Giu 16, 2013 - cinema    8 Comments

Hitchcock, Molto Tempo Fa

alfred hitchcock,cinema muto,ivor novelloE oggi parliamo di quando Hitchcock, ben prima di migrare Oltretinozza, faceva i film muti in Inghilterra.

Come The Lodger, del 1927 – più un thriller che un giallo, con un sacco di tensione, un interessante uso dei colori per creare atmosfera e delle soluzioni registiche già molto smaliziate. Ma d’altra parte, questo è considerato il miglior film muto del non ancora Sir Alfred.

Per la cronaca, sì: il film è tratto da un romanzo del 1913, con il quale però  la sceneggiatura conserva la più lontana delle parentele. Hitchcock avrebbe voluto un finale più… aperto*, ma la produzione non ne volle sapere, nel timore che il pubblico dell’Isoletta e il botteghino riportassero traumi irreparabili vedendo Ivor Novello al centro di un finale troppo aperto…

Era la prima volta che Hitchcock si ritrovava a dirigere un attore davvero celebre: scatto di carriera – no doubt – ma anche un sacco di costrizioni in più. Ma niente paura: l’atmosfera resta cupa, e la minaccia e il dubbio funzionano alla perfezione fino all’ultimo.

All’epoca il Solitario Misterioso E Malinconico Con Un Segreto era la specialità di Ivor Novello – personaggio eclettico: compositore, musicista, produttore, playwright, attore di teatro e cinema…

E se vi pungesse vaghezza di vedere un film muto per intero, potreste far di peggio che provare con The Lodger. Lo trovate (insieme a vari altri titoli passati nel pubblico dominio) qui.

Buona domenica.

Hitchcock, Molto Tempo Faultima modifica: 2013-06-16T08:08:00+02:00da laclarina
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8 Commenti

  • Mi piacerebbe guardarlo, ma temo di non riuscire a seguire i dialoghi…

  • Però se mi metti l’asterisco sul finale aperto, e poi non mi ci metti la nota, io soffro.
    E tu lo sai che io soffro.

  • Uh, l’asterisco… Allora:

    E l’asterisco si aggrappò allo stipite con tutti i suoi bracci*. “Che ne sarà di me se te ne vai?” domandò lacrimoso.

    La nota lo guardò dall’alto in basso e si arricciò un baffetto.

    “Francamente, me ne infischio,” disse – e si dileguò nella nebbia.

    “Nota! Nota!!” ululò l’asterisco tra un singhiozzo e l’altro. Poi scrollò le… i… well, scrollò qualsiasi cosa gli asterischi abbiano al posto delle spalle e mormorò. “Ci penserò domani. Domani… è un altro post.”

    [cue: Notara Theme ♪]

    THE END
    Era un asterisco aperto.

    ___________________________
    * Hanno i bracci gli asterischi? Come i lampadari? Mah…

  • Mi pare di capire che è stato un weekend impegnativo anche per te.
    😉

  • Teatro. Stendiamo un tulle misericorde.

    But honestly, come si può resistere all’idea di avere lasciato aperto un asterisco in fatto di finali aperti? Se tu sei capace di trattenerti da questo genere di giochini, hai più forza d’animo di quanta io ne possa mai sperare…

  • Questa è perversità.
    Mi piace, ma è perversità conclamata.

  • 🙂
    “Che vuoi mai?” ella disse, con un moto noncurante della mano guantata. “Ci si lascia ingannare dall’aria innocente, ma in realtà…”

  • Sono le cattive compagnie.
    😉