Senza Errori di Stumpa

Dickens Ad Uso Dei Fanciulli

Parliamo di Dickens, volete?

Che cosa avete letto ? Che cosa avete letto di vostra volontà? Che cosa vi è stato propinato nell’infanzia? Che cosa vi è piaciuto? Che cosa avete detestato? E Dickens è ancora presente nelle biblioteche scolastiche dei vistri figli?

Chiedo perché ieri una persona adulta e ragionevolmente scolarizzata, nel sentirmi dire che leggo volentieri Dickens, mi ha chiesto se non sia un autore per ragazzi. Al momento ho levato le sopracciglia, ma bisogna ammettere che la Persona Adulta ha delle ragioni per pensare quel che pensa – ragioni del tutto indipendenti dal pubblico per cui Dickens scriveva i suoi romanzi.

In effetti, considerate tre cose:

1) Oliver Twist è un libro bruttarello, con abbondanti dosi di tutti i difetti del primo Dickens e l’occasionale scintillio (le scene di folla, Fagin… mica tanto di più, a mio timido avviso).

2) Le Due Città è un bel libro di un autore maturo, con qualche difetto dickensiano e l’occasionale indulgenza all’overdramatic – ma parecchie spanne al di sopra dei casi dell’insopportabile Oliver.

3) Nondimeno da noi – dove Dickens non è l’istituzione che è nel mondo anglosassone – tutti conoscono e molti hanno letto Oliver Twist, mentre Le Due Città è, generalmente parlando, terra incognita.

Ciò accade in buona parte perché OT è un cosiddetto classico per l’infanzia e, come tale, non passa quasi anno senza che qualcuno ne sforni una nuova edizione, con o senza corredo di note esplicative, spunti per la discussione e “approfondimenti per l’attualizzazione delle tematiche”. In realtà, Dickens non scriveva per l’infanzia, ma il protagonista bambino ha sdoganato per decenni il romanzo in tutte le biblioteche scolastiche e, se c’è da fidarsi del catalogo ISBN, questo ha portato a una ventina di edizioni* solo dal 2000 a oggi. Per contro, nello stesso periodo, de Le Due Città, si conta solo l’edizione Frassinelli del 2000. Prima di allora, l’ultima edizione italiana sembra risalire al 1987 – a meno di considerare l’edizione economica (250 pagine per 2000 Lire) della Newton, che però recuperava la veneranda traduzione di Spaventa Filippi, ricomparsa nel 1994, poi nel 2008 e di nuovo quest’anno.

Il risultato è una percezione diffusa di Dickens come autore per ragazzi, sulla base di un paio di romanzi- e spesso le versioni abridged di un paio di romanzi, the other being David Copperfield** – e di Canto di Natale, il solo titolo dickensiano che batta in popolarità Oliver Twist dalle nostre parti.

Apparentemente il resto (con la possibile e relativa eccezione de Il Circolo Pickwick) è un nonnulla fuori moda – un’edizione a decennio quando va bene. E per Le Due Città, che per di più è un Dickens atipico, asciutto e senza bambini, non va benissimo.

Dopodiché, questo è l’anno dickensiano, e se siete curiosi di vedere la Rivoluzione Francese secondo Dickens, questa storia di fanatismo e abnegazione, crudeltà e redenzione, sullo sfondo di una Storia cupa, tempestosa e inesorabile, potete trovare in libreria non una, ma due edizioni fresche: la Newton, che rispolvera ancora una volta il venerabile Spaventa Filippi, e la Mondadori, che riprende la traduzione di Mario Domenichelli (datata, se non mi sbaglio, 2000) e la correda di “uno scritto di Stefan Zweig”.

E lo dico di nuovo: è l’anno dickensiano. Potrebbero esserci modi peggiori per celebrarlo che avventurarsi per sentieri meno battuti, lasciar perdere gli orfanelli e sfatare il mito che stiamo ricordando un autore per fanciulli.

Allora, Dickens: Che cosa avete letto ? Che cosa avete letto di vostra volontà? Che cosa vi è stato propinato nell’infanzia? Che cosa vi è piaciuto? Che cosa avete detestato? E Dickens è ancora presente nelle biblioteche scolastiche dei vistri figli?.

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* C’è stato un picco nel 2005, in corrispondenza dell’uscita del film di Polanski. E parlo solo di traduzioni diverse, perché poi Mondadori, BUR e DeAgostini seguitano a sfornare riedizioni delle traduzioni di Dettore e Oddera come se piovesse.

** Un tempo era abbastanza gettonato anche La Piccola Dorrit – e un giorno qualcuno mi spiegherà il criterio in base al quale si riteneva d’ammannire agli implumi un romanzo così cupo e claustrofobico, seppure in forma abridged.

Dickens Ad Uso Dei Fanciulliultima modifica: 2012-03-05T08:09:00+01:00da
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