Spettri, Diavoli E Magie

Vi ricordate di Elizabethan Metaphysicks, il video tratto da Magickal Realism di Alistair Gentry?

Se non ve ne ricordate, dategli un’occhiatina. Sono solo due minuti e tre quarti.

Fatto?

Bene.

Allora magari sotto il post in questione avete letto anche questo commento di S.:

Splendido! All’inizio però c’è un’immagine da un testo di geometria, con tanto di formule. Essendo io un matematico di professione, mi sento inquieto: devo considerarmi affine a spettri, diavoli e magie?

E io ho risposto che era una buona domanda, e che ne avremmo riparlato. E adesso ne riparliamo. E la risposta, o S. è che, se tu fossi stato un matematico alla fine del XVI Secolo, avresti potuto considerare i tuoi studi affini a spettri, diavoli e magie. Quanto meno a magie. E di certo un buon numero dei tuoi contemporanei e varie autorità religiose l’avrebbero pensata così – con possibili conseguenze in vari gradi di pericolosità.

Ma probabilmente lo avresti pensato anche tu.

Mi viene in mente, per prima cosa, Ian Mortimer, che in The Time Traveler’s Guide To Elizabethan England lo spiega molto bene:

Proprio l’idea che tutto sia possibile consente tanta apertura mentale nei confronti della sperimentazione. Si esplorano i fenomeni superstiziosi nella convinzione di investigare il mondo reale. Se non si fa distinzione tra verità scientifica e credenze superstizione, non è irrazionale investigare ogni fenomeno cose se potesse essere scientificamente vero.*

john dee,thomas harriot,christopher marlowe,ian mortimer,alistair gentryQuando il Doctor Faustus di Marlowe entra in scena passando in rassegna le branche della conoscenza alla ricerca di un campo su cui esercitare le sue notevoli qualità, elenca nell’ordine la filosofia, la medicina, il diritto, la teologia – e poi la magia. Vero, la magia non è disciplina universitaria, ed è decisamente più pericolosa delle altre, come non noteranno di fargli notare gli altri eruditi che metterà a parte delle sue intenzioni. Ma questa gente cauta non obbietta alla natura dei nuovi studi del Dottore, bensì alla loro pericolosità. Il problema non è che i contatti con il diavolo siano un’idea ridicola, bensì che siano una faccenda praticabile e pericolosissima. john dee,thomas harriot,christopher marlowe,ian mortimer,alistair gentry

Ma senza bisogno di cercare su un palcoscenico, John Dee è un matematico e astronomo di tutto rispetto, docente di algebra euclidea alla Sorbona a vent’anni, conteso dalle università del Continente – ma ciò non gl’impedisce una carriera parallela di (regio) astrologo e negromante, né decenni di sforzi per comunicare con gli angeli**.

Dopodiché ci sono piccoli problemi di sicurezza personale, come il fatto che fuori d’Inghilterra le pratiche magiche sono materia per l’Inquisizione, e in Inghilterra sono tradimento – ma d’altra parte, per semplificare, diciamo che entrambi i tipi di autorità diffidano abbondantemente di ogni tentativo di indagare oltre la versione della verità stabilita dalle Scritture.

Per dire, Galileo. O la lista di accuse di blasfemia redatta per Marlowe, che comprendeva, senza particolare distinzione di gravità, l’evocazione del diavolo nei boschi in quel di Cambridge e un tentativo di cronologia pre-biblica. E tra parentesi, la cronologia non era farina del sacco di Marlowe, ma del matematico Thomas Harriot.

Per cui, o S., credo che tu possa ritenerti un discendente ideale di questa gente che indagava la realtà cercando di sbirciare oltre le costrizioni religiose – qualche volta a rischio della reputazione e/o del collo. Il fatto che questa indagine talvolta sconfinasse in campi che adesso reputiamo eminentemente non-scientifici è dovuta alla diversa percezione di quel che è vero e possibile. 

Tutto considerato, è molto possibile che adesso non crediamo a spettri, diavoli e magie anche perché i tuoi precursori elisabettiani hanno cominciato a indagare in proposito con mentalità scientifica – mentre si occupavano di Euclide e di leggi della rifrazione.

Per cui direi che non hai ragione di sentirti inquieto.

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* Pag. 125, traduzione mia.

** Per mezzo di un medium che si rivelerà un grandioso truffatore, ma questo è un altro discorso.

Spettri, Diavoli E Magieultima modifica: 2012-09-28T08:10:00+02:00da laclarina
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11 Commenti

  • Ah, come ci divertivamo ai bei tempi!

  • Non avevo dimenticato che abbiamo un negromante tra noi – ma è chiaro che la gente che vive per secoliesecoli da un lato non fa testo, e dall’altro deve adattarsi un bel po’… 🙂

  • Grazie, sono onorato di questo post, parzialmente ispirato dal mio commento.

    Quindi non mi devo inquietare; però ai prossimi studenti che faranno il mio corso chiederò di fare l’esame in un maniero infestato dagli spettri. Ne conosci uno qui vicino?

  • È indubbio che le radici del pensiero scientifico debbano ricercarsi in quei personaggi rinascimentali che si ritrovano sospesi fra le due realtà – quella della sperimentazione empirica, e quella del sovrannaturale.
    Entrambe, incidentalmente, derivano dall’originaria investigazione del mondo naturale – c’è chi propende per una spiegazione materialistica, chi propende per una spiegazione sovrannaturale dei fenomeni osservati.
    Succede in tutte le culture.

    In Europa e in occidente, comunque, il dualismo scienza/magia ha una coda molto lunga – Newton si occupa anche di alchimia, gli studiosi vittoriani della Folk Lore Society applicano (beh, ok, tentano di applicare) criteri darwiniani alle creature fatate delle leggende. In meno di trent’anni la scienza in Germania sotto il nazismo assume derive mistiche che considereremmo inammissibili. Lo stesso accade in Unione Sovietica sotto Stalin.
    L’ideologia prende il sopravvento sulla ragione, diremmo noi.
    ma anche molte delle attuali psedoscienze (la teoria della Terra Cava, ad esempio, che ha ancora sostenitori) sono eredi dirette di questa dicotomia.
    Ciò che è cambiato è l’ortodossia, o piuttosto il paradigma dominante.
    John Dee è sospeso fra scienza e magia, ed entrambe sono attività elitarie e condannate dalla cultura principale.
    Poi, progressivamente, la scienza diventa una attività dignitosa (soprattutto perché funziona) e democratica (poiché antidogmatica) e il pensiero magico diventa una eccentricità.
    Serve un elemento sociale di qualche genere (la dittatura di un folle, una religione particolarmente totalizzante, una moda fortemente pervasiva come il New Age…) per modificare localmente il paradigma.
    Ma la magia continua a non funzionare.

  • @Simone: 😀 Neanche a fare apposta, ho intrasentito stasera un servizio su un castello nel Riminese… non ricordo il nome, ma narrasi che ci vagoli una bambina fantasma che gioca a palla. Magari puoi far calcolare ai tuoi studenti la traiettoria dei rimbalzi ectoplasmatici…

    @Davide: non sapevo della magia staliniana… Curiosa faccenda che non avrei mai immaginato nemmeno da lontano. Mi documenterò.

  • Interessante…
    Se posso permettermi, “narrasi che ci vagoli” non è un costrutto degno di te 😉

  • Visto che hai un sacco di tempo libero, ti consiglio un libro.
    Bello spesso, oltretutto.
    Il titolo è “Declare”.
    L’autore è Tim Powers.
    Ti piacerà.

  • @Simone: che cos’hai contro le forme desuete? Puoi quasi considerarle parole fantasma…

    @Davide: *tinnnng!*
    E questo era il rumore della mia ToReadList che si allungava di un altro titolo…

  • @Davide bis: Ma è lo stesso uomo di The Anubi Gates! Mi ricordo di averlo letto al Liceo. I was in awe di fronte al meccanismo intricatissimo, e al modo in cui tutto era correlato con tutto, e i dettagli più insignificanti tornavano a galla in modo inaspettato… Non so se mi fosse piaciuta enormemente la storia, ma la tecnica narrativa mi aveva lasciata senza parole.

  • Mi sembra che suoni male, troppe sillabe. O forse è la ritmica che non mi garba.

  • Pensa che invece a me non dispiace proprio questo ritmo saltellante…