.

    7) Il finale letterario (o cinematografico, o teatrale) con cui proprio non sapete riconciliarvi?
    Il finale di molte commedie che si vedono sulle piazze, magari recitate in dialetto. Come finirà lo si intuisce già all’inizio dell’opera, ed è un tirare alla fine per dimostrare che avevamo ragione.

    8) …E a un certo punto vi siete resi conto che eravate “dentro” un libro. Quale? Come?
    A sua immagine. Il primo libro comperato, forse il primo veramente letto. Io potevo fare il medico che tenta di riprodurre con la genetica un ricco personaggio, che vuole un figlio a sua immagine.

    9) Dal questionario di Proust: se non foste voi, chi vorreste essere?
    Un cardiochirurgo. Mettere le mani sul cuore di una persona, tanta emozione.

    10) Che cosa non avete mai fatto e vorreste tanto fare?
    Il cammino di compostela, andare in Israele in barca e starci un pò di tempo per girarlo.

    11) Finale in crescendo, à la Faust di Goethe: il momento cui avreste voluto dire “Sei bello, fermati…”?
    La cena di matrimonio, seduti ad un tavolo in piazza Erbe a Mantova fregandose di tutto e tutti.

  • Delizioso e allettante e anche se non invitata voglio rispondere alle tue chè per le altre mi ci vorrebbe lo stesso tempo della prova invalsi di mio figlio!
    Perciò anch’io rispondo solo qui alle tue undici, per sfizio, per cimentarmi, per vedere se incuriosisco qualcuno o se sono così insipida da passare inosservata.

    1) A che cosa proprio non sapete resistere?
    A molte cose ma davanti alla possibilità di fare sorridere qualcuno proprio non resisto! la felicità data e ricevuta è prima di ogni cosa.

    2) Macchina del tempo: dove? Quando? Chi? Che cosa? Perché?
    Torre del Lago Puccini con Giacomo P. un signore che sa far vibrare corde emozionali con una nota ben scelta al punto giusto mi sa che abbia anche altro da offrire.

    3) No, non siete inclini all’omicidio – però siete fortemente tentati quando…?
    Abusano della disponibilità.

    4) “Facciamo che il salotto era X, io ero Y e tu eri Z…” Chi giocavate ad essere, da bambini?
    Minni Minoprio che al termine di un varietà cantava girando attorno a Fred Bongusto con un abito charleston soffiando un “cipicipiciciphà!”

    5) Il concerto della vita?
    Rigoletto, Mantova, 1983 con uno strepitoso Leo Nucci, indimenticabile.

    6) Il vostro fenomeno atmosferico prediletto – quello che, quando vi alzate e aprite la finestra, vi rende già felici sulla fiducia?
    Pioggerella leggera da poter prendre stando immobili all’aperto a braccia aperte al cielo.

    7) Il finale letterario (o cinematografico, o teatrale) con cui proprio non sapete riconciliarvi?
    Aspettando Godot di B.B.

    8) …E a un certo punto vi siete resi conto che eravate “dentro” un libro. Quale? Come?
    Passami il sale di C. S., ho rivissuto la sua storia come mia tanto da scriverle e creare così un’incontro ora amicizia. (quando si dice entrare in un libro..)

    9) Dal questionario di Proust: se non foste voi, chi vorreste essere?
    Io, mi adoro quando sono così convinta! oppure una delle “qualsiasi” ballerine sollevate nel tempo da Nureyev .

    10) Che cosa non avete mai fatto e vorreste tanto fare?
    Andarmene. Stare via per un anno, due, cinque, solo per girare su questo pianeta, fare foto, incontrare persone. ebbene sì l’ho copiato perchè è davvero tanto mia questa risposta!

    11) Finale in crescendo, à la Faust di Goethe: il momento cui avreste voluto dire “Sei bello, fermati…”?
    Quando? giuro che se arriva ve lo dico!
    Forse

  • D’ora in poi tu sarai per me: la “ragazza col piccolo albero nello zaino”. Fantastica.

    Risponderò alle domande, ma con calma: per queste cose sono lentissimaaa…

    Jane/Rossana

  • @Ciccio: bello, il tuo n° 4: mi fa venire in mente La Guerra dei Bottoni di Louis Pergaud. Letto?

    @Lanon: ma certo che eri invitata! Non l’ho detto, che l’invito era aperto? E su Torre del Lago e Nureyev… eh, non posso dire che tu abbia cattivi gusti! 🙂

    @Jane: non c’è fretta. Magari, quando hai fatto, mi metti un linkerellino qui? A presto,
    F.to La Ragazza Con L’Alberello 🙂

  • “Ci sono anch’io, ci sono anch’io” urlò l’ultimo naufrago prima di essere issato a bordo.

    1) A che cosa proprio non sapete resistere?
    A una battuta sagace.
    2) Macchina del tempo: dove? Quando? Chi? Che cosa? Perché?
    Dove? Sicuramente solo nel passato.
    Quando? Dal culmine della civiltà egizia alla prima metà del novecento.
    Chi? Sarebbero troppi i personaggi storici che vorrei vedere. Di certo non mi dispiacerebbe poter incontrare Leonardo sotto le mura del Castello di Milano. Ogni giorno che vi passo accanto non posso rimirare le merlature senza pensare al periodo in cui era alla corte del Moro.
    Che cosa? Come parlavano, come si muovevano, in definitiva come realmente erano.
    Perché? Per vedere se ciò che ho appreso dalle loro biografie corrisponde a totale realtà. Per “annusare” e “palpare” il loro Io.
    Comunque tutto ciò è valido solo e solamente se ho diritto ad utilizzare la macchina del tempo più e più volte, altrimenti, per un solo viaggio, scelgo esclusivamente Padre Ernetti quando crea il Cronovisore. Così mi rifarei in casa la mia macchina del tempo e la potrei usare a mio piacimento.
    Come? Ma certo Chiara, quando vuoi la potrai prendere. Per te sarà già settata sugli anni 219-201 a.c. No problem.
    Annibaleeeeeeeeee sta arrivando la Clarinaaaaaaaaaaaaa!
    3) No, non siete inclini all’omicidio – però siete fortemente tentati quando…?
    Vedo maltrattare gli umili. Quando vedo la loro anima fatta a brandelli solo perché non hanno la forza di ribellarsi o non sono più in grado di farlo.
    4) “Facciamo che il salotto era X, io ero Y e tu eri Z…” Chi giocavate ad essere, da bambini?
    Il pirata.
    5) Il concerto della vita?
    Carmen Teatro alla Scala di Milano 2009
    AC/DC Udine 2010
    6) Il vostro fenomeno atmosferico prediletto – quello che, quando vi alzate e aprite la finestra, vi rende già felici sulla fiducia?
    Nebbia con elevata umidità e pioggia finissima, a patto che non debba usare la macchina.
    7) Il finale letterario (o cinematografico, o teatrale) con cui proprio non sapete riconciliarvi?
    Il deserto dei Tartari.
    Drogooooooo, resta, resta!!! Ma come, proprio sul più bello?
    8)…E a un certo punto vi siete resi conto che eravate “dentro” un libro. Quale? Come?
    Non mi è mai capitato. Me tapino. Onta su di me. Sigh, sigh, sigh.
    9) Dal questionario di Proust: se non foste voi, chi vorreste essere?
    Un genio della matematica alla Will Hunting.
    10) Che cosa non avete mai fatto e vorreste tanto fare?
    Perdermi. Ad una condizione: avere la possibilità di poter ritornare quando più mi aggrada, con un semplice click.
    11) Finale in crescendo, à la Faust di Goethe: il momento cui avreste voluto dire “Sei bello, fermati…”?
    No, quei momenti devono essere istanti veloci, fugaci ed irripetibili.