Giu 30, 2013 - cinema    8 Comments

Non È Come Sembra

“Guarda The Ghost Ship,” mi dice L.

E all’idea di una nave fantasma… “Mine!” strilla il mio gabbiano interiore*.

Solo che poi seguo le mollichine, rintraccio il film** e scopro che si tratta di un film in bianco & nero del 1943, diretto da Mark Robson, nonché “un thriller psicologico con elementi horror.” E che il produttore è Val Lewton, specialista di zombie e altre amenità consimili…

Ok, macchine indietro tutta.

“Come, come, come puoi pensare che io guardi un film con elementi horror?” mi lagno con L.

L. leva gli occhi al cielo. Credo forse, anatra*** che non sono altro, che horror significhi squartamenti, urla e raccapriccio generale?

E che volete che vi dica? Io sì. È proprio questo che credo…

“Guarda The Ghost Ship,” ripete allora L., con tono oracolare e l’aria generale di qualcuno la cui pazienza sia messa a dura prova.

Così guardo The Ghost Ship, e scopro che credevo malissimo, che L. ha ragione e che non c’è affatto bisogno di sangue a fiumi per generare “senso di sbigottimento generato dalle tenebre, dall’oscurità.”

E anzi, qui di sangue non se ne vede una goccia, ma ogni inquadratura, ogni battuta di dialogo, ogni gioco di luce e ombra grondano tensione, minaccia – e la sgradevole sensazione che non tutto sia così roseo come il povero Tom crede all’inizio…

Da vedere – non foss’altro che per ridefinire frettolose categorie di genere.

E buona domenica.

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* Gabbiano che, sia ben chiaro, non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con Jonathan Livingstone. È come i gabbiani di Nemo, avete presente? O se preferite, è una gazza interiore, che vede gli oggetti luccicanti e ci si tuffa.

** Originariamente su Internet Archive, che però in questi giorni non mi vuole bene, perché non ce lo ritrovo più…

*** Post ad elevata densità ornitologica.

Non È Come Sembraultima modifica: 2013-06-30T08:05:00+02:00da laclarina
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8 Commenti

  • Ne esiste anche uno stupidissimo remake dei primi del nuovo secolo (o forse di fine anni ’90) – da evitare non per il grand guignol, ma proprio per la stupidità.
    L’originale è buono, come gran parte delle cose nelle quali fu immischiato Val Lewton.
    “Ridefinire le frettolose categorie di genere” è una cosa della quale un giorno dovremo parlare.

  • Non l’ho visto, soprattutto perché non sono in grado di seguire un intero film in lingua originale. Ma decisamente la categoria horror mi sembra fuori luogo. Shining, Freaks, La notte dei morti viventi (di Romero, 1968) sono film dell’orrore.

  • @Davide: parleremo, parleremo…

    @Simone: ho la sensazione che anche tu, come me, soffra di frettolose categorie di genere… 🙂

  • Dici? Può essere. A proposito, mi faccio un briciolo di propaganda e ti lascio una recensione su quel libro di gran moda con cui ti ho presa in giro su Facebook, e che ben si presta alla confusione di genere letterario 🙂

    http://siminore.blogspot.it/2013/06/recensione-la-verita-sul-caso-harry.html

    PS: Se ti sembra maleducato, cancella pure questo commento.

  • Io lo cancellerei.
    😉

  • In effetti lo cancellerei anch’io, ma non ci riesco. 😉
    Bisognerebbe introdurre la possibilità di cancellare i propri commenti…

  • Buoni, bambini!

    Troppo tardi, o Simone: quel che è commentato è inciso nella e-pietra – a perenne memento… 😉

  • Direi piuttosto: a perenne monitoR.