L’Uomo Che Voleva Essere Shakespeare II

Rieccoci qui, e riecco William Henry Ireland.

Lo avevamo lasciato – ricordate? – a mangiarsi le unghie in attesa degli esperti di cose shakespeariane che dovevano esaminare i suoi autografi del bardo.

Ebbene, i due studiosi arrivarono, esaminarono, cogitarono, mormorarono, interrogarono un tremebondo William, elucubrarono ancora un po’ e, alla fne, dichiararono i documenti autentici.

shakespeare,william henry irelandCon tutta la Londra bene, capitanata da gente come il principe di Galles, il primo ministro Pitt e James Boswell, che fioccava nel suo salotto per vedere le reliquie autenticate, Samuel Ireland era al settimo cielo. Ma chi aveva l’impressione di vivere in un sogno era William Henry.

Ce l’aveva fatta.

E se ce l’aveva fatta, perché fermarsi?

Il parto successivo fu un sonetto d’amore dedicato ad Anne Hathaway, poi vennero dei libri a stampa annotati a margine, e poi addirittura un manoscritto del Re Lear– ma non una copia fedele dal First Folio, oh no. Perché vedete, se Shakespeare aveva un difetto agli occhi dei suoi adoratori di epoca georgiana, era il suo humour di grana non proprio finissima. E così, nel copiare, il nostro giovanotto non seppe trattenersi dal purgare il tutto, anticipando in questo i celebri fratelli Bowdler. E non v’immaginate la gioia pubblica nello scoprire che dopo tutto il Cigno di Stradford era più fine dei suoi ribaldi curatori postumi… shakespeare,william henry ireland

Londra, con Samuel in testa, sembrava intenzionata a bere qualsiasi elaborata fandonia William preparasse. Doveva essere una sensazione inebriante per il ragazzo troppo stupido per ricevere un’istruzione, lo scrivano di ripiego, il figlio insoddisfacente. E se tutti avevano creduto al suo sonetto, se il suo Lear sanitizzato era piaciuto persino più dell’originale, che cosa gl’impediva di lanciarsi in qualcosa di più grosso ancora? Qualcosa di suo?

E fu il Vortigern.

shakespeare,william henry irelandUn inedito, capite? Vortigern e Rowena, per la precisione. Una tragedia storica tratta dal buon vecchio Holinshed, fonte d’ispirazione per tutti i tragediografi elisabettiani. Samuel Ireland, in brodo di giuggiole, montò una campagna pubblicitaria e vendette i diritti a nessun altro che Richard Sheridan, , perché rappresentasse la straordinaria trouvaille al Drury Lane, con l’astro delle scene, John Kemble, nel ruolo del protagonista.

Tutto sembrava predisposto per il trionfo segreto di William, vero? Peccato che Sheridan cominciasse presto ad avere dei dubbi. Peccato che una tragedia intera fosse tutt’altro che qualche sonetto e una manciata di versi cambiati. Peccato che Kemble annusasse il falso…

Le prove si trascinarono, e intanto la straordinaria fortuna di William cominciava a mostrare la corda. Procurarsi la carta antica e l’inchiostro finto-antico diventava difficile e sospetto, e ci fu un terribile pomeriggio in cui un amico, piombato nello studio legale a sorpresa, trovò William intento con tutto l’armamentario per la falsificazione, c’era il celebre avvocato bardolatra Edward Malone che cominciava a gettare dubbi sugli autografi, c’era l’occasionale articolista che si faceva beffe dell’approssimativo Inglese elisabettiano di William, c’era Samuel che voleva a tutti i costi conoscere il misterioso Mr. H…. e sapete che cosa era peggio di tutto? Dopo il primo moto di entusiasmo, Samuel aveva perso interesse per il ruolo di suo figlio nella faccenda. A lui interessavano gli autografi, e anzi, semmai era un po’ impaziente nei confronti di William, che non ne portava a casa con sufficiente regolarità.

shakespeare,william henry irelandCredo che a questo punto il nostro giovanotto cominciasse a sentire tutto il suo piano sfilacciarglisi tra le dita – ma che poteva fare? E poi c’era il Vortigern. William voleva convincersi che, una volta rappresentato con successo il Vortigern, tutto si sarebbe sistemato. Nessuno avrebbe più osato dubitare, e suo padre si sarebbe ritenuto soddisfatto. Sì, per fortuna c’era il Vortigern.

E consolandosi con l’idea della prima imminente, William Henry continuava a scrivere come un dannato. Non posso fare a meno di farmi qualche domanda sul suo principale. Che cosa credeva che facesse il suo scrivano, da solo tutto il giorno nello studio? Si sarà pur accorto che il lavoro legale non procedeva granché… Possibile che non avesse il minimo sentore della nuova frode shakespeariana che si consumava sotto il suo tetto? Un altro dramma storico, nientemeno: un Enrico II.

shakespeare,william henry ireland, john Kemble

E questa volta il nostro falsario aveva le idee un po’ più chiare, e il nuovo lavoro era più articolato, più complesso, più solido, senza le ingenuità e gli angoli tagliati del Vortigern. Era quasi un peccato non avere atteso un po’, non avere imparato un po’ meglio il mestiere prima di gettarsi in pasto ai teatri… Ma ormai era fatta. Nonostante i tentennamenti di Sheridan e il sarcasmo di Kemble, la prima era stata fissata per il 2 di aprile del 1796 – e William voleva esserne certo: il successo del Vortigern avrebbe travolto tutti e tutto.

Come andrà la prima del Vortigern? Come accoglierà il pubblico londinese l’inedito giovanile del bardo? Riuscirà il nostro eroe a trionfare ancora una volta?

Scopritelo nel prossimo episodio de… L’Uomo Che Voleva Essere Shakespeare!

L’Uomo Che Voleva Essere Shakespeare IIultima modifica: 2013-03-22T08:10:00+01:00da laclarina
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5 Commenti

  • Molto interessante e divertente.
    La vicenda del povero William mi ricorda quella di Sir Edmund Backhouse, che gabbò il mondo accademico con centinaia di “inestimabili” documenti in cinese, tutti generosamente ceduti all’Università di Oxford – migliaia di pagine che si rivelarono clamorosamente false ad una successiva analisi, e che Sir Edmund aveva falsificato personalmente, oltretutto con la malizia e il chiaro intento di infinocchiare l’establishment.
    Inutile dire che questi personaggi godono della mia assoluta ammirazione – anche se temo che William finirà molto peggio di Sir Edmund.

  • Mah, sul grado di malizia di William si possono fare lunghi discorsi… Singolare combinazione di talento e shortsightedness, incapace di pensare a una singola conseguenza di ciò che faceva.
    Quanto all’andare a finire… ah be’, per quello ci sono i prossimi episodi. 🙂

  • Anche senza sapere il finale, questa storia mi sembra perfetta per un romanzo: qualcuno ha mai avuto l’idea di scriverlo? Se no, potrebbe valerne la pena!

  • Ci sono numerose biografie, per quanto ne so, e almeno un lavoro teatrale (il che, ad essere sinceri, mi dispiace un po’…). Ho sempre trovato curioso che non ci fossero romanzi, in effetti, ma non mi risulta che ce ne siano.

  • […] grazie a una serie di post nel pregevole blog “Senza Errori di Stumpa”: prima puntata, seconda puntata, terza puntata (tra parentesi, l’autrice del blog è molto più competente di me in materia […]