E lo sport?

BallA me, ad essere sinceri, il calcio non piace. Però è difficile ignorare gli Europei in corso, e le partite della Nazionale le guardo persino io. E mentre le guardo, rimugino su faccende che strettamente calcistiche non sono – but still. Non ricordo più dove ho letto che le cronache sportive sono l’ultimo rifugio del linguaggio epico – ma concordo abbastanza.  Provate a pensare alle telecronache di calcio, piene di attacchi, di sciabolate, di spalti in delirio, di cannonate… E di certo lo sport è un sostituto socialmente accettabile della guerra per lo sfogo degl’istinti aggressivi, giusto?

Nondimeno mi pare che in Italia il romanzo sportivo proprio non prenda. Negli Stati Uniti lo Sports Novel è un sottogenere, anche se non il più prolifico del mondo, piuttosto concentrato su baseball e football americano, con occasionali incursioni in altri sport. Confesso di essermi chiesta, quando l’ho scoperto, come si riesca a rendere avvincente una scena di baseball per iscritto, ma non ho mai trovato il coraggio di leggere qualche baseball novel per sincerarmene.

Naturalmente ci sono molti film di argomento sportivo, e anche molti anime (la mia generazione è cresciuta con i cartoni animati sulla pallavolo), ma pochi romanzi. Tutto considerato, è abbastanza sorprendente, data la quantità di conflitto e di dramma che circonda lo sport sotto tutti gli aspetti. Dalle corse delle bighe tra Verdi e Azzurri nell’antica Bisanzio in qua, le rivalità, i destini dei campioni, gli intrighi, il denaro, il peso politico degli sport non sono mai diminuiti: tutta roba che si presta dannatamente ad essere raccontata, con o senza trame secondarie gialle o sentimentali, con o senza bildungsroman incorporato…. che diamine, lo sport si presta ad essere incorporato praticamente in qualsiasi genere.

Prendiamo per esempio il pattinaggio artistico. Rimpiango molto il tempo in cui Plushenko e Yagudin si contendevano lo scettro. Rivalità epica, feroce, di quelle che meriterebbero davvero un romanzo:

Nonostante quello che ho scritto qui sopra a proposito del baseball, mi rifiuto abbastanza di credere che una partita sportiva per iscritto non renda. Pur non essendo un’appassionata di sport, mi rendo conto a livello istintivo che, sulla carta e sotto la penna giusta, una partita può avere la stessa carica drammatica di una battaglia. E che Yagudin e Plushenko, col mondo che li circonda, gli allenamenti durissimi, la pressione delle gare, i problemi di alcool (Yagudin) e di salute (entrambi), sono due personaggi perfetti.hippodrome

Persino il linguaggio, dicevamo, esiste già. E allora? Se un libro pieno di battaglie all’arma bianca, ciascuna protratta per molte pagine e descritta nei minimi dettagli, è considerato commestibile e appetibile per il pubblico (e di fatto è letto in sufficiente abbondanza), perché lo stesso non vale per un libro pieno di partite? Perché, considerato l’enorme appeal popolare dell’argomento nessuno scrive romanzi incentrati sullo sport?

Chi segue lo sport non legge libri? Non è un luogo comune, questo? E, quand’anche fosse vero, non potrebbe magari il tifoso-non-leggente medio leggere un po’ di più se trovasse romanzi di stile accessibile e di buona qualità letteraria su un argomento che già lo appassiona?

Giro la domanda…

 

E lo sport?ultima modifica: 2016-06-27T08:00:00+02:00da laclarina
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3 Commenti

  • Io ho sempre trovato che i toni epici dei telecronisti scivolino troppo facilmente nel linguaggio di regime per i miei gusti – lo stile da “Cinegiornale Luce” è sempre in agguato. E credo di non essere l’unico, ad avere questa sensazione – Stefano Benni, che scrive spesso di partite di pallone, gioca abbastanza su come il linguaggio dei cronisti possa degenerare nel ridicolo (o nell’inquietante).

    Ma sulla narrativa sportiva, ci sono tutte le (illeggibili, per un profano) storie di golf e di cricket di P.G. Wodehouse, il cricket (ancora) e il pugilato nei Flashman Papers e in altre storie di MacDonald Fraser, e le storie di pugilato di Robert Howard… e in effetti, la narrativa sportiva ha una lunga tradizione nei pulp.
    E volendo aggiungere un po’ di titoli – in fondo anche gli scacchi sono considerati sport, e lì ci sono le storie di Leiber e di Zelazny.

    E non posso che chiudere consigliandoti il miglior libro – a mio parere – di narrativa sportiva mai scritto: “The Exploits of Engelbrecht, abstracted from the Chronicles of the Surrealist Sportsman’s Club”, di Maurice Richardson 😉

  • E però sul calcio, per tornare al punto d’inizio, c’è un libro bellissimo, che è “Il maledetto United”, scritto da David Peace 🙂

    (ci hanno fatto anche un film, ma non l’ho visto)

  • @Dr Dee: non intendo l’episodio sportivo all’interno di una storia – allora, per dire, anche Raffles è un giocatore di cricket, e Penny Parrish gareggia a cavallo e Lord Jim gioca a tennis… Quel che ho in mente è un romanzo il cui protagonista è uno sportivo e la trama è incentrata sullo sport.
    E Richardson, eh? Con un titolo così, bisogna. 🙂

    @ Subsire: sì, questo è quello che intendo, credo. E comunque I rest my case: tutti e due mi avete citato autori anglosassoni.