Il Ritorno Della Linea
Ci sono! Ci sono, o Lettori – ci sono.
Non sono stata inghiottita da un buco nero, né rapita dalla Gente Piccola, né spiaggiata nel XVI Secolo…
In realtà, tutto è cominciato con una rapina…
Ma andiamo con ordine. Il primo pessimo segno è stato sabato mattina, quando mi sono accorta che l’ADSL era congelata. Mi sono vagamente seccata, ma non più di tanto. A volte capita. Ed era mattina presto, quando i miei neuroni sono ancora occupati a stiracchiarsi e scambiarsi pigramente qualche informazione mentre sorseggiano il primo tè della giornata…
Quindi ho aspettato quasi le nove prima di provare a segnalare alla ersatz SIP che l’inconveniente persisteva. E quello è stato il momento in cui mi sono resa conto che anche il telefono era muto.
Oh.
Di nuovo.
E sì, confesso che il primo pensiero è stato che qualche altra compagnia telefonica si fosse proditoriamente impadronita di noi, come era sucesso a maggio – ricordate? Allora c’era voluto più di un mese per recuperare la linea… Con il cuore pesante, ho contattato Telecom* per segnalare il guasto. Sono passata attraverso la consueta trafila di bivi registrati e digitazioni con cancelletto, e ho ricevuto tre serie di istruzioni contradditorie – e questo ve lo dico a titolo puramente istruttivo: la prima voce registrata ingiunge di staccare tutti gli apparecchi e modem tranne un telefono; la seconda si raccomanda di assicurarsi che il modem sia acceso e connesso; l’operatrice vuole che si stacchi tutto… L’importante è avere le idee chiare.
Ad ogni modo, dopo lunghi controlli, prove e sospiri all’altro capo del telefono, mi si annuncia un guasto (e chi l’avrebbe mai detto?) da ripararsi entro due giorni. Prima che io possa chiedere se il sabato sia da considerarsi lavorativo, l’operatrice ha già salutato e riattaccato.
Hm…
E nel frattempo si scopre che, nel corso della notte, i ladri hanno rapinato la banca qui accanto, entrando a colpi di flessibile, svaligiando il Bancomat da dentro e, si presume, tagliando le linee telefoniche. Il che potrebbe spiegare come mai parte del paese sia senza telefono – e, se non lo spiega, è davvero una notevole coincidenza, non trovate? Ma in realtà, il dubbio che mi assilla è un altro: è lavorativo, il sabato? E di conseguenza, quando potrò sperare di riavere la mia linea?
Il busillis si risolve con un secondo tentativo: non mi fanno più parlare con un operatore, ma una voce registrata mi reitera il concetto dei due giorni, precisando che il termine è entro il 20 di gennaio. Se, dopo tale data, il problema persiste, allora posso sperare di parlare con qualcuno per chiedere lumi.
E si potrebbe anche discutere sul concetto di “entro”, perché il 20 viene, trascorre e finisce senza che accada alcunché.
(E io intanto lavoro alla buona vecchia maniera – con la carta – e vado avanti abbastanza bene con la struttira del romanzo, e cerco invano una lista dei sindaci di Londra dal 1587 al 1597, e mi arrovello sugli spostamenti della corte di Elisabetta…)
Questa mattina, quando ormai è inequivocabilmente il 21, e il problema persiste – oh, se persiste! – mia madre riprova con Telecom. Dopo la trafila abituale, un’operatrice spiega, un tantino seccata, che il guasto è importante, e il termine per la riparazione è, come ognun sa, entro cinque giorni lavorativi–
No, obietta la genitrice. L’operatrice di sabato aveva chiaramente parlato di due giorni. E, d’altronde, la registrazione indicava il termine nel venti di gennaio.
L’operatrice, con un’alzata di spalle che si sentiva attraverso il telefono, dice che non sa che cosa farci, che lei non c’entra niente, e che entro cinque giorni lavorativi–
Perché non dirlo, allora? Si altera la genitrice. Perché continuare a sbandierare il termine del 20, quando in realtà?
“Ma cara signora, non vorrà mica che avvisiamo tutti personalmente!?”
Ora, mia madre è una prof di Lettere in pensione, una dolce signora anzianotta dall’aria tenera e innocua… Non v’immaginate – nessuno s’immagina – quanto possa diventare caustica e devastante quando qualcosa risveglia il suo tirannosauro interiore. L’operatrice passa cinque minuti interessanti a discutere di comunicazioni preregistrate e di numero di linee coinvolte (frankly, il mio villaggio non è precisamente il centro di New York… quanta gente avrebbero dovuto avvertire?), ma la morale sembra essere che siamo isolate fino al 22 – nella migliore delle ipotesi.
E qui si potrebbero fare interessanti calcoli. Perché il 22? Perché il 22 sia il quinto giorno, bisogna considerare lavorativo anche il sabato. Ma se il sabato è lavorativo, perché i due giorni arrivavano al 20?
Mistero.
Dopodiché, non so per quale miracolo, la linea è ricomparsa un quarto d’ora fa – benché sia soltanto il 21 – e ne approfitto per comunicarvi che sono viva, e che tutto va più o meno bene.
Durerà? Chi può dirlo.
Ma almeno adesso sapete come, dove, cosa e perché.
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* Mi piace di più ersatz SIP – ma è scomodo.
È un piacere riaverti online!
Telecom si sta lentamente avviando lungo la strada oscura che fece in passato di altre compagnie telefoniche l’oggetto dell’odio popolare (ricordo le crudelissime magliette stampate per dileggiare la AT&T e America OnLine).
Io qui sto studiando come cambiare definitivamente provider – ma la paura del salto nel buio persiste.
Telecom è un padrone crudele e vendicativo.
Grazie – è stato bello tornare. 🙂
Telecom la detesto un pochino, ma ho fatto esperienza della crudeltà e propensione alla vendetta di altri padroni telefonici, per cui – come si dice con cruda efficacia dalle mie parti – prendi uno, strozza l’altro…