E non in una versione sola: qui c’è Sergiu Celibidache, e qui Valery Gergiev con l’orchestra del Marijinskij.
Interpretazioni molto diverse, vero?
Ascoltavamo questa musica qualche giorno fa con mia madre e, mentre io ero persa in contemplazione dell’alternarsi di galoppata senza respiro e malinconie improvvise, lei ricordava il critico sanpietroburghese che, al debutto della sinfonia, paragonò questo movimento a uno di quei sogni in cui si cerca disperatamente di correre e non ci si muove di un passo…
A voi che ne pare? Vi sentite emotivamente ricattati con piena soddisfazione o avete l’impressione di correre senza riuscire a muovervi? O qualcosa d’altro ancora?
E buona domenica domenica a tutti.