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Ago 3, 2009 - lostintranslation    2 Comments

Resistenza

Ebbene, oggi ho provato a me stessa che ho della resistenza.

Dalle nove e mezza del mattino alle sei e mezza di sera, fanno nove ore filate di ricerche bibliografiche in biblioteca. Tolti dieci minuti di pausa attorno all’una, non ho mai alzato la testa, se non per cercare altri libri. Davver: non una volta. E in queste nove ore ho scremato 22 libri.

E il bello è che sono rimasta lucida e produttiva per tutto il tempo, senza diventare incoerente e fusa, senza perdermi pezzi importanti, senza fare errori stupidi da pura e semplice stanchezza…

Certo, il lavoro era interessante, e mi sono imbattuta in un certo numero di cose che, un giorno o l’altro, leggero per intero e per diletto, come le lettere di Cézanne e gli scritti sull’arte di Paul Valéry, ma onestamente, non credevo di essere ancora capace di fare tirate del genere.

Posso dirlo? Sono soddisfatta di me stessa.

Giu 1, 2009 - lostintranslation    Commenti disabilitati su Babele

Babele

Per un motivo o per l’altro, mi ritrovo ad avere contemporaneamente per le mani tre lavori di traduzione e uno di scrittura, che coinvolgono tre lingue in varia combinazione. Argomenti diversissimi, ambiti semantici che più disparati non si potrebbe, tre lingue, due ceppi linguistici, tre mentalità… confesso che la situazione comincia a darmi un pochino alla testa.

Ci sono momenti in cui la guardia si abbassa (forse aiutata dal fatto che ho la bronchite) e la necessità di pensare in Inglese si sovrappone a quella di rendere nomenclatura filosofica francese in Italiano rigoroso, o modi idiomatici italiani in un Francese convincente. Ci sono momenti in cui i lobi del mio cervello si annodano su se stessi nello sforzo di mantenere la linea, la consistenza, il colore giusto per ognuno dei quattro lavori. E ci sono momenti in cui mi sorprendo a cercare le tracce di un originale inglese che non c’è, invece di rendere in Francese…

Oddìo, se vogliamo mi capita anche di partire automaticamente alla ricerca dell’espressione originale ogni volta che m’imbatto in una frase un po’ goffa, anche se si tratta dei titoli del TG Veneto. Ma questa, come suol dirsi, è un’altra storia. O almeno spero.

Forse traduco troppo? Forse è il momento di prendere qualche traduzione in meno? O di dirigere meglio il traffico? English for June, Français pour Juillet…

Feb 16, 2009 - lostintranslation    5 Comments

Cavalli di un Altro Colore

Mi hanno commissionato una serie di traduzioni dall’Italiano all’Inglese. Tra l’altro, a proposito di colori e del loro significato culturale.

Parte del fascino della faccenda consiste nella quantità e varietà di significati che lo stesso colore può assumere presso diverse culture, ma quello che mi ha fatto pensare di più sono i diversi modi in cui usiamo i colori nel linguaggio.

 

E di conseguenza nella scrittura.

 

Ci sono associazioni logiche, per lo più legate a fenomeni naturali, che restano un po’ le stesse a tutte le latitudini. Tutti, o quasi, associamo il verde alla rinascita e il nero al buio.

 

Poi ci sono associazioni di significato di tipo culturale: il rosso, colore “peccaminoso” in Occidente, diventa il colore della purezza in India (e mi domando se la cosa abbia a che fare con le virtù purificatrici del fuoco…); il giallo significa coraggio in Giappone e codardia nel mondo anglosassone; il bianco è il colore delle spose e degli angeli, ma in Oriente significa lutto e morte. E il nero, il nostro colore del lutto, in Cina è associato ai bambini maschi. E’ chiaro che ognuno di questi significati ha ragioni culturali e antropologiche, qualcuna antica come lil fuoco purificatore, altre recenti come i celebri “sorci verdi”.

 

Infine ci sono le associazioni del tutto personali. Per Federico Garcìa Lorca il tramonto ha anche il colore dello zucchero; quando da bambina studiavo pianoforte, mi sono formata la convinzione che l’accordo DO-MI-SOL fosse giallo oro; la nonna di una mia amica diceva che i colori della primavera sono il bianco e il nero, come il petto e il dorso delle rondini.

 

Il che significa che ci sono infiniti modi di usare il colore e i colori per iscritto. Una sfaccettatura in più nella cangianza infinita del linguaggio. Il mare di Omero era color del vino, nel Tamerlano di Marlowe non compaiono altri colori che bianco, rosso, nero e oro; per Dick Heldar, la felicità è vedere l’azzurro nel bianco della neve al chiaro di luna…

 

Per contro, significa anche che ci sono ben pochi modi di sapere quali associazioni il nostro uso dei colori susciterà nel lettore.

Neppure quando scriviamo per lettori della nostra stessa cultura, della nostra stessa lingua, del nostro stesso condominio… Ciascuno, ma proprio ciascuno, ha la sua tavolozza.

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