Apr 15, 2013 - grillopensante, teatro    2 Comments

Non Solo Per Bambini

Con la prima che incombe, si discute se Bibi & il Re degli Elefanti sia per bambini oppure no.

E, se lo chiedete a me, sono tentata di dire di no. At the very least, non è solo per bambini. 

bibi e il re degli elefanti, accademia teatrale campogalliani, teatrino d'arcoÈ vero, ci sono gli elefanti parlanti, e le pulzelle, e gente uscita dai libri – ma sotto il linguaggio, il tono e i colori della favola, Bibi è costruita attorno a una serie di domande dannatamente adulte. Da un lato, questioni di come si reagisce di fronte alla malattia, di come si convive con la paura, di cosa costituisce la forza dell’individuo. Dall’altro, il ruolo dell’immaginazione nella crescita. E in mezzo c’è l’idea che l’uno e l’altro siano legati in modo molto, molto stretto quando la malattia colpisce un bambino.

E c’è anche un omaggio ai compagni immaginari, che alle nostre latitudini sono a tutti gli effetti pratici una specie protetta… Ne avevamo già parlato, ricordate? Mi troverete sempre pronta a spezzare una lancia in favore dei compagni immaginari – e ce n’è bisogno, a giudicare dalla diffidenza che li circonda. È davvero così necessario affrettarsi a confinare l’immaginazione dei bambini? Qualche settimana fa le maestre hanno bandito dall’asilo il compagno immaginario del mio figlioccio di tre anni e mezzo… un’età davvero matura per acquisire un senso della realtà, don’t you think?

Ecco, in B&RdE si sostiene che l’immaginazione non è una fuga, ma una fonte di forza di fronte alla malattia.

Questioni adulte – raccontate in un modo abbastanza bifronte. 

Da un lato c’è la favola, con la piccola Bibi, il suo elefante e la Pulzella. Dall’altro c’è la storia della mamma di Bibi, terrorizzata e fragile davanti alla malattia di sua figlia, e anche davanti a quel mondo immaginario che Bibi si costruisce per difendersi da una sofferenza che non capisce.

Non so fino a che punto questo sia paradossale, ma l’aspetto più difficile da centrare è stato quello fiabesco. Scrivere per i bambini è stata una bizzarra esperienza sotto molti punti di vista. Avevo editato storie per bambini, e quindi me n’ero occupata non solo da lettrice, ma scriverne una ha richiesto una serie di affascinanti esercizi: bisogna ricordarsi molto bene della bambina che si era, e scrivere per lei senza dimenticarsi che sono passati decenni tra quella bambina e i piccoli lettori odierni. Bisogna ritrovare il senso di magia che si vedeva racchiuso nelle storie – non necessariamente nelle favole, ma nel fatto che pagine bianche e parole nere contenessero ogni possibile genere di personaggi, posti e vicende…

Mi conforta nell’idea di esserci riuscita almeno un po’ il parere di A., che ha cinque anni e, dopo avere visto B&RdE ha chiesto a sua madre se poteva avere anche lei Bogus come amico immaginario. Ma di solito, quando il sipario si chiude e le luci si accendono in sala, non ci sono solo i bambini con gli occhi sgranati. Ci sono anche gli adulti con gli occhi lucidi.

Perché nonostante sia una storia di bambini, e nonostante Bogus, la Pulzella e il Piccolo Lord, questa non è solo una storia per bambini.

 

Non Solo Per Bambiniultima modifica: 2013-04-15T08:13:00+02:00da laclarina
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2 Commenti

  • L’immaginazione non è mai una fuga.
    Quelli che sostengono che l’immaginazione sia una fuga, non hanno immaginazione.

  • Oppure ce l’hanno così repressa e rattrappita che tutto quel che sono capaci di fare è diffidarne… Triste, a ben pensarci.