Apr 16, 2014 - elizabethana, teatro    2 Comments

In Finale A Pisa

Domani.

Domani i piccoli mercanti, i connestabili, le balie, gli apprendisti, gli stallieri, le verduraie del mercato decidono il destino di Tamerlano. La gente che paga un penny, la gente mal lavata che viene a teatro con le salsicce nel cartoccio. Non è una beffa?

Non è questo che sognavo a Cambridge, mentre scrivevo – anche se il diavolo sa che cosa sognassi. Credevo a una gloria eterea, allora: vaga, fiammeggiante, ma da lontano, come stelle viste in sogno. Ero felice quando forgiavo i miei versi nuovi, versi sciolti, potenti come un galoppo, differenti da tutto quel che era stato scritto prima. Eppure, se avessi voluto solo quella gloria distante, non avrei scritto una tragedia. Un poema sì, per il mio Scita sanguinario, ma una tragedia? Gioco, capriccio, caso – non so neppure più chi mi abbia detto che niente cambia le parole in oro come il teatro, e il denaro mi è sempre piaciuto. Brutta faccenda essere povero e istruito, con un calzolaio indebitato per padre e gusti da gentiluomo. Qualunque estro del destino abbia fatto di me un poeta, sono stati i colletti alla moda e il vino del Reno a condurmi alle tragedie…

TomorrowÈ una notte di maggio del 1587, a Londra. Domani, nel cortile di una locanda dietro la Cattedrale di San Paolo, gli attori della Compagnia dell’Ammiraglio debutteranno con Tamerlano, la tragedia diversa da tutte le altre, destinata a cambiare per sempre la storia del teatro inglese.

Kit Marlowe, poeta, scavezzacollo e spia, ha solo ventire anni, è nei guai con le autorità universitarie a Cambridge (e forse anche con la Corona) e tutti continuano a dirgli che il capriccio del pubblico è imprevedibile. Kit sa che il suo Tamerlano è poesia senza precedenti – ma basterà a dargli la gloria che sogna e la sicurezza di cui avrebbe bisogno? Perché nella Londra elisabettiana un debutto teatrale può essere questione di vita o di morte…

Credo è un monologo che dà voce al più grande drammaturgo elisabettiano insieme a Shakespeare, alle sue visioni, alle sue paure, alla sua sete di arte, conoscenza e bellezza.

Ed è nella cinquina finalista (sezione Teatro) del Premio Colombre, indetto dall’Associazione e compagnia teatrale Quieta Movere di Pisa.

Il finale di questa storia si scoprirà a Pisa il 24 maggio.

Augurateci fortuna – a Kit e a me.

In Finale A Pisaultima modifica: 2014-04-16T08:02:11+02:00da laclarina
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2 Commenti

  • FANTASTICO!
    Indipendentemente da come andrà è già bello vedere il tuo nome in quelpiccolo gruppo!
    Incrocio le dita e faccio un grandissimo tifo per te e per Kit!
    E al di là di tutto…poi un giorno…passato maggio… ce ne parlerai di questo tuo lavoro vero? Perchè sono curiosissima!

  • Grazie, Cily! Vediamo un po’ che va a succedere…
    E sì, ne parleremo, di questo Credo – anche perché (notizia di ieri) non è detto che non lo si veda in teatro, in qualche momento di quest’anno.