Mag 2, 2018 - angurie    2 Comments

Piccola Archeologia Domestica

StudyMessDunque, ecco – sì.

Allora, il fatto è che, con quello che definisco da sola un notevole coraggio, ho iniziato da lunedì qualcosa che rimandavo da anni: un serio riordino del mio studio.

“E che coraggio ci vorrà mai, benedetta donna?” vi chiederete voi.

Che devo dire? Il mio studio è una stanza 5×5 con due pareti e mezzo di libreria fino al soffitto, stracolma di libri, carte di ogni genere, CD, elefanti, teatrini, lanterne e whatnot. Poi credo che ci siano alcuni altri mobili, ma sono sepolti sotto cumuli stratificati di libri, carte di ogni genere e whatnot – come pure parte del pavimento.

studypilePittoresca confusione, se volete – e c’è gente come T. (anni dodici e mezzo) a cui l’antro piace così com’è… E in realtà non dispiace del tutto nemmeno a me, e va detto che, otto volte su dieci, so dove trovare quel che cerco. Le altre due volte, tuttavia, sono ricerche di mesi. E comunque non posso negare che sia giunto (e passato) il momento in cui “pittoresca confusione” diventa un eufemismo per “caos inqualificabile”.  Un tantin tanto persino per me.

Per non parlare dei sospiri, degli occhi al cielo, delle labbra mordicchiate e degli sguardi tra l’inorridito e il rassegnato di famiglia e gente preposta a levar la polvere.

E così, siccome è primavera, siccome ho di recente acquisito un enorme armadio vuoto (in un’altra stanza – but still) e siccome bisogna cogliere i momenti d’innocua follia quando capitano, lunedì ho dato inizio alle danze. Study

Già i primi scavi lasciano supporre la presenza di una scrivania del XX secolo – go figure! – e quindi non posso negare che ci siano soddisfazioni. E le cose che saltano fuori! Dalla scaletta per il discorso introduttivo alla discussione della tesi a un telecomando del Pleistocene, dai biglietti del mio primo Phantom of the Opera a degli appunti di mio padre… e aspettate che arriviamo ai settori occupati dalle cose dei miei nonni, prozii e bisnonni!

Ma sapete qual è il guaio peggiore? Che c’è davvero poco che sono disposta a gettare via. Sono scampoli della mia vitae di generazioni della mia famiglia, non voglio che finiscano nella carta straccia. Non promette benissimissimo, vero? Comincia a non sembrare del tutto improbabile che finisca con scatole piene di carte, dove prima c’erano carte sparse… some progress!

Ah well, forse, se non altro, sarà un nonnulla meno imbarazzante far entrare le persone nel mio studio – e nel frattempo avrò rivisto e ritrovato chissà che cosa.  Per ora è tutto molto apocalittico. Persino Tess, la Meraviglia Rigata, è molto perplessa. Si aggira per quel che resta del tappeto, tra cassetti svuotati e svuotandi, pile di libri, carte e whatnot, e ha l’aria di domandarsi se il mondo come lo conosciamo stia per finire…

Ma non temere, o Gatta: ci aspettano giorni, settimane e mesi* di duro lavoro, polvere e caos al quadrato – ma c’è luce in fondo al tunnel. La luce di uno studio moderatamente ordinato.

O Lettori, auguratemi gioia. Vi terrò informati.

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* Yes, well. Ho tutta l’intenzione di fare con calma.

Piccola Archeologia Domesticaultima modifica: 2018-05-02T11:57:48+02:00da laclarina
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2 Commenti

  • Be’, il processo di riordino è orribile, ma quelle due settimane in cui lo studio sembra in effetti ordinato, e ci si sforza di tenerlo ordinato prima che le vecchie abitudini prendano il sopravvento, sono veramente la crema della vita

    • Oh dear – yes. C’è anche questo: quanto durerà l’ordine, una volta fatto? In realtà non molto, perché sono costituzionalmente incapace di rimettere una cosa dove l’avevo presa – per cui appoggio sulla prima superficie a portata di mano, senza nemmeno preoccuparmi troppo che sia orizzontale. Hence cumuli&pile…
      Fin qui ero riuscita a ignorare allegramente questo aspetto della faccenda – ma immagino che dovesse saltar fuori, vero? :-/