Mantellina Scarlatta

Che ne dite di una sfida?

Ebbene, state a sentire: nel 1957 James Thurber scrisse The Wonderful O, che narra di una lettera eliminata dalla lingua inglese. Tutta la vicenda è scritta senza usare questa lettera, ed è una delizia.

Una bizzarria? C’è chi ha ne ha fatte di più estreme: nel 1969 il Francese G. Perec scrisse  La Disparition, due centinaia di pagine senza utilizzare la lettera E. La trama è incentrata su tale Anton Voyl, che sparisce e dà il via a una serie d’incidenti. Perec, che faceva parte di una clique letteraria assai incline a sperimentare, diceva che il limite accende e ispira la fantasia.

Pare anche a me: aggirare i limiti spinge a cercare, e semmai creare, strade alternative.

E quindi, la sfida: cercare di scrivere pezzi senza una lettera a scelta, e riuscire a limitare le bizzarrie linguistiche. E’ stupefacente quel che si riesce a fare…

C’era, tanti e tanti anni fa, una bambina detta da tutti Mantellina Scarlatta, a causa della cappa che teneva sempre sulle spalle. La bambina viveva assieme alla mamma in una casetta al limitare della selva. Grandmaman, invece, viveva dall’altra parte, e per raggiungere la sua casa si passava per sentieri bui, lunghi e malsicuri, stretti tra gli alberi antichi e i cespugli carichi di spine. Accadeva raramente che Grandmaman si ammalasse, e in quei casi Mamma mandava da lei Mantellina Scarlatta. Prima che la bimba partisse, Mamma metteva in un paniere le ciambelle appena fatte, e ripeteva: guai a fermarsi nella selva, guai a parlare agli estranei! E specialmente, attenta ai lupi! Mantellina Scarlatta stava a sentire e rideva. Dite la verità: qual è la bambina che, prima di partire per una gita nella selva, dà retta alla mamma in ansia?

Basta, grazie, perché la faccenda richiede una certa fatica.

Chi altri tenta? Fatemi sapere i risultati!

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E a questo punto spero che apprezziate il fatto che in tutto il post qui sopra, se non mi è sfuggito qualcosa, ci sono soltanto cinque O, e nessuna di esse è mia: due sono nel titolo di Thurber, una nel titolo di Perec e due nel nome del suo protagonista. Qui sotto ci sono le note relative a due particolari che ho sottolineato: niente asterischi, perché non ho avuto la pazienza di scrivere anche le note senza O, e non volevo scoprire le mie carte troppo presto…

Voyl: Voyl-Voyelle, got it? Immagino che sia Anton Vocal nella traduzione italiana (La Scomparsa, Guida, 1995, trad. di Piero Falchetta), che non ho letto. Esistono anche traduzioni in Inglese (A Void), Tedesco, Spagnolo, Olandese, Svedese e Turco, quanto meno, e non mi stupirei se ce ne fossero altre: dev’essere il genere di sfida che un traduttore sogna per tutta la vita.

Clique letteraria: per ovvie ragioni non potevo scrivere “movimento letterario“, ma c’è la consolazione che una delle auto-non-definizioni di OuLiPo (che sta per Ouvroir de Littérature Potentielle) è quella di non essere un movimento letterario. Quando si è detto che a OuLiPo sono appartenuti autori come Calvino e Queneau, le cose diventano, je crois, un pochino più chiare.

Mantellina Scarlattaultima modifica: 2013-04-24T08:03:00+02:00da laclarina
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5 Commenti

  • Esiste un bel manuale di giochi letterari e linguistici dell’OuLiPo, mi pare stampato da Ten Speed Press.
    Io dal canto mio rimango un entusiasta dell’e-prime di Wilson – vale a dire scrivere senza utilizzare il verbo essere.
    È un ottimo esercizio.

  • Senza il verbo essere? Credo di volerci provare. E in inglese dev’essere ancora più complicato…

  • Hm… Che poi, a ben pensarci, Mantellina Scarlatta e-prime non è difficile affatto:

    Sentite le vicende, avvenute tanti e tanti anni fa, di una bambina detta da tutti Mantellina Scarlatta, a causa della cappa che teneva sempre sulle spalle. La bambina viveva assieme alla mamma in una casetta al limitare della selva. Grandmaman, invece, viveva dall’altra parte, e per raggiungere la sua casa si passava per sentieri bui, lunghi e malsicuri, stretti tra gli alberi antichi e i cespugli carichi di spine. Accadeva raramente che Grandmaman si ammalasse, e in quei casi Mamma mandava da lei Mantellina Scarlatta. Prima che la bimba partisse, Mamma metteva in un paniere le ciambelle appena fatte, e ripeteva: guai a fermarsi nella selva, guai a parlare agli estranei! E specialmente, attenta ai lupi! Mantellina Scarlatta stava a sentire e rideva. Dite la verità: quale bambina, prima di partire per una gita nella selva, dà retta alla mamma in ansia?

    Et voilà: senza O e senza Essere. Ma d’altra parte, ce n’erano soltanto due…

  • Bellissimo esperimento. Tenterò sicuramente…
    Certo che tu con la storia di Cappuccetto Rosso ci fai qualunque cosa!!(penso anche a tutti gli esempi dello “scrittore di buonsenso”) 🙂

  • Ciao, Cily! Ben ricomparsa!
    Sì, CR in qualche modo salta fuori ad ogni passo. Anche nel mio corso: ci sono allievi che arrivano ad accogliere ogni menzione di The Girl in Red levando gli occhi al cielo. 🙂
    E dire che non è nemmeno la mia fiaba preferita… Però è perfetta a fini dimostrativi.