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Giu 6, 2010 - cinema, musica    2 Comments

As Time Goes By

A dire il vero, volevo postare la versione di Louis Armstrong, ma mi par di capire che ci siano questioni di diritti. Per cui, Frank Sinatra:

 

It’s still the same old story, a fight for love and glory, a case or do or die…

Buona domenica a tutti!  

Mag 30, 2010 - cinema, musica    Commenti disabilitati su Put On Your Sunday Clothes

Put On Your Sunday Clothes

Adoro i vecchi musical americani, con quell’aria ingenua e colorata, con quell’atmosfera da Il Mondo Come Dovrebbe Essere, con i guai risolti a suon di musica e passo di danza, con il sipario che si chiude sempre su un gaio numero di ensemble, con quelle canzoni che ti risollevano il morale anche se non vuoi…

Tutti sappiamo benissimo che la vita non è così, ma ogni tanto, per un’oretta o giù di lì, è bello far finta di pensare che tutto si possa risolvere con gli abiti della festa e una gitarella in treno!

 

Buona domenica a tutti!

Mag 23, 2010 - musica    Commenti disabilitati su Così Fan Tutte

Così Fan Tutte

E’ una settimana che ascolto e riascolto e canterello (rigorosamente tra me*) Così Fan Tutte, e quindi non potevo esimermi. L’indiavolato finale del I Atto, nella produzione di Glyndebourne del 2006, con un cast di gente non stranota – con la possibile eccezione di Rivenq/Don Alfonso – ma in gamba, la direzione di Ivan Fisher e la spassosa, movimentatissima regia di Nicholas Hytner.

Buona domenica a tutti!

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* Però è una settimana che, tutte le volte che non capisco qualcosa, rispondo “Parla un linguaggio che non sappiamo”. La famiglia sospira e sopporta.

Mag 16, 2010 - musica    1 Comment

Onegin

Ecco, appunto. Thomas Hampson e Karita Mattila nel finale dell’Onegin. Oh, meraviglia!

Buona domenica a tutti.

Mag 2, 2010 - musica    1 Comment

Somewhere Over The Rainbow

Sara è stata la mia insegnante di danza classica quando ero bambina, adesso è la mia maestra di ginnastica e abbiamo lavorato insieme a due spettacoli – Isabella e La Notabile Fabbrica – di cui lei ha curato la coreografia e io i testi. Se non bastasse, l’ho vista di recente all’opera con i bambini che, tra molte altre cose, avvicina alla musica con sensibilità e intelligenza. E non credeva che l’avrei citata, e invece lo faccio.

Nonostante Sara cerchi di accopparmi due volte la settimana a furia di addominali, bande elastiche e stretching assassino, ecco accolta la sua richiesta:

E buona domenica a tutti!

Apr 18, 2010 - musica    Commenti disabilitati su You Make Me Feel…

You Make Me Feel…

Per una serie tortuosa di tortuosi motivi, associo questa canzone all’aprirsi della stagione. E siccome è metà aprile abbondante, direi che è decisamente tempo…

 

Buona domenica a tutti!

Apr 11, 2010 - musica    3 Comments

Musica Cassata

Siccome oggi è il mio compleanno, volevo farmi un regalino e postare uno dei miei pezzi d’opera preferiti: il cosiddetto Lacrymosa dal IV Atto del Don Carlos di Verdi. Non lo si sente spesso, perché questa scena, in cui Filippo II si duole assai di avere fatto assassinare il Marchese di Posa, fu cassata prima della prima parigina del 1867, quando il Don Carlos era ancora grand opéra in cinque atti.

Alla prova generale, a quanto pare, ci si rese conto che l’opera era troppo lunga, e i Parigini avrebbero perso gli ultimi treni che portavano fuori città… Occorreva fare dei tagli. Non potendo eliminare il balletto, Verdi finì con l’eliminare, tra l’altro, proprio questa scena che, pur essendo straordinariamente bella, aveva dato più di un problema in fase di prove, principalmente perché il tenore non aveva abbastanza voce per svettare sul coro dei Grandi di Spagna, e poi perché a Jean-Baptiste Faure, il Marchese di Posa originale, non andava di restarsene sdraiato sul palco nel ruolo del cadavere mentre gli altri gli cantavano attorno.

La scena non venne mai ripristinata nelle versioni successive dell’opera, ma Verdi ne rielaborò poi la musica nel Requiem, donde il nome retroattivo di Lacrymosa applicato – un po’ liberamente, ma non a sproposito – anche alla scena cassata.

Nel 1996, al Théàtre du Chatelet di Parigi, Antonio Pappano ha diretto una versione in cinque atti e in francese, un po’ ibrida quanto a scelte musicali, ma comprendente il Lacrymosa. Questa produzione (se si eccettuano le scene indifferenti e qualche scelta di costumi) è stratosferica, con una schiera di fenomenali cantanti-attori, e la strepitosa regia di Luc Bondy, sobria, efficace e curatissima, piena di tensione e di idee. A mio avviso, una delle migliori versioni che si trovino in giro.

Ecco, questa era la mia intenzione, ma YouTube non collabora, e quindi mi sa tanto che il Lacrymosa dovrete andarlo a vedere qui.

Buona domenica!

 

Apr 10, 2010 - grillopensante, musica    2 Comments

Libretti

Qualcuno, forse, un giorno mi spiegherà perché i libretti d’opera italiani debbano essere così surrealmente magniloquenti.

Partiamo con un esempio eclatante: il libretto originale francese del Don Carlos di Verdi e la sua traduzione italiana.

L’Infant est un rebelle armé contre son père* si potrebbe quasi usare in conversazione, ma come si può non sussultare un pochino ogni volta che Re Filippo si lamenta che L’Infante è a me ribelle, armossi contro il padre? E sì, lo so che in traduzione succedono cose bizzarre, tanto più se bisogna restare nei tempi di una musica composta su un testo in un’altra lingua, ma davvero non c’erano alternative al tradurre Tais-toi prètre! con Non più, frate? Ma bisogna dire che de Lauzières e Zanardini, nel tradurre dal Francese, hanno abbondato in eccentricità. Come altro definire l’epico emistichio (tre-quarti-stichio, in realtà) Ver voi il pensier schiude i vanni? Considerate che “ver” vorrebbe un accento circonflesso per indicare che sta per “verso”, e che i vanni sono ali, e che tutta la faccenda significa semplicemente “penso a voi”. E ad essere sinceri, a me piace molto anche il popolino madrileno che definisce se stesso Il popolo ultor.

Ma in fondo, stiamo parlando di opera, quella forma d’arte teatrale piena di gente che, con tutti i suoi decibel, ulula “Non sappia il ver” a un metro e mezzo dalla persona che il ver non deve saper, e che, ferita a morte** o all’ultimo stadio della tisi, canta per un quarto d’ora prima di defungere***. Diciamo pure che all’opera la sospensione dell’incredulità gioca un ruolo maiuscolo – e, se vogliamo, non c’importa poi troppo di sentire e vedere assurdità quando sono messe in musica sublime.

Tuttavia, nulla impedisce di conservare un barlume di senso dell’umorismo, anche se il mio mentore operistico inorridisce ogni volta che sogghigno. Il mio mentore è di quelle persone che non battono ciglio di fronte ai vari Taciturna ed erma pace qui spira, Egra reietta dal sole, e Nefario silenzio, di cui Tobia Gorrio**** ha lardellato La Gioconda di Ponchielli, da cui riporto un piccolo scambio tenore-soprano:

Enzo – I tenebrori del tuo mister saprò. Parla…

Gioconda – No.

Enzo – Parla.

Gioconda – No.

Ammetto che in musica è un’altra cosa, ma di per sè… Anche perché poi, nel giro di dieci versi, Enzo chiama Gioconda “iena furibonda” e “fanciulla santa” in rapida successione, per poi concludere che “Sulle tue mani l’anima tutta stempriamo in pianto…”

Però devo ammettere che Francesco Maria Piave, librettista verdiano, ha un genere di talento che mi commuove ancora di più. Come quando, ne La Forza del Destino, Don Alvaro balza in scena pindareggiando così: Ah! Per sempre, o mio bell’angiol/ Ne congiunge il cielo adesso!/ L’universo in questo amplesso/ Io mi veggo giubilar. Ma Leonora non è da meno, quando si lamenta del fatto che tutti sappiano la sua orrida storia: mio fratel narrolla! o quando, più tardi, minaccia “andrò per balze gridando aìta”.

Il Nobel per l’Incomprensibilità, comunque, Piave lo vince con Ernani: nelle prime due scene del III Atto riesce a concentrare le seguenti tre perle:

1) Gli Elettor… raccolti cribrano i diritti a cui spetti… la corona.

2) Tre volte il bronzo ignivomo alla gran torre toni.

3) Cimbe natanti sovra il mar degli anni.

Per la cronaca: 1) Gli elettori vagliano chi abbia più diritto al trono; 2) Si sparino tre colpi di cannone; 3) Piccole imbarcazioni sul mare della vita. Eh?

D’altronde, Piave è anche il librettista della Traviata. Alzi la mano chi non ha mai levato le sopracciglia di fronte al surreale Al natio fulgente sol/ Qual destino di furò? Ma poi Alfredo nega riedere in seno alla famiglia, e meco t’assidi, e seguirammi, e… Piave è sempre Piave. Adoro Piave.

Chiudo dicendo che il mio gatto si chiama Udrotti. Come nel Marin Faliero*****: – Anche un’ora! e udrotti, o perfido,/ steso al suol chieder pietà. Che poi, a dire il vero, “udrotti” c’è anche in Alfieri (più di una volta) e in Pellico, e forse anche altrove. Ma il nome del mio gatto viene dal libretto.

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* Atto IV nella versione in cinque atti, atto III nella versione in quattro. Il Don Carlos è fatto così: ha versioni a non finire.

** Vigoleno di Verlasca, Festival Verdiano 2005, Ernani. All’ultimo atto, come ognun sa, Ernani si accoltella, e poi canta ancora a lungo. “Però!” commentò un anziano signore dietro di me, “el canta, per un che s’è apena tirà na cortlada!” E il suo altrettanto anziano amico rispose: “Eh, as ved ch’el ne s’è mia ciapà al polmon…” State seri, voi!

*** Stavo per scrivere “defungere in posa decorativa,” ma poi ci ho ripensato: in realtà molto dipende dalla stazza dell’interprete. Ho visto una rappresentazione dei Due Foscari in cui, nella scena del carcere, una comparsa/secondino ha portato al tenore una sedia al momento giusto perché potesse svenirci sopra. Quando Foscari Fils si è ripreso e il tenore si è alzato, via la sedia. Very helpful.

**** Che era poi sempre Arrigo Boito.

***** Libretto di Bidera, non di Piave, lo ammetto.

Apr 4, 2010 - musica    Commenti disabilitati su Buona Pasqua!

Buona Pasqua!

Da Cavalleria Rusticana, il meraviglioso “Inneggiamo Al Signor”, cantato da Fiorenza Cossotto a Tokio, nel 1976.

Una serena e felice Pasqua a tutti.

Mar 28, 2010 - cinema, musica    2 Comments

Good Morning!

Posso confessare che Cantando Sotto la Pioggia è uno dei miei film preferiti? Voglio dire, metacinema sui primi albori dei talkies! Peccato che manchi il seguito, la strepitosa scena in cui Donald O’Connor/Cosmo inventa il doppiaggio… La qualità del video non è precisamente fenomenale, ma si dovrebbe poter apprezzare lo stesso.

 

Buona domenica!