Mag 27, 2013 - Anno Verdiano, musica    Commenti disabilitati su Librettitudini Verdiane: Nabucco

Librettitudini Verdiane: Nabucco

Ricordate? Dopo il disastro di Un Giorno di Regno, il Giovane Verdi aveva fatto tempestoso voto di non comporre mai più. L’opera, aveva detto a Gaetano Merelli, non era la sua strada…

Merelli, il direttore della Scala, per un po’ lo lasciò dire. Forse aspettava di avere in mano il libretto giusto. E il libretto giusto arrivò nella forma di Nabucodonosor, che Temistocle Solera (quello dell’Oberto) aveva scritto a partire da un intricatissimo dramma francese e dall’argomento del balletto che ne era stato tratto.

giuseppe verdi, temistocle solera, nabuccoSì, il balletto: personaggi ridotti in numero e semplificati in carattere, trama sfrondata e resa più lineare… quel che ci voleva per l’opera. E Solera (una volta o l’altra parleremo anche di lui) era un buon verseggiatore, capace di graziosi nonnulla da salotto come di una certa grandiosità facile e martellante. Il libretto, insomma, funzionava – ma Verdi non voleva nemmeno dargli un’occhiata per accertarsene, perché con l’opera aveva chiuso. Merelli, che non era tipo da prendere no come risposta, glielo cacciò in mano lo stesso, e il compositore se ne andò stizzito e depresso. Una volta a casa, se stiamo a sentir lui, in depressione e stizza scaraventa il manoscritto sul tavolo, e quello si apre a una pagina che comincia con un certo verso:

Va, pensiero, sull’ali dorate…

Verdi legge tutta la parafrasi biblica verseggiata per coro, e ne riporta, parole sue, una grande impressione. Doppdiché si mette a letto con l’intento di dimenticare tutto – ma non c’è verso. Le parole di Solera lo tormentano e lo tengono sveglio. Si alza una volta, due, tre, e ogni volta legge e rilegge il libretto. L’indomani, prima che i suoi ferrei propositi comincino a scricchiolare troppo, si affretta a restituire il manoscritto.

“Bello, eh?” dice Merelli, con un sorriso sornione.
“Bellissimo.”
“Eh! Dunque mettilo in musica.”
“Neanche per sogno,” protesta Verdi. “Non ne voglio sapere.”
“Mettilo in musica, mettilo in musica!” e Merelli spinge Verdi fuori dalla porta con il manoscritto in tasca.

E che potevo fare? domanda Verdi, nel raccontare tanti anni dopo l’episodio a Giulio Ricordi. Oddìo, tante cose, a ben vedere. Per esempio, lasciare il Nabucodonosor sul primo tavolino e non pensarci più. Invece se lo porta a casa e… un giorno un verso, un giorno l’altro, una nota una volta, un’altra volta una frase, a poco a poco l’opera fu composta.

E non so se la gente di teatro vada mai presa del tutto sul serio quando racconta di genesi, miracoli e folgorazioni, ma fatto sta che il 9 marzo del 1842, a fine stagione, Nabucodonosor debuttò alla Scala e, nonostante i costumi riciclati dal famoso balletto, nonostante una Strepponi in crisi di salute e d’ugola, fu un successo travolgente.giuseppe verdi, temistocle solera, nabucco

Di che si trattava? Be’, di una disinvolta rivisitazione di vicende bibliche. 

Siamo nel VI Secolo avanti Cristo, e gli Assiri hanno appena amministrato una sonora sconfitta alle truppe israelite. Il coro che apre le danze, per una volta, non è intento a gioire di un matrimonio imminente… anzi. Leviti & Vergini se ne stanno rifugiati nel tempio in tremante attesa, perché

Di barbare schiere l’atroce ululato
Nel santo delùbro del Nume tuonò!

Entra Zaccaria, Gran Pontefice degli Ebrei e basso profondo, ed esorta il suo popolo ad avere fede. Dopo tutto, Dio li ha sempre guidati e protetti, giusto? Non guasta poi il fatto che Zaccaria abbia convenientemente sottomano Fenena, soprano e principessa assira: l’ostaggio perfetto. Che se ne occupi Ismaele, comandante e nipote del re Sedecia, mentre Zaccaria & C. se ne vanno per un ultima resistenza contro gli Assiri.

E adesso, dite la verità: vi sembra saggio affidare il soprano alla custodia del tenore?* Nel giro di pochi versi biecamente espositivi, scopriamo che Ismaele e Fenena s’amano di tenero affetto dacché lei a Babilonia lo liberò dopo una missione diplomatica andata male – nonostante la feroce gelosia della sorella di lei, Abigaille, una specie di ur-stalker in abiti regali.

E naturalmente, parli del diavolo e… chi deve arrivare a bloccare gli innamorati fuggitivi? Ma Abigaille, si capisce, come principessa guerriera alla testa di un commando di Assiri celati in ebraiche vesti. Segue una scena un po’ confusa, in cui Abigaille si dichiara disposta a salvare gli Israeliti se Ismaele le cede, Ismaele rifiuta e Fenena, per nessuna ragione in particolare, sente pruderle in cuore l’impulso di convertirsi alla fede nel Dio verace d’Israello.

Rientrano Zaccaria e gli Israeliti, che tentavano, ricordate? di fermare Nabucodonosor e non ci sono riusciti. Ma se cercavano rifiuto nel tempio, una brutta sorpresa li accoglie, nella forma di Abigaille e nei suoi.

Chi passo agli empi apriva?

s’infuria Zaccaria. E Ismaele, invece di starsene zitto, si lagna del fatto che sono entrati sotto mentite spoglie. Oh, i tenori!

giuseppe verdi, temistocle solera, nabuccoMa irrompe Nabucodonosor alla testa dei suoi Assiro-Babilonesi, e Zaccaria afferra Fenena e le punta un coltello alla gola in una di quelle situazioni-ostaggio…** Tutti supplicano Nabucodonosor di avere pietà  – tranne la ferocissima Abigaille che, se la sorellina morisse a questo punto, saprebbe farsene una ragione. Chi rompe l’impasse è il consueto Ismaele, che libera Fenena – senza pensare che questo consente a Nabucodonosor di decretare strage, saccheggio e distruzione senza più remore.

Non incomprensibilmente, Zaccaria e compagnia cantante maledicono il giovinotto, e finisce l’atto primo.

Il secondo atto, che s’intitola L’Empio (mentre il primo era Gerusalemme), si svolge a Babilonia e comincia con Abigaille che legge una pergamena sottratta al padre. Ora tutti sappiamo che le pergamene nascoste andrebbero lasciate dove sono… sennò si rischia di scoprire di non essere principesse affatto, ma schiave adottate*** e, come tali destinate ad essere escluse dalla successione. Con l’equivalente musicale della schiuma alla bocca, Abigaille promette vendetta indistinta a sorella, padre, regno di Babilonia, Israele… E dire che ero una cara ragazza, si duole, prima di essere rifiutata da Ismaele e scoprirmi illegittima!

Ed ecco che, con tempismo perfetto, giunge il Gran Sacerdote di Belo (che sarebbe poi Baal), indignato perché Fenena, reggente in assenza del padre, sta liberando gli Ebrei. Perché non spargiamo la voce che il re è morto in battaglia e proclamiamo te regina? Abigaille non se lo fa ripetere due volte. giuseppe verdi, temistocle solera, nabucco

Salgo già del trono aurato
Lo sgabello insanguinato,

proclama, e si avvia per mettere in atto il suo simpatico piccolo coup.

Segue ancora una certa quantità di confusione: Zaccaria, deportato insieme al resto degli Israeliti, si prepara a solennizzare la conversione di Fenena, e quando i leviti tentano di cacciare Ismaele, ammette che dopo tutto il ragazzo ha qualche merito nella conversione – al confronto della quale, ci si lascia capire, un duplice tradimento perde molta della sua gravità.

Ma la commovente riunione è interrotta da Abigaille con i suoi golpisti. Le due sorelle si accapigliano un po’ per la corona ma – colpo di scena nel colpo di stato! – piomba su di loro Nabucodonosor, che non solo non è affatto morto (cosa che noi sapevamo), ma si proclama dio.

Zaccaria, ce lo potevamo immaginare, non è contento e contesta l’autopromozione. Il neodivino re di Babilonia decreta la morte per tutti gli Ebrei – cui si unisce la convertita Fenena.

Nabucodonosor pesta i piedi, strattona la figlia, si dichiara un’altra volta dio e… un fulmine lo colpisce, strappandogli dal capo la corona che si era appena rimesso. E fisicamente sta abbastanza bene, considerando – ma diventa subito chiaro che gli si è fritto il ben dell’intelletto.

Zaccaria gongola cupamente, ma farebbe meglio a preoccuparsi di Abigaille, che si affretta a proclamarsi regina. E dopo questa grandinata di colpi di scena, sipario!

Whew.

giuseppe verdi, temistocle solera, nabucco

Parte terza – La Profezia. Abigaille siede in trono nei celebri orti pensili, sviolinata dal coro e fingendosi riluttante a firmare la condanna a morte della sorellastra. Entra Nabucodonosor, vaneggiante ma non troppo. Tra uno sprazzo di lucidità e l’altro, Abigaille riesce a fargli condannare tutti gli Ebrei. Tutti, capite? Troppo tardi l’ex re si rende conto che quel “tutti” comprende anche Fenena. Cerca di revocare l’ordine, di intimidire Abigaille rinfacciandole le sue origini – ma noi sappiamo chi ha la pergamena. Abigaille la fa a pezzettini davanti agli occhi inorriditi di quello che non è affatto suo padre. E se Nabucodonosor crede d’intenerirla supplicandola di risparmiare il suo cuore di padre, mi sa tanto che abbia sbagliato i suoi calcoli in una maniera epica.

Ed è a questo punto che, sulle rive dell’Eufrate, il coro degl Ebrei esorta il pensiero ad andare sulle ali dorate, a posarsi sui clivi e sui colli dove olezzano tepide e molli l’aure dolci del suolo natal, eccetera eccetera.

E sapete? Checché se ne pensi da centosettantuno anni a questa parte, a Zaccaria il Va Pensiero non piace nemmeno un po’. Che si riscuotano, anziché fissare le arpe appese ai salici!

O qual foco nel veglio balena!

E la parte terza si chiude con gli Ebrei decisi a rompere l’indegna catena. Sipario.

giuseppe verdi, temistocle solera, nabuccoLa parte quarta, L’Idolo Infranto, comincia con Nabucodonosor svegliato dalle grida che preludono all’esecuzione di Fenena. Deciso a salvarla, prega il dio degli Ebrei e così riacquista la ragione – oppure riacquista la ragione e si rivolge al dio degli Ebrei. Non è chiaro. Ad ogni modo,

Rischiarata è l’egra mente,

e i soldati rimasti fedeli sono fin troppo felici di aiutarlo a riprendersi il soglio. Fade to gli orti pensili. E adesso io non so quale fosse il concetto ebraico di rompere l’indegna catena, ma quel che succede è che Fenena va al macello e Zaccaria la sollecita ad affrettarsi al martirio e al cielo…

Ma irrompe Nabucodonosor risanato, che ferma l’esecuzione, fa abbattere la statua di Belo, libera gli Ebrei, promette un nuovo tempio, annuncia la sua conversione, informa tutti quanti che Abigaille ha perso la testa e si è avvelenata**** e tutto va bene.

Mentre tutti esultano, entra Abigaille, avvelenata, pentita, implorante perdono, ansiosa di ricongiungere Fenena e Ismaele (il quale, ci avete badato? non canta una nota tutta sua dalla metà della parte seconda)…

Or chi mi toglie… al ferreo
Pondo del… mio… delitto?

Singulta la poveretta – e tutti quei puntini Solera li mette per indicare che Abigaille non sta affatto bene. Ed essendo questa l’opera che è, anche lei trova conforto ultimo nel convertirsi un istante prima di cadere con due punti esclamativi e altri tre puntini di sospensione.

Spirò…

costatano tutti, con l’aria generale di chi se ne fa una ragione.  giuseppe verdi, temistocle solera, nabucco

Zaccaria rende la corona a Nabucodonosor, perché adesso sì che è un re degno del nome.

Sipario.

E che volete mai? Il finale del dramma è, se possibile anche peggiore, con Abigaille che fa uccidere Fenena, Nabucodonosor che accoltella Abigaille e poi piange, si pente e si converte – e allora un raggio celeste resuscita Fenena per il gaudio generale…

Ma fa nulla. La cosa rilevante è che alla stagione successiva il Nabucodonosor – ribattezzato Nabucco perché il pubblico aveva adottato con entusiasmo la versione apocopata richiesta dalle dimensioni delle locandine – raggiunse il record di cinquantasette repliche consecutive.

E Verdi, dopo tutto, non era più così sicuro che l’opera non fosse la sua strada.

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* Scopriremo, con l’andar delle settimane, che il tenore medio, quali che siano il suo grado, la sua clearance, i suoi legami famigliari, la responsabilità di cui è investito, non spende mai un singolo pensiero prima di tradire patria, amici, famiglia, esercito, missione di una vita e chi più ne ha più ne metta – basta che il soprano gli si pari davanti.

** Nel dramma francese era un Assiro che cercava di uccidere Ismaele, e Fenena lo salvava. Solera rimescola le carte.

*** Evidentemente una figlia adulterina (come nel dramma) doveva sembrare indigesta per un pubblico d’opera…

**** Nella mia edizione Ricordi del libretto, la sinossi c’informa invece che Abigaille il veleno l’ha bevuto per sbaglio. Affascinante.

Librettitudini Verdiane: Nabuccoultima modifica: 2013-05-27T08:05:00+02:00da laclarina
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