Senza Errori di Stumpa

La Regola Del Sottomarino Nucleare

Il Capitano Randolph batté un paio di colpetti con l’indice sull’ultimo tratto segnato sulla carta, e annuì all’ufficiale di rotta e al Primo Ufficiale Phillips. Con un po’ di fortuna, un’ora avrebbe portato il Seahawk alla sua destinazione, anche se al momento tra il sottomarino e la destinazione era dispiegata metà della flotta nemica…

“Va bene, Signor Jensen,” disse il capitano. “Mantenga questa profondità fino a nuovo ordine.”

Jensen salutò. Randolph lo guardò allontanarsi, poi si sollevò dalla carta, scrollando discretamente le spalle indolenzite da un turno di venti ore consecutive. Non tentò nemmeno di nascondere il gesto a Phillips – dopo quattro anni fianco a fianco sul Seahawk, aveva rinunciato a nascondergli alcunché. Invece gli sorrise, senza che il cipiglio preoccupato dell’altro si spianasse di un soffio. A Phillips non piaceva quel genere di missioni.

“Levati quella faccia da funerale, veccho mio,” ordinò il Capitano. “Come ben sai, Phillips, il nostro supersottomarino è rivestito in una speciale lega, che lo rende invisibile ai sonar di profondità del nemico…”

ALT! Sirene, luci lampeggianti, tutto quanto.

Ho la sensazione che il Seahawk abbia appena fatto collisione con un Problema Narrativo Maggiore, della varietà conosciuta come Dialogo Espositivo. 

Mi spiego: se Randolph e Phillips servono insieme da quattro anni sul Seahawk, e Phillips deve essere messo al corrente dei prodigi tecnici del suo scafo, forse allora Phillips non è adatto a fare il comandante in seconda di un sottomarino nucleare. D’altro canto, se invece Phillips sa benissimo vita, morte e miracoli del Seahawk e Randolph sente l’esigenza di dargli spiegazioni del genere, o Randolph sta diventando senile, o abbiamo qualche serio problema di fiducia nella catena di comando… in either case, non la vedo bene per il Seahawk.

Parlando seriamente: per quanto sia cosa buona e giusta servirsi del dialogo per passare informazioni al lettore, c’è una verosimiglianza da mantenere. Personaggi che si ripetono l’un l’altro cose che, per il bene loro e di tutti quanti, dovrebbero sapere anche nel sonno, non sono verosimili. Personaggi che si descrivono a vicenda ciò che entrambi stanno vedendo mandano in frantumi la sospensione dell’incredulità. Personaggi che a ogni pie’ sospinto si chiamano l’un l’altro per nome e con i rispettivi gradi di parentela non sono un’alternativa efficace ai dialogue tags. E oltretutto scatenano istinti libricidi nel lettore.

In questi casi, un buona idea tende ad essere il Nuovo Arrivato. Un estraneo gettato da qualsiasi capriccio dell’autore – ops, volevo dire “del destino” – nell’ambiente in cui la storia si svolge, offre un punto di vista ideale o, quanto meno, avrà legittimamente bisogno di un sacco di spiegazioni. Tornando a bordo del nostro sottomarino, non ci sarebbe nulla di male se il Capitano Randolph cantasse le lodi dello scafo invisibile a un nuovo ufficiale, a un osservatore civile o a un naufrago raccolto da una zattera alla deriva*.

Un ulteriore caveat, però: leggere pagine su pagine in cui un personaggio descrive qualcosa e il Nuovo Arrivato si guarda attorno e dice battute epocali come “Davvero?” e “E come vi regolate per la profondità?” è noioso proprio come leggere pagine su pagine di meticolosi dettagli. Meglio che i nostri conversatori facciano qualcosa, mentre conversano – magari gli ultimi, frenetici preparativi per una battaglia navale**?

La Regola Del Sottomarino Nucleare, come tutte le regole, ha le sue eccezioni – o meglio, ha un’applicazione inversa che sembra un’eccezione ma non lo è. In un mondo narrativo in cui la gente tende a parlare quando ha buoni motivi per farlo, un’informazione ridondante assume significato. Il lettore può essere indotto a chiedersi perché mai Randolph racconti a Phillips il trito particolare della lega speciale… Forse Phillips è assalito da morbo di Alzheimer precoce e Randolph cerca di proteggerlo? O forse è il primo indizio del fatto che Randolph ha qualche biglia nella testa e finirà presto a simulare le ciliegie sotto spirito con la sabbia? O sta’ a vedere che Randolph sospetta che Phillips non sia Phillips affatto (alieno camaleontico, sosia nemico, fantasma vendicativo***…) e lo mette alla prova seminando improbabilità nella conversazione? In un mondo senza “Come ben sai, Phillips…”, l’occasionale e deliberata rottura della regola può servire a generare tensione narrativa.

Quindi, riepilogando: ci sono ambientazioni, specialmente nella letteratura di genere, che richiedono un sacco di informazioni perché il lettore si faccia un’idea di quel che sta succedendo. Sommergere il lettore di pagine descrittive è deleterio. Inserire informazioni nel dialogo è potenzialmente un’idea migliore – basta che chi fornisce e chi riceve le informazioni abbiano validi e legittimi motivi per fornirne e riceverne. Se poi il dialogo avviene nel corso di una scena in cui succede qualcosa d’altro, tanto di guadagnato.

Il Comandante Phillips è un fantasma molto utile da avere accanto mentre si scrive dialogo – per chiedersi ad ogni passo: se avessi bisogno di farmi dire questo, sarebbe il caso che comandassi un sottomarino nucleare?

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* A patto di non rivelargli segreti militari a colazione, si capisce, altrimenti il lettore svilupperebbe di nuovo dubbi sulla salute mentale di Randolph, solo di altra natura.

** Ciò che, naturalmente, comporta un’elevata selettività nella scelta delle informazioni. Nessuno tiene conferenze in momenti critici e, per contro, si può assumere con ragionevole certezza che le informazioni offerte in momenti critici siano abbastanza vitali.

*** Ridete pure: nessuno ricorda Voyage On The Bottom Of The Sea, una serie di fantascienza degli Anni Ottanta, con un supersupersottomarino e una certa tendenza all’improbabilità? Ricordo una puntata in cui il comandante cercava di ammutinarsi e gettare a mare l’ammiraglio – ma solo perché era posseduto, per l’appunto, da un fantasma vendicativo. Il comandante, intendo. O forse era l’ammiraglio… O era il primo ufficiale? Oh, well.

La Regola Del Sottomarino Nucleareultima modifica: 2011-06-01T08:15:00+02:00da
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