Senza Errori di Stumpa

Dodici Sane Idee e Mezzo

Questo poster mi ha colpita perché, a differenza di molti che si trovano in giro, si concentra non tanto sui principi della scrittura, quanto sui tratti che costituiscono la mentalità dello scrittore.

Peccato per il titolo: “Le Uniche 12 Regole di Scrittura di Cui Avete Davvero Bisogno” è una pessima descrizione del contenuto. Non si tratta di regole, in primo luogo, ma di abitudini, deformazioni professionali, tratti di buon senso (o di scarso buon senso, a seconda dei punti di vista), constatazioni di fatto – il tutto molto, molto pratico. Alcuni sono talmente ovvi che viene da dubitare di doverli scrivere su un poster – e magari proprio per questo è facile che scivolino sotto il radar – altri sono divertenti, altri ancora sono confortanti rassicurazioni. Nel complesso descrivono in modo passabilmente accurato come funziona uno scrittore. Incidentalmente, sono anche tutti ottimi consigli per superare il terribile Blocco dello Scrittore…

Poco tempo fa un giornalista che m’intervistava mi ha chiesto cosa significa all’atto pratico scrivere libri, come funziona la faccenda nella vita quotidiana… se lo avessi avuto presente allora, avrei potuto fargli leggere questo poster.

1) Se scrivi ogni giorno, ogni giorno farai progressi. Ovvero: pratica, pratica, pratica; esercizio, esercizio, esercizio. Non c’è davvero altro modo di acquisire esperienza generale, padronanza dei mezzi e scioltezza nell’esecuzione.

2) Se ti ci annoi tu, figurati il lettore. Scrivere è difficile, è faticoso, può essere frustrante, ma non dovrebbe essere mai noioso. Passo, ritmo e scioltezza cancelleranno (o nasconderanno bene) difficoltà, fatica e frustrazione nel testo finito, ma la noia traspare sempre – e si comunica inevitabilmente al lettore.

3) Creati una disciplina e vedi di atternertici. Il che non significa “E guai a te se non scrivi ogni giorno dalle otto di sera alle tre del mattino”, ma cose più assennate come “assegnati un ragionevole conto-parole quotidiano o settimanale, e sforzati di raggiungerlo ogni giorno fino alla fine del libro, perché niente è facile come saltare un giorno (che vuoi mai che sia!), saltarne due, saltare una settimana, scivolare nel purgatorio della procrastinazione e da lì precipitare nell’inferno del famigerato Blocco. It hurts, believe you me.

4) La poesia non deve necessariamente essere in rima. La poesia non deve necessariamente essere in rima. Chissà se Marlowe aveva questa massima graffita sul muro della sua stanza a Cambridge, mentre creava il blank verse

5) Evita i luoghi comuni, nella vita e nella scrittura. Qualche post fa si parlava di frasi logore e del loro valore, e si concludeva che il luogo comune è graziato solo se proprio in virtù del suo logorio produce una diversa sfaccettatura di significato. Guai ad essere diversi per il gusto di essere diversi, ma vale sempre la pena di domandarsi se non ci sia un modo nuovo per dirlo.

6) Gli scrittori leggono. Gli scrittori leggono un sacco. Gli scrittori leggono in continuazione. E non leggono tanto per fare, ma con l’orecchio sempre teso al linguaggio, alle strutture, alla caratterizzazione, ai pregi, ai difetti, al mestiere e all’arte altrui – così come guardano la televisione, vanno al cinema, a teatro e all’opera – e anche ai concerti.

7) Fai elenchi delle tue parole preferite, dei tuoi libri preferiti, dei tuoi posti e delle tue cose preferite. E, aggiungerei io, leggi tutte le liste che ti capitano sott’occhio – dai credits alla fine dei film all’indice analitico degli atlanti – Per eccentrico che sembri, è un ottimo esercizio. A parte la bellezza delle parole, dei titoli e dei nomi in sè (che dovrebbe comunque essere una gioia per uno scrittore) non c’è limite alle idee, agli accostamenti, alle figure di pensiero, alle immagini, agli spunti che possono balzare fuori da una lista. I neuroni di uno scrittore sono sempre in cerca di questo genere di giocattoli tra cui creare connessioni…

8) La storia non deve necessariamente avere una morale. Però deve sempre significare qualcosa, perché sennò non è una storia. Non è una storia se non è cambiato qualcosa tra l’inizio e la fine (o se qualcuno non paga il prezzo del mancato cambiamento), ma non è scritto da nessuna parte che il cambiamento debba essere in bene, o che tutti debbano vivere felici e contenti, o che il bene, la bontà e l’amore debbano trionfare.

9) Portati sempre dietro un taccuino. E una penna di scorta. E tienine anche sul comodino. Perché è inutile dire “poi me lo ricordo”, ed è micidiale quando la biro muore proprio mentre si sta annotanto una Grande Idea. Chiunque si sia alzato nel cuore della notte per annotare una folgorazione, chiunque abbia preso un appunto con la matita per gli occhi sul biglietto del tram, chiunque abbia smarrito il tovagliolino di carta con il Titolo Perfetto balenato durante una festa, spargerà qualche lacrimetta sulla saggezza di questo n° 9.

10) Fa’ una passeggiata. Balla. Leva le erbacce. Lava i piatti. E poi scrivi su quello che hai fatto. A volte, quando ci si blocca, non c’è altro rimedio che fare qualcosa d’altro, qualcosa di completamente slegato dalla scrittura. Però (cue: Tema di Tara) Noi Siamo Scrittori, e quindi dopo avere levato le erbacce prenderemo nota della consistenza della terra umida tra le dita, della soddisfazione vendicativa nell’assassinare la gramigna, del ronzio dei bombi tra i grappoli del glicine… Dopotutto, domani è un altro giorno.

11) Non accontentarti di uno stile solo. Sperimenta! Stili, generi, punti di vista, voci narrative… Per curiosità, per esperimento, per gioco, per colpevole piacere, per vacanza, per studio, per cambiare, per ribaltare i propri schemi. Ci sono sempre più buone ragioni per sperimentare che per non farlo – e non si sa mai che cosa si può trovare una volta girato l’angolo.

12) Impara a raccontare entrambi i lati della storia. Per questo la lettura consigliata è The Master of Ballantrae, di Stevenson. In realtà, raccontare più lati o nasconderne qualcuno può fare tutta la differenza del mondo, e non sempre è bene che il lettore sappia proprio tuttto – ma per sapere cosa nascondere e come farlo, bisogna essere in grado di raccontare tutto quanto.

12 e 1/2) Piantala di fissare questo post(er) e scrivi qualcosa! E qui non c’è bisogno di spiegazioni, I guess, se non il fatto che, senza parere, la dodicesima regola e mezzo ci riporta con una certa eleganza al n° 1. Carino, no?  

Dodici Sane Idee e Mezzoultima modifica: 2010-08-21T08:46:00+02:00da
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