

Che Cosa Stiamo Facendo
Succedono ancora e ancora, e – semmai fosse rimasto qualche dubbio – è sempre più chiaro che continueranno a succedere.
Certi giorni non è facile sedersi e scrivere di storia, di libri, di teatro… Certi giorni viene da chiederselo: che cosa stiamo facendo?
C’è qualche conforto in risposte come questa di Charles De Lint, citato su Karavansara, secondo cui quel che facciamo nello scrivere storie è accendere piccole luci nell’oscurità.
L’immagine mi piace. E aggiungo che quel che si spera sempre è che le fiammelle accese inducano qualcuno a pensare. Non a pensare qualcosa in particolare – il lettore può condividere oppure no, ma non è questo il punto. Si spera che qualcuno ogni tanto, dopo avere letto, si faccia qualche domanda, porti a casa un dubbio nuovo, vada a cercare notizie di un autore o di un personaggio, legga un libro mai sentito nominare prima, si trovi d’accordo o non lo sia per nulla, discuta, si arrabbi, contesti, accenda altre fiammelle… Si spera di far pensare e di pensare. Anche in mezzo alle cose terribili.
È questo. È questo che stiamo facendo. O che almeno cerchiamo di fare, scrivendo, parlando, facendo teatro. Raccontando storie.
Grazie per la condivisione.
Il pezzo di De Lint è comparso al momento giusto, per quel che mi riguarda, e mipare perfetto.
E condivido il fatto che non si scriva – e non si legga – per cercare rassicurazioni, ma per stimolare “qualcosa”, che ci permetta di diventare un po’ meglio.
Non tanto, solo unpo’. Sarebbe più che sufficiente.
Continuiamo a scrivere.