Da La Scala di prima, di Raul Radice.
Che sollievo, oltrepassando il monumento a Carlo Cattaneo, vedere accesi i globi collocati sulla terrazza che sovrasta il portico d’ingresso a livello del ridotto dei palchi. In quella luce calda che invade la strada quanto è lunga pare di cogliere non si sa bene quale saluto, un ‘benearrivato’ di cui più avanti, durante la guerra, si sarebbe avvertita la mancanza.
Dopo quella prima accoglienza si poteva nuovamente rallentare il passo, salire senza troppo affannarsi le scale che non finivano mai, sostare davanti al guardaroba, e finalmente sedere al proprio posto con l’ammonimento di non lasciare cader niente in platea. Del resto la mamma custodiva nella borsetta, insieme al libretto dell’opera (di cui si sarebbe poi letta qualche riga ad alta voce) le caramelle che
Intanto tutti quei suoni che confusamente salivano dall’orchestra diventavano più fitti, crescevano d’attimo in attimo fino a culminare nel momento in cui la sala era resa più splendente da altre luci improvvisamente accese. Ed ecco, all’improvviso, il silenzio che precede l’ingresso del direttore d’orchestra, l’applauso che lo saluta e il buio in sala. Ma là, alla ribalta, altra luce si diffonde sul sipario, trae nuovi riflessi dagli ori e dal rosso del velluto, segna una barriera oltre la quale apparirà
E (stasera) a questo punto, sipario e… Die Walkure, allegerrima storia di adulterio, incesto, gelosia, disobbedienza, second-guessing, cavalcate, castigo e incantesimi – più o meno in quest’ordine – il tutto in meravigliosa musica. E il tutto per preparare il fatto che Sigfried, l’Eroe per eccellenza della Saga dei Nibelunghi, non solo è figlio di due fratelli, ma a un certo punto s’innamorerà di sua zia…
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Con un pensiero al signor G.G. che, tanti anni fa, mi regalò questo bellissimo libro, pezzo della sua sterminata collezione: Teatro alla Scala – dai laboratori al palcoscenico. La vita del più famoso teatro lirico del mondo, di Raul Radice e Giorgio Lotti.