Déjà Écrit

Cartoon-Of-An-Author-Woman-With-Writers-Block-Royalty-Free-Vector-ClipartA volte mi prende il deprimente dubbio di non avere una mente troppo originale…

A voi succede mai di avere un’idea che vi pare meravigliosa, di accarezzarla e strologarci su – o, peggio, di scriverla per due, trecento pagine – e poi scoprire che qualcun altro l’ha già scritta, prima e meglio di voi?

A me sì. E non una volta sola.

Ed è sempre un abisso di sconforto, mooligrubs, biscotti al cioccolato e self-recrimination – ma la prima volta… eh, la prima volta poco mancò che smettessi di scrivere. Del tutto. Drastico? Un nonnulla – ma state a sentire. Dovete sapere che ero all’Università quando ho scritto il mio primo romanzo.

Nulla che cercherò mai di pubblicare, solo ‘prentice work, però gli sono molto affezionata. La prima volta in cui si finisce un romanzo non si scorda mai, mi dicono, e di certo ricordo vividamente l’emozionante notte insonne in cui l’ho finito. Per la cronaca, parlava di un attore di teatro – per metà inglese e per metà polacco – nella Londra degli Anni Trenta, e finiva molto male.

Adesso so che era pieno di ingenuità, incongruenze e peccati stilistico narrativi in tutta la gamma dal veniale all’imperdonabile, ma allora ne andavo molto orgogliosa, ed ero sicura che prima o poi avrei trovato un editore per Ned…TheatreJulia

Poi venne il giorno in cui, a Pavia, comprai La Diva Julia (in originale Theatre), di W.S. Maugham. La faccenda risale a quasi vent’anni fa, ma ricordo bene che era un giorno caldissimo, e che dovevo aspettare degli amici al Bar Demetrio. Così mi sedetti, ordinai un succo di pompelmo, tolsi il mio acquisto dal sacchetto della libreria e mi misi a leggere.

Oh, guarda: attori di teatro.

Come Ned.

Toh, Julia è per metà staniera. Come Ned.

Ma pensa, Michael è di buona famiglia e conserva sempre qualche genere di riluttanza sociale nei confronti del teatro. Come Ned.

Michael studia teatro e si fa notare interpretando Mercuzio nello spettacolo dell’accademia. Come Ned.

Julia è artisticamente molto più disinibita di Michael, e si irrita un po’ per il distacco che lui mantiene sempre. Come la ragazza di Ned.

L’impresario di Julia e Michael è un marpione stempiato, spregiudicatissimo, dall’infallibile istinto teatrale e dagli occhi azzurri e fintamente innocenti. Come l’impresario di Ned…

Ecco, potrei continuare piuttosto a lungo, ma credo di avere reso l’idea. Immaginatevi Il senso di freddo mano a mano che procedevo nella lettura e scoprivo, pagina dopo pagina, che il mio romanzo era già stato scritto da qualcun altro – e infinitamente meglio! Quando arrivarono i miei amici misi via il libro e feci finta di nulla, ma vi assicuro che quella fu una lunga, lunga, lunga giornata, prima che potessi chiudermi da qualche parte a farmi un bel pianto. Non avrei scritto mai più. Era la prova che non avevo né talento né originalità. Si chiudeva una fase della mia vita. E via melodrammeggiando, ma insomma: avevo poco più di vent’anni e il colpo era stato duro.

TheatreWSMPoi si direbbe che abbia superato il trauma, visto che dopo tutto non ho smesso di scrivere, del che sono molto grata. Posso dire che c’è voluto un po’ prima che mi decidessi a ricominciare, però.

Giuro che non avevo mai nemmeno sentito parlare di Theatre, eppure, se leggessi Ned senza sapere di averlo scritto, lo giudicherei senz’altro un plagio molto acerbo*. E quindi? Davvero non so. Forse non ho una mente originalissimissima, o forse i tratti che accomunano Ned, Julia e Michael sono abbastanza ovvi quando si tratta di attori, o forse i libri, come le persone, hanno dei sosia, o forse in un’altra vita sono stata esposta a Maugham… Certo, le coincidenze sono davvero tante, e ancora adesso non posso rileggere Theatre (che, sia ben chiaro, adoro) senza una reazione a scelta tra incredulo divertimento, un brividino reminiscente o un pelo di acidità – a seconda delle giornate.

E tutto sommato, se fosse stato l’unico caso… Ma no: ogni tanto succede – e non è che mi riempia di gioia. A parte tutto il resto, con tutti quei biscotti al cioccolato, fa malissimo alla linea.

E all’autostima…

Per cui, non so – ma ripeto la domanda: a voi è mai capitato?

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* All else apart, questa faccenda mi ha resa molto, molto cauta nel parlare di plagio…

 

 

Déjà Écritultima modifica: 2015-06-22T08:55:00+02:00da laclarina
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2 Commenti

  • Certo che capita.
    Alla tenera (?) età di 18 anni misi assieme una serie di miei racconti (al liceo scrivevo tantissimo), diedi oro una bella sistemata, e mi feci coraggi per proporli ad un editore.
    [col senno di poi mi rendo conto che proportre una raccolta di racconti a un editore negli anni ’80 sarebbe stato un suicidio così come lo sarebbe oggi, ma ok, ero giovane e ingenuo]
    Coi miei racconti dattiloscritti nella loro busta, per festeggiare la decisione mi regalai un volume di un autore che non conoscevo – Larry Niven.
    E fin da pagina tre non potei sfuggire allo sconforto – erano i miei racconti, o racconti basati sulle stesse identiche idee.
    Un paio avevano anche vinto dei premi importanti (l’Hugo, il Nebula).
    Ed erano stati scritti quindici anni prima dei miei.
    E meglio.
    Perciò succede – le idee non crescono sugli alberi… e poi, guardiamo al lato positivo – magari in ritardo di qualche decennio, ma abbiamo delle idee geniali, e certificate di successo 😉

  • 😀 Consolazione freddina… ma consolazione, in effetti.