A Rendere Tutto Facile

History“Ah, be’, tu appartieni a un’altra generazione. Per quelli della mia età non c’è stata Internet, a rendere tutto facile…” mi disse una volta un autore americano con cui avevo avuto da dissentire in fatto di… be’, diciamo in fatto di elisabettianerie.

Nel caso specifico, non ero straordinariamente incline a commuovermi, perché le elisabettianerie in questione sono di pubblico dominio e disponibili su carta da molti decenni, e non si può interessarsi all’argomento e ignorarle – men che meno scrivere un play in proposito vantando ricerca originale e poi trascurare documenti che sono riprodotti per intero in ogni biografia degna del nome.* A parte questo, però, capisco perché il signore over the Pond dicesse così: non c’è quasi limite a quel che il romanziere storico d’oggidì può trovare in rete – soprattutto, va detto, se scrive di storia inglese o americana,  ma non solo.

Checché ne dicesse il mio interlocutore transoceanico, ho l’età per avere costatato la differenza di persona. Una ventina d’anni fa, quando ho deciso che avrei scritto romanzi storici, Internet era già in circolazione – solo che io non ne avevo idea. Così un’estate sono partita per la Francia** e ho gironzolato per Bretagna, Poitou e Vandea per una dozzina di giorni – di campo di battaglia in magione di campagna, di cittadina in museetto, di castellotto in libreria – e me ne sono tornata a casa con un enorme zaino pieno di libri che in Italia non avrei mai trovato. Piacevole viaggio, non lo nego , ma il guaio è che non sempre all’inizio sappiamo tutto quel che ci servirà come documentazione. Non so dire quante volte mi siano mancati particolari, informazioni e conferme – ma che potevo fare? Tornarmene in Francia ogni volta?

Adesso… well. Voglio un’enorme e navigabile mappa della Londra elisabettiana? Un elenco delle stazioni di posta e dei giorni di partenza dei trasportatori via terra e via fiume? le date di una serie di transazioni commerciali registrate a metà Cinquecento?  Tappe, mezzi e tempi di un precipitoso viaggio dalla campagna polacca a Marsiglia alla fine dell’Ottocento?*** Ebbene, posso mettermi a caccia dal mio studio e, la maggior parte delle volte, trovare quel che cerco. E questo è ancora più meraviglioso quando si abita in un paesino sperduto tra le verdi campagne e i fiumi sinuosi… Internet

Il che non significa che sia facile. Il fatto che lo sia molto di più che viaggiare in treno una notte e mezza giornata e scapicollarsi su e giù per l’Ovest della Francia, non significa che basti digitare qualche paroletta nella casella di ricerca e fermarsi al primo risultato. Magari sembra ovvio, tanto che non perderei tempo a farlo notare se non fosse per una serie di esperienze men che felici con alcuni presunti nativi digitali. È dura convincerli che le gioie di Internet applicate agli studi non si riducono al copia&incolla da Wikipedia e all’inqualificabile Yahoo Answers. Forse sono capitata male, ma perché deve essere così impervio convincerli a confrontare sempre più di una fonte? A leggere le dannate didascalie prima di scegliere la prima immagine che capita? A valutare l’attendibilità di quel che trovano? A cercare i documenti originali, oltre alle fonti secondarie? A sfruttare almeno un po’ le infinite possibilità invece di sedersi su quella in cima alla pagina – spesso senza nemmeno leggerla?

Perché in realtà è proprio questo il punto, o Implumi Digitali e Drammaturgo Transoceanico: Internet non ha reso tutto più facile. Niente affatto. Più comodo, questo sì – ma solo nel senso che ha reso infinitamente più comodo accedere a una quantità infinitamente maggiore di informazioni. Informazioni da ricercare, confrontare, analizzare, scartare se è il caso…

Tutt’altro che facile – non vi pare?

 

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* No, non sono di quelle persone che si divertono a contattare gli autori per far notare uno svarione a pagina 15… Vi assicuro che aveva cominciato lui.

** Allora andava così…

*** Chiaramente questo non ha nulla a che fare con il progetto in corso – ma è capitato.

A Rendere Tutto Facileultima modifica: 2015-02-18T08:08:03+01:00da laclarina
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2 Commenti

  • Non rende tutto facile perché se ciò che stai cercando lo trovi facilmente, allora non era difficile da reperire comunque. Esistevano le enciclopedie, un tempo.
    Io che finisco spesso in luoghi esotici,con le mie storie (e ahimé non posso permettermi unviaggio sul posto per far ricerca), osservo un livello di difficoltà crescente.
    Dov’era l’aeroporto a Tientsin, nel ’35?
    C’erano i fili elettrici della tranvia su Nanking Road nek ’36?
    Che aspetto aveva il consolato italiano a Shanghai, nel 1936?
    Ho dovuto imparare ad usare Google Translate per fare ricerche direttamente in cinese.
    E ora sto lavorando su un progetto che riguarda l’India, e quindi anche lì…
    Internet è uno strumento potentissimo, che richiede esperienza e qualche accorgimento a livello di ricerca, e che normalmente viene utilizzato da scimpanzé.
    E così ti lamenti dell’irreperibilità dell’aeroporto di Tientsin nel ’35, e c’è chi ti passa con sussiego il link alla pagina di Wikipedia dell’aeroporto di Tianjin Binhai… inaugurato nel 2004.
    Tanto che differenza fa, giusto? Sono solo storie.
    Poi ti ritrovi coi gesuiti alle crociate…

  • Yes, well – c’erano le enciclopedie, ma erano poche le enciclopedie a disposizione che riproducessero la Agas Map in dettaglio, o riportassero per intero (o anche solo in parte) The Carriers Cosmography – per non parlare dei trasporti polacchi…
    C’è molto di più a disposizione, e questo è innegabile.
    Come dicevo, però, la Rete tende ad essere un nonnulla anglocentrica, e la difficoltà di reperire quel che serve è direttamente proporzionale all’allontanarsi dal centro angloamericano…

    [E questa storia dei Gesuiti Crociati ti ha proprio segnato, eh? 😀 Non incomprensibilmente…]