Senza Errori di Stumpa

Di Portafogli Rubati E Amori Impossibili

Allora, questo post è in primo luogo per L.- e lo inizierò raccontandovi che qualche mese fa – non il secolo scorso – a mia madre hanno scippato il portafogli in città. Il mattino successivo è stato ritrovato in un cestino dei rifiuti a due passi dal luogo del furto, vuoto di denari ma completo di documenti, fotografie e carta di credito. Fine della storia.

O almeno così credevo fino a ieri, quando F. mi ha raccontato la versione della faccenda che gira al villaggio: mia madre è stata scippata qui in paese, da persona conosciuta e notoriamente poco raccomandabile, e il portafogli è stato ritrovato al campo nomadi dai Carabinieri che hanno fatto una retata, e tra la refurtiva recuperata c’era anche il maltolto della madre della Clarina…

Bisogna ammettere che così è più pittoresca – ed è precisamente per questo che, di bocca in bocca, le tinte della faccenda si sono caricate. Ad ogni passaggio, qualcuno ha aggiunto qualcosa di suo, magari senza nemmeno rendersene conto, perché la storia, in qualche modo, non sembrava abbastanza… non so, narrabile?

È per questo che l’idea che Shakespeare sia stato soltanto il prestanome di qualcun altro attira molta più attenzione dell’ovvia, placida e piatta alternativa. Ed è per questo che in narrativa, all’opera, al cinema, a teatro e nei fotoromanzi gli amori sono sempre impossibili, per un motivo o per l’altro: altrimenti, che gusto c’è?

E non sempre è questione di Romeo e Giulietta. D’accordo, le famiglie nemiche sono un gran bel motivo per non doversi amare – e, di conseguenza, volerlo ancora di più, perché come Kit Marlowe fa dire al Duca di Guisa, non c’è niente che si voglia come quel che non si può avere… Ma di ostacoli più o meno insormontabili ce ne sono a bizzeffe. Per esempio un coniuge di mezzo, vedansi i casi Tristano e Isotta o Lancillotto e Ginevra, complicati oltretutto da questioni di lealtà nei confronti del marito di troppo. Il che, a mio timido avviso, dovrebbe valere anche per il povero Gianciotto e per il povero Renato del Ballo in Maschera, ma tutti hanno tanta simpatia per i fedifraghi Paolo e Francesca e Riccardo e Amelia…

Poi c’è la differenza sociale, più o meno pronunciata – e si va da Mr. Rochester e Jane Eyre, fino al caso estremo di Salim e Anarkali, in cui un principe imperiale smuove cielo e terra per sposare la sua bella popolana, e non ci riesce. Talvolta la differenza è solo apparente – come nella maggior parte delle favole, dove le pastorelle si rivelano principesse, e i soldatini figli di re. Oppure all’opera, dove Aida sarà anche momentaneamente schiava, ma è pur sempre principessa d’Etiopia – il che, a ben pensarci, in tutta probabilità la rende più nobile di Radames, ma di questo nessuno ha l’aria di preoccuparsi…

Occasionalmente ci si mettono di mezzo niente meno che la morte e/o gli dei, come per Orfeo ed Euridice, o Catherine e Heathcliff o, se proprio vogliamo, Ulisse e Penelope. A volte è un braccio di mare come per Ero e Leandro, o un leone, la mancanza di puntualità e una discreta dose di sfortuna – poveri (e scemi) Piramo e Tisbe…

E volendo si può considerare insormontabile anche il buon vecchio amore non corrisposto, come nella buona vecchia storia della Belle Dame Sans Merci, come il Roger Carbury di Throllope, o come Cyrano di Bergerac.

E quando di ostacoli davvero insormontabili non ce ne sono, qualcuno degli innamorati provvede a crearsene da solo. Come il giovane Werther, che avrebbe tutto il tempo di chiedere in sposa Lotte, e invece deve aspettare che sia fidanzata e poi sposata ad Albrecht per rendere tutti infelici. O Rossella O’Hara, che potrebbe proprio ricambiare Rhett Butler se non fosse troppo occupata a credersi innamorata di Ashley Wilkes e troppo orgogliosa e testarda. O come Mr. Darcy ed Elizabeth Bennet, intralciati da dosi massicce di orgoglio e pregiudizio (e cosa, sennò?) prima che da qualsiasi disparità sociale…

E d’altra parte, siamo onesti: se Lancillotto e Ginevra fossero leali a Re Artù, se Akbar Moghul facesse spallucce quando il figlio gli porta a casa la morosa senza sangue blu, se la lampada di Ero non si spegnesse, se Werther, Rossella, e Lizzie fossero ragionevoli, dove sarebbe il conflitto? Dove sarebbero gli ostacoli da superare o non superare? Dove sarebbero le storie? Perché una storia d’amore non contrastata, una felicità che non sia conquistata a caro prezzo o intravista e perduta, un portafogli scippato e ritrovato senza scosse vanno benissimo nella vita reale, thank you very much – ma in una storia, francamente, ce ne infischieremmo.

Di Portafogli Rubati E Amori Impossibiliultima modifica: 2014-08-22T08:07:14+02:00da
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