The Circle Review
Vi ho mai detto che SEdS fa parte di un ring chiamato Il Circolo delle Arti, fondato un po’ più di due anni fa da Lorenzo V. di Prospettiva Nevskij, – ovvero @arteletteratura per chi bazzica Twitter?
Ebbene, se non l’ho fatto prima, ve lo dico adesso: SEdS è membro de Il Circolo delle Arti.
“E perché ti salta pel capo di dircelo adesso, o Clarina?”
Perché, o lettori, adesso il ring ha una sua rivista elettronica, ideata, diretta e curata da Lorenzo V. E quindi vi segnalo con molto piacere il varo di The Circle Review.
Con molto piacere e un certo orgoglio, visto che faccio parte dell’equipaggio. Sul primo numero troverete interventi di una quindicina di blogger, tra cui Emma Pretti, Carmine di Cicco e Annarita Faggioni – giusto per citarne qualcuno. E ci sono anch’io, con un racconto intitolato La Ricompensa.
Qui c’è un assaggio:
Capitò che, all’età di quattordici anni e due mesi, l’orfano Hans Jakob Krone, del villaggio di Seckau, in Stiria, si ritrovasse sul campo della battaglia di Lipsia in qualità di tamburino dell’Esercito Imperiale. Non un tamburino particolarmente brillante, a ragione del suo scarso addestramento, avendo Krone raggiunto il suo reggimento da cinque giorni soltanto. Inoltre, anche in momenti più felici, la mente del piccolo Stiriano non aveva mai brillato per prontezza o acume. Nella piana di Lipsia, squassato dal tuono dei cannoni, accecato dal fumo, terrorizzato dal fuoco, dallo scalpitare dei cavalli, dalle urla degli uomini e dall’odore delsangue, il ragazzo non seppe altro che farsi spingere e strattonare dai soldati, perdere subito una bacchetta e, con l’altra, battere fievolmente e alla cieca, senza aver la più pallida idea di quel che si facesse.
Krone non ebbe davvero alcun merito o colpa del fatto che la stessa palla di cannone che gli sbriciolò l’avambraccio destro uccidesse sul colpo un giovane colonnello di cavalleria il quale, benché appiedato e ferito, cercava di riunire attorno a sé qualche dozzina di uomini per tentare l’assalto di una batteria francese. Per nient’altro che un caso, dunque, finita la battaglia, il giovane Arciduca che percorreva il campo conil suo aiutante trovò, uno accanto all’altro, il corpo del suo amico, il Colonnello morto da eroe con la sciabola in pugno, e il piccolo tamburino ferito che si lamentava nel modo più commovente. E ancora questo non sarebbe bastato a forgiare il destino di Hans Jakob Krone, di Seckau in Stiria, se proprio la sera prima,accanto al camino di una stanza requisita, l’Arciduca e il Colonnello non avessero discusso sul destino deitanti feriti che quella guerra si sarebbe lasciata dietro, e il Colonnello non avesse perorato con tutto il suo fervore la causa degli invalidi.
Questo fece sì che all’Arciduca paresse di non poter abbandonare al suo destino quel ragazzo dal braccio dilaniato senza offendere la memoria del suo povero amico e, in men che non si dica, Krone si ritrovò trasportato con ogni cura fin sul tavolaccio insanguinato del capo chirurgo militare, un vero medico con tanto di laurea dell’Università di Augusta, che non si scomodava mai per nessuno che non fosse almeno un generale.
Riscuotendosi un istante dal torpore che gli davano la sofferenza e l’aver perduto molto sangue, il tamburino vide, chino su di sé, un giovane così biondo da parere a sua volta un ragazzo, il cui mantello bianco macchiato di polvere e di fango lasciava intravedere un’uniforme rilucente di decorazioni.
“Coraggio, ragazzo,” disse una voce rauca di fatica. “Sei un buon soldato.”
Hans Jakob ebbe il conforto di una mano sulla spalla sana, dopodiché il giovane dal mantello bianco si allontanò.
“Chi è?” mormorò il tamburino con meno d’un filo di voce.
“Come, chi è? Ma il giovane Arciduca, perbacco!” rispose l’uomo in grembiule di cuoio che brandiva una sega da falegname…
Il resto lo trovate – insieme a una messe di racconti, saggi e poesie – nel primo numero di The Circle Review, che si scarica – gratuitamente e in formato PDF – qui.