Siccome appartengo alla genia di quelli che viaggiano con un quaderno in mano (“quei matti che siedono sul bordo della fontana di Trevi, si guardano attorno e scribacchiano, scribacchiano e si guardano attorno”, nella pittoresca descrizione del mio Avvocato), mi piace vedere la faccenda sistematizzata in una serie di tips.
Ecco il procedimento che Beth consiglia per una buona fotografia verbale:
1) Sedetevi davanti a ciò che volete descrivere con il vostro taccuino in mano (o portatile in grembo).
3) Cominciate a scrivere e descrivete minutamente la scena. In un secondo momento potrete voler stilizzare, selezionare i dettagli, elaborare la descrizione… Per adesso siate fotografici e tanto completi quanto potete, cercate di non ignorare e di non tralasciare nulla.
Posso aggiungere che, essendo una persona impaziente, ho sempre alternato osservazione e scrittura, procedendo in un certo senso per strati – ma alla prima occasione sperimenterò il metodo di Beth. E posso aggiungere ancora che questo è un esercizio da fare viaggiando da soli – o con qualcuno di rassegnato e comprensivo. Non è divertente essere interrotti in continuazione o doversi affrettare perché il gruppo deve procedere, la guida passa oltre, il pullman aspetta, bisogna essere in albergo per l’ora di cena. Motivo in più per evitare i viaggi organizzati, direi, ma questa è un’altra storia.