Ago 14, 2013 - angurie, guardando la storia    9 Comments

Di Viaggi Nel Tempo E Buone Alternative

gianconiglio_blog.jpgRicordate quando eravamo bambini e leggevamo il Corriere dei Piccoli? Ricordate il meraviglioso Gianconiglio, di Carlo Peroni?

Be’, c’era questo episodio in cui tutta la popolazione di Belpelo veniva invitata nel castello dello scienziato pazzo Professor Dindon. Nel castello c’era una biblioteca, che invece di libri aveva porte, e ogni porta era l’ingresso in una storia…

Dico tutto ciò perché qualche notte fa, in una di quelle conversazioni che si fanno aspettando di veder cadere le stelle cadenti, si è venuti a parlare di viaggi nel tempo, e dell’epoca che ciascuno di noi vorrebbe visitare se potesse. Confesso che, dopo avere lungamente esitato tra la Seconda Guerra Punica, l’età napoleonica, gli ultimi mesi di Costantinopoli, la prima Guerra di Vandea, la seconda sollevazione giacobita, il Siglo de Oro e una decina di altre possibilità, ho rinunciato al mio viaggio nella Macchina del Tempo in favore dell’accesso alla biblioteca del Professor Dindon.

“Sei matta???” hanno reagito in coro i miei co-conversatori, e forse hanno ragione. Non sono sicurissima di avere fatto una scelta saggia, ma il fatto è che non posso fare a meno di domandarmi questo: preferirei incontrare l’Alan Breck storico o quello di Stevenson? Oh, d’accordo, esempio mal scelto: non c’è gara fra i due. Allora diciamo, piuttosto: il Belisario storico o il Count Belisarius di Graves? In realtà, la risposta è entrambi, perché ancora meglio che incontrare uno dei due sarebbe poter confrontare l’originale con l’immagine che ne ha creato lo scrittore.

“Allora,” mi si è detto, “l’ideale è davvero la biblioteca. Se vuoi l’originale devi solo entrare in una biografia…” Ma non so, perché nella biografia non incontrerei il Belisario originale, bensì l’immagine ricostruita dal biografo. E tutti sappiamo che cosa sono capaci di combinare gli storici. “Cronache del tempo, allora?” Anche qui c’è da vedere. Che Annibale incontrerei entrando in Polibio? Non certo quello che mi aspetto. Nemmeno se Polibio avesse incontrato Annibale di persona, invece di discuterne con gli Scipioni. Persino nella cronaca di Sosila, se fosse giunta fino a noi, non troveremmo l’Annibale “vero”, ma l’immagine che di lui aveva Sosila. Forse, però, potremmo trovarci un Sosila passabilmente aderente al vero, o quanto meno alla percezione che Sosila aveva di se stesso. Ciò che mi fa pensare che la cosa migliore sarebbe poter entrare in versioni diverse della stessa storia per vederla da vari punti di vista… Sono abbastanza certa che, se potessi entrare nella Vita di Charlotte Brontë della signora Gaskell, nelle lettere di Charlotte e in quelle di Emily, incontrerei tre Charlotte del tutto diverse. E ho il sospetto che mettere a confronto le tre sarebbe più interessante che limitarsi a incontrare la “vera” Charlotte.

Quindi sì, devo confessare che alla fin fine, tra la Macchina del Tempo e la Biblioteca del Professor Dindon, il mio voto va ancora alla biblioteca.

E voi, invece?

Consideratelo un giochino ferragostano: Macchina o Biblioteca? Quale epoca? Quale libro?

Di Viaggi Nel Tempo E Buone Alternativeultima modifica: 2013-08-14T08:05:00+02:00da laclarina
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9 Commenti

  • macchina del tempo senza dubbio. Dove? Parigi nell’epoca bohèmien. anche solo respirare l’aria di certi caffè letterari sento che mi farebbe bene. Da un’idea viene l’ispirazione, dal discorso fluido o incerto nasce un quadro… sono ingenua? credo in qualcosa che non è? Non so ma quanto mi sarebbe piaciuto verificare di persona! E poi partecipare come semplice capo cantiere alla costruzione degli edifici dell’expo di Parigi…. Insomma Parigi!

  • Non credo avrei voglia di entrare nei libri perché ci sono già stato.
    E le realtà virtuali mi inquietano.
    Le aspettative del pubblico vorrebbero che a questo punto dicessi l’epoca elisabettiana o quella vittoriana, con una terza uscita nella Cina dei T’ang.
    E tuttavia, sulla macchina del tempo sono con Wells – l’unico tempo che valga la pena visitare è il futuro.
    A che pro tornare in epoche violente ed incivili, popolate di persone esecrabili e con sistemi sanitari inesistenti? Epoche in cui non c’era la penicillina, in cui il pensiero scientifico ti faceva finire al rogo, in cui il servo della gleba era l’unità di misura standard della ricchezza?
    In cui Londra… ma anche Parigi… si percepiva a sedici miglia di distanza sottovento per il tanfo inumano che emanava?
    No, grazie, il futuro, senza alcun dubbio.
    Non posso fare a meno di pensare a Dancers at the End of Time (consigliatissimo).
    Oppure il passato più remoto – il Cretaceo prima della grande moria dei dinosauri, un bel tour del Siluriano in barca a a vela…

  • @Lanon: non sono certa che quel che vuoi tu in realtà non sia piuttosto la Biblioteca, sai? 🙂

    @Davide: più che “realtà virtuali”, “irrealtà”, forse? Quite another thing. E per la Macchina, stiamo parlando di un fine settimana, non di un trasloco a tempo indeterminato, Dr. Dee! Avanti, dimmi che non ti piacerebbe assistere a una riunione della School of Night – sempre che sia esistita davvero…

  • Se non è esistita la fondiamo noi.
    Sarebbe piuttosto in tono, no?
    “New Opening: ye School of Night – Now Seeking Submissions.”

    Però, ok, se è un fine settimana, una cosa mordi e fuggi, non ci sono dubbi – la corte russa, nel… mah, facciamo 1765.
    O la corte imperiale cinese nel… diciamo 627.
    Ma scherzi a parte… no, il passato è affascinante, ma ce n’è troppo per ridurlo a un paio di weekend al mese.
    E il futuro mi piace di più.
    (però ci farò un post, su queste cose, lo sai, vero?)

  • Hm… Non so, avrei piuttosto in mente degli inviti mirati… Sai com’è, apri un club a tutti e poi chi capita capita… 🙂

    E oh! Le possibilità narrative…!

    E quanto al post, non ci aspettavamo nulla di meno. 🙂

  • Ti dirò che sto addirittura pensando di farne due.
    Di post.
    Hai delle responsabilità gravi…

    E intanto preparo una lista di inviti, per la Scuola.
    Certamente John Dee, Ed Kelley neanche se piange cinese, Thom Herriot molto volentieri… questo Kit Marlowe mi sa di scroccone che viene solo a bere a sbafo…
    E poi qualche idiota dirà che tutto questo è noioso.

  • Ma come? Niente Kit, who read the atheist lecture at Durham House? Sono delusa… E invitando Har(r)iot, non si può lasciar fuori Sir Wat, e the Wizard Earl è un elemento di colore…

  • Sì, ma cominciano a essere in troppi.
    E poi non ti immagini tutti quelli che hanno provato a iscriversi dicendo di essere William Shakespeare, singolarmente o collettivamente.
    E un paio di quelli che hanno provato a entrare, sono praticamente certo che neppure esistono per davvero.
    È una baraonda.
    Credo faremmo prima a distribuire dei numeri e tirare a sorte le ammissioni.

  • Be’, se tra i falsi Will c’era anche, che so, Francis Bacon, un’ammissioncella ci potrebbe scappare… Ma ammetto che la cosa comincia a farsi un nonnulla affollata.

    A waiting list?